Le barbatelle non sono tutte uguali, e se ogni furto, come è logico che sia, è di per sé deprecabile, quello delle 35.000 barbatelle pronte all’impianto subito ieri da Rivera, cantina storica e punto di riferimento della Puglia enoica, è ancora più grave. Non si tratta di barbatelle qualsiasi, ma dell’ultimo atto di un progetto di ricerca sulle varietà autoctone del territorio, Bombino Nero e Nero di Troia, portato avanti fin dagli anni Novanta, con la collaborazione del professor Attilio Scienza, ordinario di vicitcoltura all'Università di Milano, proseguito con il Crea di Turi e giunto al momento dell’impianto della terza generazione delle selezioni massali, individuate per produrre le uve da cui nascono i vini a Docg dell’azienda.
Un progetto che riguarda 10 ettari vitati, ma dopo appena due giorni di lavoro per la messa a dimora delle barbatelle innestate con le tre selezioni aziendali di Nero di Troia e due di Bombino Nero, l’amara sorpresa: un commando di ladri si è infatti introdotto in cantina e sottratto le 35.000 barbatelle ancora da impiantare, mettendo così a rischio l’intero progetto.
“Un durissimo colpo. Per chi ha commesso il furto - commenta Carlo de Corato, alla guida della Rivera - si tratta solo di merce da piazzare in qualche maniera sul mercato nero, ma per noi e per l’intero territorio vitivinicolo quelle barbatelle rappresentano il futuro. Per fortuna non tutto è perduto perché il vivaio ne aveva ancora qualche migliaio da cui ripartiremo. Di certo non ci fermiamo e non sarà questo l’ultimo vigneto che pianto”.
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