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Da “Sicilia en Primeur” ad Anteprima Vini della Costa Toscana, da “Nizza è Barbera” a Nebbiolo Prima, da “Ciak Irpinia” a “Soave Preview”, le Anteprime del vino italiano verso il gran finale

Italia
Dalla Sicilia alla Toscana, dal Veneto al Piemonte, il gran finale delle Anteprime dei Vini d’Italia

Tra gli eventi del mondo del vino, proseguono le Anteprime delle Denominazioni dei grandi vini dei territori più importanti. Ed ecco allora il punto di WineNews, alla vigilia di un maggio che sarà particolarmente “affollato”. A partire da “Sicilia en Primeur”, l’evento firmato Assovini all’edizione n. 15 dedicato al meglio della nuova produzione dell’Isola, in oltre 500 vini, che sarà di scena, dopo l’edizione di Catania nel 2017, nella Palermo “Capitale della Cultura Italiana 2018”, dal 3 al 7 maggio nel Museo Regionale d’Arte Contemporanea (www.assovinisicilia.it), ma anche con enotour nei luoghi che fanno della Sicilia un “continente vitivinicolo” a tutto tondo, la presenza di Master of Wine internazionali protagonisti di approfondimenti su tematiche di settore in masterclass dedicate, la sessione di divulgazione scientifica “Sicily Wine Science Show” in cui gruppi di ricercatori selezionati da una commissione presenteranno i loro progetti di studio sulla vitivinicoltura siciliana, interagendo in prima persona con i giornalisti, e, infine, l’apertura al pubblico il 7 maggio. “L’elezione di Palermo a Capitale della Cultura 2018 non poteva che spingere la nostra associazione, che per vocazione si impegna a promuovere la cultura della Regione, ad organizzare qui la nostra storica anteprima - commenta Alessio Planeta, presidente Assovini Sicilia - questa edizione si inserisce perfettamente nel progetto di valorizzazione delle eccellenze della città e ci permette di contribuire concretamente e a livello internazionale allo sviluppo culturale di Palermo e di tutta la Sicilia, che inevitabilmente trova linfa vitale anche nel suo ricco patrimonio enogastronomico”.
Negli stessi giorni, a Lucca, il 5 e 6 maggio, torna anche l’Anteprima Vini della Costa Toscana (www.anteprimavinidellacosta.com), evento        firmato dall’associazione de Grandi Cru della Costa Toscana, al Palazzo del Real Collegio, con oltre 600 etichette presentate di persona da 100 vigneron dei territori bagnati dal mare, da Massa Carrara a Grosseto attraverso Lucca, Pisa e Livorno, tra le grandi griffe che hanno fatto la storia e rendono noto questo terroir unico e giovani aziende che scelgono una strada di autenticità nelle proprie produzioni, esplorano i temi del biologico e del biodinamico. Clou dell’edizione 2018, un prestigioso omaggio al “padre” della Costa Toscana, il Sassicaia, con una verticale unica guidata da Doctor Wine Daniele Cernilli (5 maggio), che in cinque assaggi di annate storiche, una per ogni decennio dal 1968 al 2018, esplorerà cinque decenni dalla prima vendemmia messa in commercio del vino diventato per il mondo un mito e un riferimento di eleganza, fiore all’occhiello della splendida Tenuta San Guido, a Bolgheri, di proprietà di Nicolò Incisa della Rocchetta, presidente onorario dell’Associazione Grandi Cru della Costa Toscana, e che vede l’Anteprima palcoscenico esclusivo delle uniche celebrazioni ufficiali volute dalla famiglia. E se gli ospiti saranno i viticoltori ungheresi in una selezione di Tibor Gal, figlio del grande enologo magiaro dell’Ornellaia prematuramente scomparso, anche lui enologo e produttore nella sua terra di origine, un salone sarà interamente dedicato all’“Altra Toscana”, ovvero i territori dell’entroterra, dal Chianti ai Colli aretini, senesi e fiorentini, dal Brunello di Montalcino al Nobile di Montepulciano, senza dimenticare le piccole o nuove denominazioni in un viaggio appassionante nella Regione dei grandi rossi italiani. Una master class celebrerà questa presenza: “Selvapiana. La storia del Chianti Rufina”, un percorso di degustazione che partirà dal 1965 e si svilupperà in una ricca verticale di Bucerchiale dalla prima annata, 1979, ai giorni nostri. Tra i laboratori, “Etna. Il rosso del vulcano”, un’orizzontale di Nerello 2014, difficile annata per tutta l’Italia peninsulare, straordinaria annata per l’isola Sicilia, e “Il Re Nebbiolo”, un grande vitigno per territori diversi, Barolo, Barbaresco, Valtellina e Lessona. Come ogni anno, poi giornalisti e operatori di settore potranno esplorare, in uno spazio riservato, i campioni dalla botte della vendemmia 2017. L’enoteca di Anteprima presenterà una speciale selezione dei vini delle annate in commercio ma, da quest’anno, sarà possibile trovare Riserve e curiosità enologiche per un’offerta prestigiosa e differenziata, mentre ne “Il Giardino di Anteprima” saranno raccontati anche i sapori della Toscana attraverso i prodotti di sapienti artigiani del gusto. E per proseguire il viaggio nelle eccellenze del territorio, un omaggio alla Manifattura del Toscano con laboratori con degustazione di vini e distillati. Infine, si consolida la partnership con il Lucca Classica Music Festival, il prestigioso festival musicale prodotto dall’Associazione Musicale Lucchese, con incontri, dibattiti, spettacoli, performance e tante sorprese nelle sedi istituzionali e tra le strade della città, e ne nasce una nuova con l’Ordine degli Architetti di Lucca: una proposta formativa con crediti riconosciuti per architetti che esplora il paesaggio toscano del vino in una serie di incontri dedicati che si concluderanno nel convengo sulla biodinamica che si svolgerà il 4 maggio, alla vigilia dell’evento presso il Real Collegio di Lucca.
Quindi, il 12 e 13 maggio il Foro Boario di Nizza Monferrato diventa il Barbera Forum per “Nizza è Barbera”, la kermesse dedicata alla Barbera d’Asti Docg e al Nizza Docg 2012, con 55 produttori, degustazioni con i sommelier Ais-Associazione Italiana Sommelier, incontri ma anche gastronomia, e, come ospiti d’eccellenza, i vini dello Jura e lo Champagne con due tasting dedicati (“Le Perle del Jura” guidata dall’enologo Luigi Bertini, e con il sommelier Alberto Bracco per le bollcine d’oltralpe), con la regia del Comune, l’Enoteca Regionale di Nizza, Consorzio della Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, Associazione Produttori del Nizza e Astesana Strada del Vino. Ma, in Piazza del Campanon, ci sarà anche il Wine BARbera, mentre la Vineria la Signora in Rosso proporrà cene e pranzo con banco d’assaggio delle Barbera. E ancora la notte “rossa” ed il brindisi finale con una cena sulla versatilità della Barbera raccontata dalla sommelier Martina Doglio Cotto. Perché “divertire, ma anche educare al consumo - spiega Mauro Damero, presidente dell’Enoteca - sono i due obiettivi dell’evento guardando soprattutto ai giovani”. Che, aggiunge Filippo Mobrici, presidente del Consorzio Barbera, “deve diventare l’appuntamento di punta, nella capitale vera di tutto il Monferrato”, ancora grazie anche alla prima volta della Denominazione del Nizza, vivace e in forte ascesa ricorda Daniele Chiappone, vice presidente Produttori del Nizza (www.nizzaebarbera.wine). Si resta in Piemonte, per “Nebbiolo Prima”, dove debutteranno le nuove annate dei grandi rossi di Langhe e Roero che entrano sul mercato nel 2018, ovvero Barolo 2014 e Riserva 2012, Barbaresco 2015 e Riserva 2013 e Roero 2015 e Riserva 2014, nella kermesse promossa da Albeisa, dal 14 al 17 maggio ad Alba (www.albeisa.it).
Il 18 ed il 19 maggio il suggestivo Castello della Leonessa di Montemiletto (Avellino) fa da sfondo invece all’edizione n. 2 di “Ciak Irpinia, la vendemmia va in scena” (www.consorziovinidirpinia.it), l’evento voluto dal Consorzio di tutela dei Vini d’Irpinia per mettere in vetrina la produzione del territorio, dal Fiano di Avellino Docg al Greco di Tufo Docg, dalla Falanghina Irpinia Doc al Taurasi Docg, ma anche come momento di incontro e confronto sull’ultima vendemmia tra stampa specializzata, produttori, tecnici ed esperti. Un evento che vedrà dunque protagonisti i principali operatori internazionali di settore, ma che non esclude gli appassionati del mondo del vino. Dopo la sessione di tasting seminar, curata da una giuria di esperti e aperta alla stampa di settore nazionale e internazionale, infatti, i produttori - ad oggi oltre 40, ndr - avranno infatti la possibilità di interfacciarsi con gli amanti del vino, offrendo i propri vini in degustazione in un walkaround tasting. La Commissione Tecnica presieduta dal professore Luigi Moio, e composta da una selezione di enologi operanti nel territorio irpino, ha già iniziato a lavorare sui dati analitici delle vendemmie in esame. Un’anteprima, alla quale il Consorzio arriva con il riconoscimento ministeriale che prevede, tra gli obblighi, quello della Vigilanza sul territorio a tutela delle Denominazioni tipiche irpine: attraverso controlli a campione lungo la catena di vendita dei vini irpini sarà verificato, grazie al lavoro di un pool di agenti vigilanti, il rispetto delle direttive dei disciplinari da un punto di vista strettamente normativo. “Si tratta di un compito di grande responsabilità che non deve essere visto come un limite e un vincolo per chi opera sul territorio - spiega il presidente Stefano Di Marzo - ma come occasione di esaltazione della qualità delle nostre produzioni. La nostra attività è infatti destinata a promuovere e valorizzare al meglio il territorio e i suoi vini. L’Irpinia è dotata di uno straordinario patrimonio che, in stretta collaborazione con i produttori, abbiamo il dovere di tutelare e proteggere”. A chiudere il ciclo delle grande Anteprime sarà, poi, “Soave Preview”, dal 18 al 20 maggio a Soave, dove sarà in assaggio la vendemmia 2017 del più importante vino bianco del Veneto e non solo, in un’edizione speciale che celebrerà, anche in questo caso, i 50 anni dal riconoscimento della Doc (www.ilsoave.com).
Dopo l’Amarone della Valpolicella ed il debutto sulla scena delle grandi e “piccole” Denominazioni di Toscana, dal Chianti al Chianti Classico, dalla Vernaccia di San Gimignano, il Nobile di Montepulciano ed il Brunello di Montalcino, i riflettori accesi sulle nuove annate del Romagna Sangiovese e sul Sagrantino a Montefalco, sul Chiaretto di Bardolino ed il Valtènesi Chiaretto, le Denominazioni dell’Alto Piemonte, il meglio della produzione made in Campania, e dalle nuove annate del Roero a quelle dei grandi vini dell’Etna, con un gran finale, la lunga stagione delle Anteprime dei più grandi vini italiani si avvia così al termine.

Focus - Produce oltre il 10% del vino italiano ed è la quarta Regione per produzione, dopo Veneto, Puglia ed Emilia Romagna. I suoi vini Dop e Igp hanno raggiunto l’80% della produzione regionale. Ed è la prima Regione italiana per superficie vitata bio (37,6% del totale, a +21% su base annua): ecco la Sicilia del vino nella foto scattata dal Forum Unicredit
La Sicilia produce oltre il 10% del vino italiano ed è la quarta Regione per produzione, dopo Veneto, Puglia ed Emilia Romagna. I suoi vini Dop e Igp hanno raggiunto l’80% della produzione regionale. Ed è la prima Regione italiana per superficie a vite biologica con 38.935 ettari (37,6% della superficie nazionale), seguita da Puglia e Toscana, con una crescita del 21% su base annua. Ecco la fotografia scattata dal Forum sulle economie di UniCredit relativo alle performance delle aziende vinicole siciliane, aspettando “Sicilia en Primeur”. “È la conferma che la strada intrapresa dalle aziende di Assovini sta dando i propri frutti - commenta Alessio Planeta, presidente di Assovini Sicilia, “regia” dell’Anteprima - la Sicilia del vino è sana, forte e credibile anche dal punto di vista finanziario: è una novità che significa il riconoscimento del modo nuovo di fare impresa avviato da anni dalle aziende Assovini. La Sicilia del vino ha puntato il proprio export sui mercati giusti e ha ancora spazi enormi di crescita nel mondo”. “Il Report testimonia come il vino italiano di qualità sia sempre più apprezzato all’estero: ciò significa che è stata giusta la scelta delle aziende Doc Sicilia di puntare su un profilo alto della propria produzione - dice Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia - questo obiettivo è stato raggiunto anche grazie all’attenzione dedicata dalle imprese vitivinicole all’innovazione tecnologica e impiantistica”.
Lo studio UniCredit ha esaminato alcuni indici di bilancio di un campione costituito da 72 società di capitali che operano nel settore e che hanno depositato i bilanci negli ultimi 5 anni. Viene fuori per la Sicilia una crescita inferiore alle regioni concorrenti ma una buona redditività, un leverage nella media pur in presenza di tempi di incasso più lunghi e una buona affidabilità creditizia per oltre la metà del campione regionale. “La nostra quota di mercato sui finanziamenti al settore vitivinicolo siciliano, pari al 27% circa, rappresenta una ulteriore conferma del buono stato di salute della Doc Sicilia - dice Salvatore Malandrino, regional manager Sicilia di UniCredit - guardiamo con favore agli investimenti che le aziende vitivinicole stanno realizzando in termini di qualità del prodotto, e siamo convinti che nella competizione globale occorra una sforzo continuo per migliorare le organizzazioni all’interno delle aziende, realizzare economie di scala ed aumentare la massa critica per affrontare i mercati”.
“Il riposizionamento verso l’alto delle produzioni vinicole siciliane, e l’aumento del valore unitario delle bottiglie, sono la via obbligata se vogliamo continuare nel trend positivo dello sviluppo del settore”, aggiunge Planeta - la Sicilia del vino continua la sua risalita verso la parte alta della classifica italiana (la Lombardia negli anni scorsi ci precedeva). L’obiettivo della nostra generazione di imprenditori, prima di passare il testimone ai nostri figli, è quello di risalire in posizione dietro le tre Regioni del vino oggettivamente inarrivabili ma posizionarci tra le prime cinque”.
“Come Consorzio Doc Sicilia privilegiamo la crescita qualitativa della produzione vinicola siciliana aumentando così la competitività delle aziende e assicurando alla viticoltura della Regione una strategia di lungo respiro - dice Rallo - a proposito di investimenti: i Paesi esteri su cui stiamo puntando di più sono gli Stati Uniti e la Germania. Per il quarto anno consecutivo il consiglio di amministrazione della Doc ha confermato il progetto promozionale in Usa e il raddoppio dell’impegno in Germania e in Italia. L’idea di “fare squadra” si è rafforzata nel corso degli anni e oggi le aziende vedono sempre più nel Consorzio uno strumento per raggiungere un obiettivo comune. Nei primi tre mesi del 2018, sono già diventate 195 le aziende che imbottigliano Doc Sicilia a fronte delle 147 del 2017”.
“Venti, venticinque anni fa sarebbe stato impensabile immaginare una crescita esponenziale di cantine, imprenditori e pertanto lavoro diretto e indotto e ricchezza ricaduta nel territorio che ha fatto crescere la nostra Sicilia - ha sottolineato Edy Bandiera, assessore Agricoltura e Pesca della Regione Sicilia - non si è mai bevuto così bene in Sicilia per merito dei vini prodotti in quest’isola. Sono sicuro che anche il futuro potrà riservarci ancora belle sorprese. C’è spazio per crescere ancora. Gli osservatori del vino ci dicono che la percezione del vino italiano nel mondo da qui al breve e medio periodo passa principalmente per poche Regioni: il Piemonte e la Toscana, ovviamente e poi Triveneto e Sicilia. Non possiamo lasciarci scappare questa opportunità. In Sicilia si può fare sistema, ci si può mettere insieme, fianco a fianco per raggiungere obiettivi grandiosi”.

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