Il mondo dell’agricoltura biologica ha visto l’interesse dei consumatori crescere vertiginosamente negli ultimi anni: a oggi il comparto biologico vale in Italia 3,5 miliardi di euro, interessa 8 consumatori su 10 e coinvolge quasi 76 mila aziende su 2 milioni circa di ettari coltivati. Alla base del suo “successo” la volontà di chi compra, di avere nel piatto prodotti sani, naturali, cruelty-free e tracciabili. La contraddizione è, però, che al momento l’Italia non è dotata di una sua piattaforma telematica nazionale, non ancora. Su questo è incentrato il seminario “Accrescere la reputazione del biologico: la tracciabilità alla luce delle nuove frontiere tecnologiche”, organizzato a Roma da Anabio. I prodotti bio, com’è stato sottolineato al seminario, hanno il vantaggio di essere certificati da un organismo terzo, in conformità con un’articolata regolamentazione comunitaria che rende ogni operatore tracciato e rintracciabile. Perché questa normativa possa essere attuata, è necessario che ogni Stato membro dell’Ue si doti di una propria piattaforma telematica, bacino di tutti i dati nazionali e che, a sua volta, confluisca in quella europea. In attesa che il Governo italiano adotti e renda operativa la propria piattaforma pubblica, molto probabilmente nelle prossime settimane, sono state attivate da FederBio e Ass.O.Cert.Bio, due sistemi informatici di tracciabilità integrata per i prodotti biologici.
Nella tecnologia sta sicuramente il futuro, anche e soprattutto dell’agricoltura: c’è sempre più bisogno di tracciabilità, e organi di controllo “vecchio stile” non sono più all’altezza. Proprio questi sistemi telematici recentemente adottati per la tracciabilità dei prodotti biologici saranno posti sempre più in stretta relazione con la tecnologia Blockchain, la nuova Internet delle transazioni, come hanno spiegato Anabio e Cia, un’infrastruttura digitale utile a gestire banche dati in maniera diffusa, senza la presenza di un’autorità di controllo dei dati e di gestione dei flussi di informazione, però in grado di garantire la tracciabilità assoluta, ricorrendo al processo di concatenazione (chain) che porta ogni transazione (block) ad accodarsi alle precedenti senza permettere retroattivamente alcuna modifica.
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