Vince ancora la tradizione in tavola a Pasqua 2017, con l’agnello, piatto simbolo della festività, che sarà presente nel 52% delle tavole, sottolinea la Coldiretti. Che sia in casa o negli agriturismi del Belpaese, presi letteralmente d’assalto da italiani e stranieri, a livelli da overbooking, sottolinea Agriturist, tra bel tempo e voglia di sapori genuini. Il Venerdì Santo, altrettanto tradizionalmente, sarà all’insegna del pesce per 2 italiani su 3, ricorda Federcoopesca-Confcooperative, che stima una spesa complessiva, nell’intero fine settimana, di oltre 250 milioni di euro. E anche sui dolci non si discute: il classico uovo di cioccolato e la colomba pasquale dividono a metà le preferenze degli italiani, ma nel 57% delle famiglie si passerà anche tempo insieme, in cucina, per preparare in casa i tanti dolci tradizionali regionali di questo periodo. E per il lungo weekend, molti si muoveranno alla scoperta dei borghi più belli d’Italia, con grandi protagonisti anche quelli legati al vino. Ecco le tendenze della Pasqua 2017 nel Belpaese, fotografate dalle associazioni di categoria che, tra numeri positivi, non dimentica di porre però l’accento sulle zone terremotate di Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria, dove le difficoltà, purtroppo sono ancora molte. E dove la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori invita a passare le vacanze pasquali ed i prossimo ponti, anche per dare forza ai piccoli segnali di ripresa degli ultimissimi giorni, con “un vero gesto di solidarietà verso un settore che ha già perso oltre 33 milioni di euro in 8 mesi, con una flessione di presenze del 45%, a causa non solo delle scosse ma anche dell’effetto paura, visto che la maggior parte dei 3.852 agriturismi tra Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio si trova in aree lontane dal cratere in cui sono rispettate tutte le norme di sicurezza”.
Focus - In tavola, dal Venerdì Santo a base di pesce alla Pasqua nel segno della tradizione
Il giorno di pasqua, sarà l’agnello il grande protagonista della tradizione, che sarà presente nel 52% delle tavole degli italiani, a casa o in agriturismo. A dirlo Coldiretti/Ixè . Pasqua che, ricorda Coldiretti, è anche un “appuntamento determinante per la sopravvivenza dei pastori poiché in occasione di questa festività si acquista quasi la metà della carne di agnello consumata dagli italiani durante tutto l’anno. Un’occasione per recuperare i piatti della transumanza tramandati da secoli, con l’effetto di consentire la sopravvivenza di un mestiere antico ricco di tradizione che consente la salvaguardia di razze in via di estinzione a vantaggio della biodiversità del territorio”.
Ma quest’anno, rileva Coldiretti, “c’è una ragione in più, perché portare la carne di agnello a tavola significa salvare il lavoro dei circa 4.000 pastori terremotati che non hanno ancora abbandonato le aree colpite dal sisma di Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria dove, solo nei 131 comuni del cratere, sono allevate 213.000 pecore e capre”. Da qui l’iniziativa #SalvaUnPastore. Secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, ben 1/3 degli italiani (34%) acquisterà carne d’agnello italiana e il 12% ha scelto di comperarla direttamente dal produttore mentre solo il restante 6% non è interessato alla provenienza. Per garantirsi acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio è dunque quello di preferire carne di agnello a denominazione di origine, quella garantita da marchi di provenienza territoriale, o di rivolgersi direttamente ai pastori. Sono 60.000 gli allevamenti di pecore presenti in Italia, spesso concentrati nelle aree più marginali del Paese, per un patrimonio di 7,2 milioni di animali, situati in maggioranza in Sardegna.
Ma se a Pasqua in tavola sarà un trionfo della tradizione, tra agnelli, capretti e così via, per 2 italiani su 3 il Venerdì Santo sarà a base di prodotti ittici, mentre nel fine settimana pasquale i consumi faranno registrare aumenti anche del 50%, con prezzi stabili rispetto allo scorso anno. Il tutto con una spesa complessiva che sfiora i 250 milioni di euro, di cui 70 milioni per primi piatti a base di vongole, frutti di mare e crostacei e 180 milioni per i secondi a base di pesce. Lo rileva Federcoopesca-Confcooperative che ha stimato in tutto il periodo di Quaresima, un incremento dei consumi ittici del 30%, complice il bel tempo che ha favorito l’offerta sui mercati, in particolare di seppie e calamari, ideali nelle diete ipocaloriche, per il buon potere saziante e il basso contenuto di grassi. La Quaresima, dopo le feste natalizie e le ferie estive, è il periodo dell’’anno in cui gli italiani consumano più pesce, consuetudine ancora molto sentita, anche se nel tempo si sono affievolite le ragioni teologiche. L’’usanza di mangiare solo proteine ittiche nel venerdì di Quaresima verrà rispettata in modo più marcato al Centro-sud (62%) più che al Nord (38%); in particolare dalle donne (55%) contro il 45% degli uomini e dagli over sessanta (70%) rispetto ai più giovani (30%). In quanto al menu, sì al prodotto povero e al ritorno del pesce azzurro, abbondante proprio in primavera. Per assicurarsi qualità al giusto prezzo è sempre bene scegliere prodotto di stagione e italiano, indicato con la zona Fao 37. Ad aprile, quindi, semaforo verde per acciuga, cefalo, dentice, nasello, sardina, sogliola, sgombro, triglia, alice, cernia, gamberetto rosa, granchio, mazzancolla, pesce San Pietro, rana pescatrice, razza, ricciola, sarago, scampo, scorfano, seppia, calamaro, spigola e totano.
Tornando ai menu del Venerdì Santo, ricorda la Coldiretti, sono quelli tipici delle tradizioni locali cucinati secondo ricette semplici nel rispetto della giornata di riflessione come la pasta con le sarde in Sicilia, le tradizionali zuppe di pesce che assumono nomi differenti a seconda delle regioni e che nel nord Adriatico si consumano assieme alla polenta, fino alle ricette tipiche regionali come le alici scottadito con o senza pan grattato, o le sarde in saor con cipolla (tipica ricetta veneta), le seppie con i piselli, fagioli e cozze (ricetta pugliese), vongole e ceci (ricetta marchigiana), la ministra di pesce con gallinelle e ghiozzi, le uova sode col tonno o gli spaghetti al ragu’ di mare. Il consumo domestico di pesce fresco è aumentato del 5% nel 2016 facendo segnare il maggior incremento nella spesa, in netta controtendenza con i consumi alimentari complessivi che risultano in calo dell’1%, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea
Focus - Coldiretti: Uovo di cioccolato per 1 italiano su 2, ma dolci fai da te nel 57% delle famiglie, dalle “titole” alla “crescia” fino alla “cuzzupa”
Una maggioranza del 52% degli italiani non rinuncia al tradizionale uovo di cioccolato a pari merito con la Colomba ma resistono i dolci della tradizione locale tipici della Pasqua che saranno presenti nel 42% delle tavole. A dirlo l’indagine Coldiretti/Ixe’ dalla quale si evidenzia un importante ritorno al fai da te. Nel 57% delle famiglie italiani c’è infatti quest’anno - sottolinea la Coldiretti - chi prepara in casa i dolci tipici della Pasqua nel rispetto delle tradizioni locali. La preparazione casalinga dei piatti tradizionali è - sostiene la Coldiretti - una attività tornata ad essere gratificante per uomini e donne e in molte mura domestiche si svolge in questi giorni il rito della preparazione e del consumo di specialità alimentari caratteristiche della Pasqua e destinate spesso a rimanere solo un piacevole ricordo per tutto il restante periodo dell’anno. La Coldiretti ha tracciato la mappa delle specialità pasquali lungo lo stivale, dalla scarcedda lucana alla pastiera napoletana, dal dolce salame dell’Emilia alla cassata siciliana, dalla torta pasqualina ligure alla ciaramicola dell’Umbria. Se tra i più piccoli ad essere preferite sono le uova di cioccolato, per le persone adulte la Pasqua è - sottolinea la Coldiretti - una ghiotta occasione per riscoprire sapori del passato conservati nelle specialità regionali preparate sulla base di ricette della tradizione e che nascondono spesso piccoli segreti familiari che le rendono inimitabili dai grandi marchi industriali. Si tratta - precisa la Coldiretti - di dolci caratterizzati spesso da sapori forti che hanno le uova tra gli ingredienti principali come la scarcedda lucana che è un dolce ripieno di uova sode o la torta pasqualina della Liguria che è un rustico ripieno di verdura, uova e parmigiano. In Friuli Venezia Giulia - continua la Coldiretti - è il tempo delle titole, piccole treccine dolci che avvolgono un uovo colorato di rosso mentre in Campania spopola la pastiera, un capolavoro napoletano con ricotta, germe di grano e buccia d’arancio. E ancora in Calabria - continua la Coldiretti - si prepara la cuzzupa, una pagnotta dolce la cui dimensione cresce con l’età del membro familiare, ma anche pitte con niepita che sono dolci a forma di mezzaluna da mangiare sia caldi che freddi. Ma sono centinaia le specialità diffuse in Italia e che, anche se apparentemente simili, presentano differenze negli ingredienti o nella ricetta.
Focus - Agriturismi presi d’assalto da italiani e stranieri dal Nord al Sud del Belpaese, all’insegna della ristorazione in campagna
Sono 350.000 gli italiani che hanno deciso di pranzare in un agriturismo in occasione delle festività pasquali. A dirlo la Coldiretti che evidenzia come la pesantezza del clima internazionale, pur non avendo frenato la voglia di vacanza degli italiani, abbia favorito una Pasqua di relax e come la ricerca della tranquillità abbia fatto preferire la vacanza in campagna che - sottolinea la Coldiretti - è la vera star di queste vacanze in un periodo cui si assiste lontano dalle città al pieno risveglio della natura. Sono oltre 22.000agriturismi presenti in Italia che offrono la possibilità di stare all’aria aperta lontano dalle preoccupazioni e di questi ben 3.400 si trovano nelle regioni colpite dal sisma per le quali si attende una ripresa. “La capacità di mantenere inalterate le tradizioni alimentari nel tempo con menu di Pasqua locali a base prodotti di stagione a chilometri zero e biologici è - continua Coldiretti - la qualità piu’ apprezzata dagli ospiti ma sta crescendo la domanda di servizi aggiuntivi. Nelle aziende agricole sono sempre più spesso offerti programmi ricreativi come l’equitazione, il tiro con l’arco, il trekking ma non mancano - precisa la Coldiretti - attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici ma anche corsi di cucina o di orticoltura”.
A registrare il “pienone” negli agriturisimi è anche Agriturist, che sottolinea come vada bene “in particolare quelli che offrono ristorazione, per questa Pasqua “alta” e per i primi ponti. Lo stivale si divide: al Centro/ Sud prevalenza di italiani e famiglie, al Nord fioccano le prenotazioni straniere con in testa tedeschi, austriaci, olandesi, belgi e svizzeri. Il binomio turismo ed enogastronomia è decisamente vincente - mette in evidenza Cosimo Melacca, presidente di Agriturist - ed un primato tutto italiano che attira il turismo internazionale e spinge il consumo di prodotti made in Italy”.
“Il nostro Osservatorio sul territorio - continua Melacca - ci conferma che, contrariamente agli altri anni, gli stranieri hanno anticipato le vacanze soprattutto nell’area settentrionale del Paese attirati dalle bellezze naturali, dalla cultura e dal buon cibo, che rendono la vacanza enogastronomica nelle aziende agricole memorabile”. In Friuli Venezia Giulia gli agriturismi sono esauriti, in prevalenza da austriaci, per il week end di Pasqua e, addirittura, si respingono richieste. In Lombardia sono le strutture vicino i laghi, Garda in testa, a fare la parte del leone e ad attirare i primi stranieri. Comunque positivo il trend generale, spinto dalla voglia di natura e di alimentarsi in modo sano e di qualità.
In Veneto, in particolare, le presenze sono aumentate. L’osservatorio di Agriturist conferma che sono gli italiani a preferire la campagna per Pasqua e Pasquetta, anche se si registra una crescita della presenza di turisti tedeschi, austriaci e svizzeri attirati dalle molte attività collaterali organizzate dagli imprenditori agricoli. Tira aria buona anche in Piemonte, che mette a segno un più 20% rispetto allo scorso anno. Aumentano le presenze degli stranieri, che soggiornano almeno tre notti. L’agriturismo tiene e migliora anche Liguria, dove piace soprattutto l’agricampeggio.
In Toscana, storicamente, non è certamente la Pasqua a fare la differenza con gli altri periodi e continua ad essere utilizzato il last minute. In Emilia Romagna vince la buona tavola e le presenze aumentano tra il 5 e il 10%, grazie proprio alla “Pasqua alta”. Trend decisamente positivo in Calabria grazie al bel tempo. Si segnala un più 10% rispetto allo scorso anno e si registrano molti “ritorni”, che confermano la qualità delle strutture. La Puglia continua a crescere, confermando il suo forte appeal. La Sicilia attira, anche per Pasqua, turisti da Germania, Spagna, Olanda e Belgio e segna, nel complesso, un +10%. Stabile, con punte di crescita, il trend di presenze in Campania e Sardegna. “Ma il vero problema restano gli agriturismi delle aree terremotate e delle zone limitrofe - conclude Melacca - un danno economico fortissimo per gli imprenditori che, oltre ai danni alle strutture scontano, nonostante i loro sforzi, la mancanza di prenotazioni”.
In molti, invece, per visitare i territori italiani, sceglieranno come sempre il camper: secondo “le stime dell’Associazione Produttori Caravan e Camper, saranno 350.000 gli italiani e 150.000 gli stranieri che quest’anno sceglieranno questa tipologia di vacanza per le vacanze pasquali e per i ponti del 25 aprile e 1 maggio, puntando soprattutto sui borghi nascosti e sulle realtà museali più piccole, patrimonio prezioso del ricchissimo panorama culturale del nostro Belpaese”. E nella top 10 degli itinerari più gettonati dai camperisti, c’è al n. 2 il Castello di Barolo (Cuneo) per visitare il “WiMu - Museo del vino”, spazio espositivo storico, artistico e multimediale dedicato al vino.
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