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Nella crescita del vigneto cinese gioca un ruolo fondamentale il mercato delle barbatelle, in mani europee. Ma Pechino ha bisogno di 3 milioni di piante resistenti, troppe anche per la Francia, e il Dragone mette a lavoro i propri ricercatori...

Nella crescita del vigneto cinese, che si appresta a conquistare il primato mondiale, gioca un ruolo fondamentale il mercato delle barbatelle, saldamente in mani europee, con Italia e Francia leader del settore. Il problema, però, è che lo sforzo dei vivaisti europei potrebbe non bastare: il Dragone ha bisogno di 3 milioni di piante resistenti, una domanda difficile da evadere, tanto che il Governo di Pechino avrebbe già messo a lavoro un’equipe di un centinaio di ricercatori, che potrebbero presto far diventare la Cina totalmente indipendente anche sotto questo aspetto della produzione enoica.
Del resto, come racconta il portale francese “Vitisphere” (www.vitisphere.com), la ricerca sulla creazione di varietà resistenti Oltralpe procede a rilento, a causa di una politica di diffidenza che voleva inquadrarne la sperimentazione in una legge dalle maglie non troppo larghe, che si proponeva, ad esempio, di escludere tutte le varietà con nomi troppo simili a quelli di varietà esistenti, come “cabernet eidos”, o “merlot kanthus”: una proposta talmente limitante da venire respinta, con buona pace dei burocrati di Parigi, nella piena consapevolezza che certi vincoli, nella realtà di oggi, non avrebbero influito in alcun modo sulle scelte di Pechino in termini di sperimentazione sulle varietà resistenti.

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