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Carlo & Camilla in Italia, tra grandi vini e solidarietà. A WineNews le parole dei grandi produttori di Toscana che li hanno incontrati. Mentre Carlo, che ha visitato i territori terremotati, lancia una settimana a Londra con i loro Presìdi Slow Food

Affabili ed amichevoli, due persone profondamente coinvolte dal loro ruolo di “tessitori” di relazioni internazionali, ma anche veri appassionati di tutti i temi legati all’agricoltura, alla sostenibilità, e anche al vino e all’olio di qualità. È l’insolito di Charles Philip Arthur George, ovvero il Principe Carlo, principe del Galles ed eterno erede al trono di Inghilterra, e di Camilla Parkers Bowls, duchessa di Cornovaglia, “dipinto” a WineNews dai produttori di vino (e non solo) più importanti di Toscana, nei giorni scorsi in visita in Italia e che, a Firenze, nella storica Villa Michelangelo, hanno incontrato alcune delle realtà di maggior storia e prestigio del vino del Granducato: da Antinori a Biondi Santi, da Donatella Cinelli Colombini a Fontodi, da Frescobaldi a Il Palagio di Sting, da Petra (la tenuta di Suvereto di Terra Moretti) a Fèlsina (con l’olio), per citarne alcune, con la regia della Fondazione Italiana Sommelier di Franco Ricci, che ha consegnato a Carlo e Camilla il diploma di sommelier d’onore.
D’altronde, la conoscenza della materia per i due non è nuova: Carlo, grande amico di un altro Carlo, ovvero Petrini, fondatore di Slow Food, è da sempre attento ai temi dell’agricoltura, e non solo è produttore con la sua tenuta Highgrove House, condotta in totale regime biologico, ma ha anche lanciato da tempo un fondo finanziario, il Countryside Found, con l’obiettivo di migliorare le condizioni degli agricoltori britannici più in difficoltà, soprattutto nelle piccole comunità; Camilla, dal canto suo, è la presidente della United Kingdom Vineyard Association, l’associazione dei produttori di vino inglesi.
Non sono state chiacchiere di circostanza, dunque, quelle che le due personalità di primissimo piano del Regno Unito, hanno scambiato con i produttori toscani.
Come con Jacopo Biondi Santi, oggi alla guida di quella Tenuta Greppo dove, nell’Ottocento, è stato inventato il Brunello di Montalcino: “ho trovato in Carlo un uomo molto intelligente, preparato e anche simpatico - racconta Jacopo Biondi Santi - ha assaggiato il nostro Brunello di Montalcino, e lo ha trovato molto elegante, e con una personalità tutta sua. E allora gli ho raccontato che nasce solo da vigneti con più di 25 anni di età, gli ho raccontato la storia della nascita del Brunello nella nostra Tenuta, e del nostro clone di San Giovese BBS11. E gli ho anche raccontato che, in realtà, c’è una sorta di legame tra i vini di Biondi Santi e la famiglia Reale, visto che il nostro Brunello è stato spesso protagonista di pranzi e cene ufficiali in presenza della Regina Elisabetta. E lui ha ascoltato con grande attenzione, competenza, e partecipazione. Come del resto Camilla, che è ancora più esperta di vino di Carlo, a cui, ha detto, sta insegnando l’arte della degustazione. È stato un momento molto conviviale, ma anche importante per tutto il made in Italy, tanto più in un periodo particolare come questo (il riferimento è, ovviamente, alla Brexit, ndr), perchè abbiamo esposto le nostre eccellenze a due n. 1 d’Inghilterra. Che meritano davvero il ruolo che ricoprono”.
“Quando a Carlo ho parlato della nostra coltivazione in regime biologico di tutti i terreni, si è mostrato molto interessato e preparato - racconta Donatella Cinelli Colombini, alla guida del Casato Prime Donne a Montalcino - mi ha chiesto se c’erano delle difficoltà particolari ma ho risposto di no, perchè siamo in una zona poco piovosa, e poi abbiamo parlato anche di come si combattono le malattie in campagna e così via. Insomma, ho trovato una persona molto affabile, spiritosa, ma anche molto competente. Come Camilla, che sul vino è più preparata, e abbiamo parlato anche degli effetti del global warming in vigna, ma anche dei vini inglesi e così via. Sono due persone squisite, e preparatissime, che davvero si prodigano per i rapporti tra il loro Paese ed il resto del mondo, è stato bello ed importante”.

“Abbiamo parlato di vino, dell’azienda, della filosofia produttiva: è stato un momento molto cordiale, con persone di grande affabilità, simpatia, e competenza - conferma Giovanni Manetti, alla guida di Fontodi - e sul vino devo dire che è molto competente soprattutto la Duchessa Camilla. Non solo perchè è presidente dell’associazione dei produttori inglesi, ma anche perchè suo papà, ha raccontato, è stato un grande wine merchant, e quindi è cresciuta in una famiglia dove si è sempre bevuto e parlato di vino, e ha grande competenza tecnica, che dimostrato nella degustazione. Il principe Carlo, invece, è molto più attento alle tematiche del biologico, della sostenibilità, e abbiamo parlato molto anche del caso di Panzano in Chianti, il biodistretto vitivinicolo d’Italia, con oltre il 95% della superficie condotta a biologico, ed è rimasto molto interessato, ha fatto tante domande specifiche sul percorso che ha portato a questo risultato, su come funziona oggi, e così via. E inoltre, in un momento come questo, dove il tema della Brexit tiene sulla difensiva sia noi produttori che i consumatori inglesi, sapere che comunque in quel Paese ci sono due personalità così importanti innamorate dell’Italia e delle nostre eccellenze enogastronomiche ci regala un po’ di fiducia per il futuro”.
Ovviamente, Carlo e Camilla hanno anche assaggiato vini e prodotti del loro “compatriota” Sting, ormai celebre produttore di vino con la tenuta Il Palagio, e non poteva mancare anche l’incontro con la famiglia Frescobaldi, che con i reali d’Inghilterra ha rapporti da oltre 700 anni, rinverditi dall’incontro tra i nobili inglesi e il marchese Leonardo Frescobaldi, la cui famiglia è storica fornitrice di vini ai reali inglesi.
“I veri amici della famiglia, oggi, sono i miei genitori, Bona e Vittorio - racconta a WineNews Lamberto Frescobaldi - ed è una amicizia non solo basata su legami personali, ma anche sulla condivisione di vedute e di intenti, di discussioni intorno a temi come il territorio, il biologico e così via. È il percorso che Carlo sta cercando di fare nelle sue tenute in Inghilterra, ed è anche quello intrapreso da noi in Toscana. A Villa Michelangelo ad incontrarli è andato mio zio Leonardo Frescobaldi, con l’apprezzamento di Carlo e Camilla. D’altra parte, la passione degli inglesi per la Toscana, per i nostri sapori e per il nostro stile di vita è indiscutibile, anni fa il Chianti era addirittura stato ribattezzato Chiantishire per i tanti inglesi che ci avevano investito. E questo fa riflettere: noi italiani diamo tutto per scontato, ma quando andiamo all’estero ci accorgiamo di quanto siamo “viziati” dal nostro modo di vivere, e abituati bene, al bello e al buono, che invece così scontanti non sono”.
“Io, in presenza di grandi vini di Toscana, ho avuto il privilegio di far assaggiare un altro simbolo importantissimo, come l’olio - racconta Giovanni Mazzocolin, anima di Fèlsina, tra le realtà più prestigiose del Chianti Classico, che da anni ha dato vita anche ad un grande progetto di olivicoltura - e devo dire che Carlo si è mostrato molto preparato, ha degustato in maniera competente, partendo dal colore, dal profumo, poi l’assaggio con il pane. Insomma, è stato un momento di condivisione speciale, con delle personalità importanti di Inghilterra, che arriva in un momento particolare. E abbiamo parlato anche di come l’agricoltura di qualità, poi, abbia un ruolo importante anche sui mercati, se per esempio trovi un ristorante sulle rive del Tamigi, che viene a visitare la tua azienda nel momento della raccolta, assaggia il primo olio e poi trasferisce tutto questo ai consumatori inglesi nel suo locale. E vale anche per il vino ovviamente. È stato anche un momento per riflettere su un’Europa che si divide quando dovrebbe essere più unita che mai. E poi avere la presenza di due personaggi di questo calibro tra di noi, è stato uno stimolo a fare ancora meglio, a guardare avanti, ci ha trasmesso voglia di crescere, e anche di sentirci più uniti. Soprattutto perchè due personaggi così, che pensiamo nelle stanze di Buckingham Palace, sono venuti a condividere con passione riflessioni e apprezzamenti per tematiche importanti con cui ci confrontiamo tutti i giorni. Magari lo facessero anche i nostri politici”.
Ma c’è anche chi, come Allegra Antinori, oggi alla guida insieme alle sorelle Albiera e Alessia e al padre Piero della storica realtà del vino di Toscana, ha scherzato con Camilla sulla sua famiglia di wine merchant, “e le ho proposto scherzosamente di darci una mano sul mercato inglese”, spiega all’Ansa.
E, tra i produttori con cui Carlo e Camilla si sono intrattenuti, c’è anche Vittorio Moretti, alla guida del Gruppo Terra Moretti, che in Toscana possiede la cantina Petra (disegnata da Mario Botta), a Suvereto, che ha illustrato un nuovo progetto, insieme all’Università di Firenze, per il recupero e la valorizzazione di un vigneto che, si è scoperto, fu di Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone.
“È stato un bel gioco di squadra che ha permesso di narrare la forza e il valore dell’Italia del vino e dell’olio al Principe Carlo e alla Duchessa Camilla - ha spiegato Franco Ricci, patron della Fondazione Italiana Sommelier (Fis) - che hanno confidato di essere grandi appassionati della produzione vitivinicola italiana e sostenitori convinti dell’importanza della diffusione della sua cultura e che hanno salutato gli ospiti con una promessa, tornare presto nel nostro Paese per continuare a scoprirne i tesori enogastronomici”.
Ma la visita dei reali d’Inghilterra non si è fermata al vino, ed a Firenze. Carlo ha voluto visitare anche alcune delle zone colpite dal terremoto, tra cui Amatrice, dove ha anche assaggiato diversi prodotti tipici, e ha chiesto al sindaco Sergio Pirozzi la vera ricetta della pasta all’Amatriciana. E poi oggi, con l’amico e presidente di Slow Food Carlin Petrini, ha annunciato di voler organizzare, sotto il suo patrocinio, una settimana dedicata ai presidi Slow Food con protagoniste proprio le aziende colpite dal terremoto. Annuncio che è arrivato ancora da Firenze, dal Teatro del Sale dello chef Fabio Picchi, che, dopo un tour al Mercato di Sant’Ambrogio, tra cornetti, cappuccini e salumi, ha accolto Carlo e Camilla per un focus proprio sui Presìdi, di cui molti proprio dalla zone terremotate, che hanno potuto raccontare ai due le loro storie. Dalle quali sono stati molto colpiti, con Carlo, principe d’Inghilterra, che ha proposto così la più nobile delle iniziative per aiutarli.

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