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La grande recessione dello scorso decennio è quasi del tutto archiviata, ma negli Usa, primo mercato del vino del mondo, la crescita delle vendite di vini e liquori di lusso rallenta dal 2015, e lo farà fino al 2021. A dirlo lo “Euromonitor Passport”

I dati macroeconomici sono più che confortanti, il mercato azionario continua a macinare ottimi numeri, grazie anche a una fiducia degli investitori che non sembra conoscere sosta, e i numeri del mercato del lavoro sono anch’essi rosei: se c’è una cosa che non si può dire, al momento, è che lo stato di salute dell’economia statunitense lasci a desiderare. Il che è una notizia confortante per tutto il mondo del vino italiano, visto che l’Unione è e rimane il primo mercato del nettare di Bacco tricolore (con esportazioni per 1,352 miliardi di euro nel 2017, secondo i dati dell’Osservatorio Paesi Terzi di Business Strategies – Nomisma), e pare proprio che lo rimarrà ancora per anni a venire, complice anche quella premiumizzazione che vede in crescita costante proprio quelle fasce di prezzo nelle quali l’Italia può esprimere al meglio il suo rapporto qualità/prezzo. C’è tuttavia una tendenza che va tenuta presente, e cioè che la crescita delle vendite di vini e liquori di lusso oltreatlantico sta rallentando dal 2015, e continuerà a farlo fino ad almeno il 2021, secondo i dati dell’“Euromonitor Passport” (www.euromonitor.com) aggiornati al dicembre 2017.
L’analisi Euromonitor scompone per tipologia le vendite di beni di lusso dal 2006 al 2017 per poi proiettare la tendenza attuale al 2021, e il primo dato che spicca relativo alle vendite di vino e superalcolici è che la crescita delle vendite non ha virato in negativo nemmeno nel periodo più buio della recessione, tra metà 2006 e metà 2008, crollando però da oltre il 20% a poco più del 2-3%. Una dinamica, questa, assai eloquente, dato che tutti i settori merceologici analizzati (occhialeria, pelletteria, strumenti di scrittura, abbigliamento, gioielli, orologeria e prodotti per la cura della persona super premium) hanno invece virato in negativo in quel periodo, in alcuni casi di quasi il 20%.
Tornando a vino e superalcolici, il picco del tasso di crescita delle vendite ha toccato il suo punto più alto post-recessione nel 2010, sfiorando il +15%, per poi calare al 7% nel 2013 e, dopo una breve ripresa di due punti fino al 2015, ha poi cominciato a moderarsi, arrivando a fine 2017 a poco più del 5%. Si tratta di una performance notevole, e ben meno volatile di quella delle altre classi di beni di lusso analizzati da Euromonitor, dato questo che indica una solidità confortante: ma a quanto pare il meglio è passato, dato che le previsioni degli analisti ci dicono che di qui al 2021 i tassi di crescita delle vendite di tutte le tipologie analizzate caleranno, lentamente quanto costantemente, fino ad arrivare a un +3,5% circa nel 2021 per vino e spirits.

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