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PENSARE IL FUTURO

Tra Cammini e piccoli borghi, l’Italia può ripartire dalle sue vere eccellenze

Il rapporto sui Cammini di Fondazione Symbola ed Ifel. Dai piccoli comuni italiani nasce il 92% delle Dop ed il 79% dei vini italiani più importanti
CAMMINI, DARIO FRANCESCHINI, PICCOLI BORGHI, REALACCI, SYMBOLA, Italia
Monteriggioni, sulla Via Francigena, nel cuore del Chianti Classico

I 5.498 piccoli Comuni d’Italia (il 69,5% del totale), è culla del 92% dei prodotti Dop e Igp e del 79% dei vini italiani più importanti. Un patrimonio enorme, che avvalora ancora di più la grande attenzione che la Pandemia ha riportato sulle piccole comunità e sulle zone rurali. E se c’è chi li riscopre ora, c’è chi li vede, da anni, non come luoghi in via di estinzione da salvare, che è comunque una esigenza, ma come motore vero di sviluppo dell’Italia, come terra di opportunità per i giovani, dove tanto è legato al wine & food di qualità, all’ospitalità rurale, alla piccola ristorazione. A patto, però, che lo Stato ci investa, soprattutto sul fronte delle infrastrutture e della banda larga, ma anche dei servizi essenziali, per proiettarli pienamente in un futuro nuovo e diverso, di cui questi piccoli borghi possono essere nuova frontiera.
Tra chi, in questo, crede da sempre, c’è la Fondazione Symbola, guidata da Ermete Realacci, che ha presentato il Rapporto “Piccoli Comuni e Cammini d’Italia”, insieme ad Ifel (Istituto per la Finanza e l’Economia Locale dell’Anci), focus sui 44 Cammini, censiti dal Ministero dei Beni Culturali, a cui si aggiungeranno altri, dai 1.1000 chilometri della Via Francigena in giù, attraversano il Belpaese con 15.400 chilometri di itinerari a piedi, che toccano centinaia di Comuni e borghi. Che, più che mai in questa epoca, sono fondamentali anche per la ripresa del turismo, nell’anno in cui, secondo Coldiretti, il 25% degli italiani farà un turismo quasi a Km 0, destinando un terzo della spesa all’acquisto dei prodotti tipici dei territori. E, per di più, quello dei piccoli borghi e dei cammini, è “un turismo lento, colto, capace di rispettare la fragilità dei nostri territori e di goderne la bellezza che si intreccia con un immenso patrimonio storico artistico disseminato in tutta Italia, e di riconoscerne il grande valore”, ha detto il Ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini.

“Cogliere le potenzialità dei Cammini d’Italia in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando - dichiara Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola - significa rafforzare il ruolo e il presidio dei piccoli comuni, di istituzioni e comunità locali. Tradizioni, cultura, bellezza, coesione, innovazione e creatività sono le chiavi di un’economia più a misura d’uomo sulla quale il Manifesto di Assisi ci invita a scommettere per affrontare le sfide del nostro tempo. Supereremo le prove difficili e impegnative di questa crisi anche grazie alla forza dei territori, alla loro capacità di tenere insieme tecnologia ed empatia, dignità delle persone, benessere e vitalità delle comunità, accoglienza, saperi antichi. Una visione ben chiara nelle parole di saluto della campagna “Voler bene all’Italia” di Legambiente dell’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi: “scommettere sui piccoli comuni, investire su questi luoghi da parte di giovani imprenditori, grazie allo sviluppo dell’informatica e delle nuove tecnologie, può diventare una grande avventura da cogliere”. I piccoli comuni, i territori e le comunità sono una straordinaria opportunità per l’Italia: sono l’esempio di un’economia più a misura d’uomo che punta sull’intreccio fra tradizione e innovazione, fra vecchi e nuovi saperi. Possiamo far ripartire il turismo e l’economia e possiamo competere in un mondo globalizzato se innoviamo senza indebolire la nostra identità, se l’Italia fa l’Italia”.
“L’Italia deve rimettersi letteralmente “in cammino”. Tutta l’Italia - dichiara Guido Castelli, presidente della Fondazione Ifel - deve ritrovare la strada della crescita e dello sviluppo. È vitale farlo soprattutto nei territori interni e nei piccoli Comuni. Il turismo è il loro settore di punta. Riavvicinarsi all’”Italia dei cammini” è un invito per le prossime vacanze degli italiani ma è anche un invito alla politica a mettere in campo azioni di promozione Questo insieme di percorsi, comunità, identità, tradizioni deve diventare un unico sistema di offerta. Una rete di attrazioni di bellezze che deve diventare conosciuta e facile da visitare”.
Uno strumento, quello dei Cammini, che, insieme ad altri, può diventare decisivo per il futuro, anche di tanti giovani, come ricordato dal presidente Coldiretti, Ettore Prandini: “fino ad oggi tanti giovani hanno guardato alle città, ma anche ad altri Paesi, per pensare al futuro, ma in molti stanno tornando alla terra, ad un’agricoltura moderna che è anche tutela della biodiversità, di cui l’Italia da sola rappresenta il 70% a livello mondiale. In questa prospettiva, è fondamentale rivitalizzare i piccoli borghi, dove nasce la maggior parte delle nostre eccellenze Dop, che danno lavoro anche ad altri settori come artigianato, cultura ed innovazione, e fanno si che sia in questo contesto più ampio che oggi si deve parlare di agricoltura”.

Focus - Il rapporto “Piccoli Comuni e Cammini d’Italia”
“Piccoli Comuni e Cammini d’Italia” è un viaggio composto da 44 itinerari in 15.400 km che si snoda lungo tutta la Penisola e le isole, attraversa 1.435 comuni, di cui 944 piccoli (66% di quelli interessati dalla rete degli itinerari), e incontra oltre 2.000 beni culturali e 179 produzioni Dop/Igp, l’86,6% di queste ultime nei piccoli comuni. Questi ultimi sono 5.498 (quindi con popolazione pari o inferiore ai 5.000 abitanti) in Italia alla data del 31 marzo 2019, su un totale di 7.914 comuni. Rappresentano, dunque, il 69,5% del totale dei Comuni italiani.
Uno dei motivi più suggestivi per intraprendere questa avventura è certamente quello rappresentato dalla speciale relazione tra i piccoli comuni e i Cammini d’Italia, individuati nel 2016 dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Un elenco di 44 itinerari che nel tempo crescerà con il progressivo inserimento di nuovi cammini, in particolare dell’Italia meridionale, che costituiranno occasione di ampliamento e aggiornamento di questo lavoro che viene ad arricchire la collana Geografie della Fondazione Symbola. È un progetto di analisi e racconto dell’economia e del patrimonio storico culturale e ambientale dei territori italiani avviato nel 2016 con Piccoli comuni e produzioni tipiche, realizzato insieme a Coldiretti, che ha evidenziato come il 92% dei prodotti Dop e Igp e il 79% dei vini italiani più pregiati hanno a che vedere con i piccoli comuni; e con l’Atlante dell’Appennino, prima sistematizzazione delle valenze ambientali, culturali ed economiche del più grande sistema montuoso del Mediterraneo.
I Cammini sono una occasione di promozione turistica e culturale e di sviluppo locale per le città d’arte di medie e grandi dimensioni ma soprattutto per quelle realtà territoriali capaci di cogliere le opportunità della legge sui Piccoli Comuni (la n.158 del 6/10/2017, meglio conosciuta come legge Realacci): che prevede misure e strumenti per rafforzare i servizi territoriali - a partire dal digitale e dai presìdi sanitari come l’emergenza Covid-19 ha evidenziato - e promuovere, in particolare, le produzioni artigianali ed enogastronomiche e il recupero, la riqualificazione e la messa in sicurezza dei centri storici. Condizioni fondamentali per organizzare adeguatamente ospitalità, ristorazione e servizi e rispondere così ad una nuova domanda turistica destinata a crescere anche in conseguenza dell’epidemia da Covid-19 come evidenziato dall’alto numero di presenze registrato nei piccoli comuni e nelle aree montane in questi primi fine settimana dopo la fine del lockdown.
Territori a cui oggi si guarda con occhi nuovi per la loro salubrità, per la qualità dei paesaggi, per il distanziamento fisico come condizione connaturata dei luoghi e non costrittiva, per la loro piccola dimensione e per la loro prossimità come dimostra anche il dibattito che si è aperto sui possibili processi di dispersione abitativa dalle grandi aree urbane verso borghi e piccoli comuni.
Gli scenari offerti dai Cammini d’Italia sono davvero vasti e diversi, attraversano Parchi nazionali e regionali, fiumi, boschi e foreste, paesaggi agrari, costeggiano laghi e zone umide, raggiungono borghi, pievi, abbazie, santuari, monasteri, fortezze e castelli. Troviamo itinerari regionali come il Sentiero Liguria e il Viaggio nella Storia d’Abruzzo: il primo, da Luni a Ventimiglia, attraverso la Liguria lungo la costa, salendo per alcuni tratti sui pendii delle montagne; il secondo ci conduce nella regione forte e gentile attraverso cinque diversi itinerari, passando per oltre quaranta comuni in provincia de L’Aquila e di Pescara, incrociando siti archeologici, chiese ricche di bellezza, paesaggi mozzafiato e luoghi di elevato interesse naturalistico. O la Magna Via Francigena, che divide in due la Sicilia in un percorso che collega Palermo ad Agrigento. Altri cammini invece attraversano il Bel Paese partendo fuori dai confini nazionali, come la Via Francigena, che arriva fino a Roma e ha inizio dal Valico di San Bernardo - in Italia al confine con la Svizzera - incontrando 145 comuni in un percorso lungo oltre 1000 km. O come la Via Romea Germanica, che partendo dal Brennero giunge sempre a Roma in un viaggio di 1020 km attraverso 6 regioni.
Tanti anche i cammini religiosi: ad esempio la Via di Francesco, che ripercorre i principali luoghi e santuari della vita del Patrono d’Italia. I Cammini d’Italia rafforzano anche il ruolo e il presidio dei piccoli comuni, di istituzioni e comunità locali capaci di mantenere e rafforzare i primati internazionali che può vantare il nostro Paese: come quello che, secondo la classifica stilata nel 2019 da The Spectator Index vede la cultura italiana come la più influente al mondo, potente e suggestivo retroterra del Made in Italy e dei molti successi dell’export tricolore.

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