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DAZI ED EXPORT

La guerra commerciale tra Usa e Ue preoccupa il vino: Federvini scrive al Governo

Il settore agricolo ancora non è coinvolto, ma c’è timore per la possibile escalation. States primo mercato per le cantine italiane
DAZI, FEDERVINI, GOVERNO, Italia
La guerra dei dazi tra Usa, Ue e Cina preoccupa anche il vino italiano

La guerra commerciale tra Usa e Ue, per ora, non ha coinvolto, se non marginalmente, il settore del wine & food. Eppure, c’è preoccupazione, perché in una disputa partita sull’acciaio e l’alluminio, sui cui Trump ha imposto i dazi, e a cui l’Ue ha risposto con la stessa moneta su una serie di prodotti americani (tra cui bourbon e whisky made in Usa), si teme che in una escalation di botta e risposta si possa arrivare a colpire il vino e tutto il comparto del cibo. Preoccupazione che serpeggia da tempo, e che ora Federvini ha sottoposto nero su bianco, da quanto apprende WineNews, in una lettera firmata dal presidente Sandro Boscaini e inviata al Governo, nei giorni scorsi, diretta la Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e ai Ministri dell’Interno Matteo Salvini, dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi di Maio, delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio, e degli Affari Esteri Enzo Moavero Milanesi.
Una lettera in cui Federvini chiede grande attenzione sul tema, ed esprime un “grandissimo timore” per una possibile escalation, che colpirebbe fortemente l’Italia che, nel settore del vino, come in altri, vede nelle esportazioni la sua prima leva di crescita, e nel mercato Usa il primo target in assoluto, con un valore di 1,6 milioni di euro nel 2017, quasi un terzo di tutto l’export made in Italy.
Una preoccupazione, quella del possibile coinvolgimento del settore agroalimentare in questa moderna guerra mondiale commerciale, tutt’altro che peregrina. Proprio in queste ora, riporta l’Ansa, gli Usa hanno annunciato nuove misure contro il “made in China 2025”, piano di Pechino che mira a diventare leader mondiale in 10 settori hi-tech alla scadenza dei prossimi sette anni, tra cui intelligenza artificiale, big data e auto a guida autonoma.

Nel dettaglio, scrive il “Wall Street Journal”, ci sarà il bando agli investimenti cinesi in società tecnologiche americane e il blocco addizionale di export di tecnologia verso la Cina. Nel mirino ci sono le società con più del 25% del capitale in capo a soggetti cinesi, mentre saranno del tutto “off limits” le aziende “industrialmente dotate di significativa tecnologia”. Le misure saranno annunciate entro la fine della settimana, a pochi giorni dal 6 luglio, giorno dell’entrata in vigore del nuovo ciclo di dazi al 25% sull’import cinese per i primi 34 miliardi di dollari sul totale di 50 miliardi, annunciate il 15 giugno. Pechino, del resto, ha annunciato misure speculari dello stesso valore che prendono di mira soprattutto i prodotti agricoli. Difficile immaginare che, in questo contesto, non nascano complicazioni anche per il settore agricolo e vitivinicolo europeo.

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