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“Scienza, cultura e passione: parole fondamentali della professione dell’enologo, figura marginale negli anni 60, ma oggi centrale, non solo nella produzione del vino”: così il presidente Cotarella nel Congresso, che festeggia 125 anni di Assoenologi

Italia
Il presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella apre i lavori del congresso n. 71 dell’Associazione

“Scienza, prima di tutto, ma anche cultura e passione: ecco le tre parole chiave, i pilastri della nostra professione, quella dell’enologo, che da figura marginale, agli angoli del vino, negli anni 60, è diventata oggi centrale non solo nella produzione, ma anche nella comunicazione del vino, del marketing, nella gestione delle aziende, nel supporto alla filiera tra innovazioni, controlli e certificazioni”. Così Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, ha aperto i lavori del congresso n. 71 dell’Associazione, che festeggia i 125 anni (Verona, 2-5 giugno, www.assoenologi.it).
Una evoluzione, quella della figura dell’enologo, “di cui dobbiamo ringraziare i tanti professionisti che l’hanno resa possibile, e in particolare quel Giacomo Tachis che, in tempi non sospetti, creando vini che ancora oggi sono icone della nostra produzione italiana, ha dimostrato che non c’è grande vino se non c’è un grande enologo. E noi oggi dobbiamo puntare tanto sulla scienza, perchè quella della ricerca è l’unica via che ci può permettere di affrontare i grandi cambiamenti in atto, primo tra tutti quello del clima. Ed è per questo che abbiamo intitolato il congresso “Vino: le nuove frontiere”, e chiamato le massime scuole del mondo in materia: quella italiana, quella tedesca, quella francese e quella americana, che condivideranno con noi le loro ultime ricerche. Ma dobbiamo ricordarci che senza passione e cultura, la scienza da sola non può rispondere al grande interesse che sempre più persone hanno nei confronti del vino, e di tutti coloro che ormai hanno sete anche di sapere da dove, con cosa e come è prodotto quel vino. E nessuno meglio degli enologi, che il vino lo realizzano, possono raccontarlo”.
“Nel 2015 (anno che ci ha donato anche una grandissima vendemmia, ndr) abbiamo battuto il record delle esportazioni con oltre 5,5 miliardi di euro - aggiunge Cotarella - e abbiamo avuto a Milano l’esperienza straordinaria del “Palazzo del Vino” ad Expo, idea geniale del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e realizzata magistralmente da Veronafiere, visitata da oltre 2 milioni di persone. Vedremo che sarà del 2016, forse supereremo ulteriormente il record delle esportazioni, ma abbiamo già due certezze da cui ripartire: i 50 anni di Vinitaly, patrimonio del vino italiano e sempre più fondamentale per il nostro settore in Italia e nel mondo, ed i 125 anni della nostra Organizzazione, fondata da visionari come Carpenè e Marescalchi, che oggi, sono sicuro, sarebbero fieri di quello che siamo diventati”.

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