Rialzi da record per le grandi griffe dell’Italia del vino nell’asta di Finarte di scena il 25 e 26 marzo che, in totale, ha raccolto 240.000 euro, specie grazie ad un primo “round” particolarmente partecipato. Tra i lotti da segnalare, per le aggiudicazioni maggiori sul prezzo di partenza, il Bartolo Mascarello “No Barrique No Berlusconi” magnum 1997, passato da 800 a 2.160 euro, oltre due volte e mezzo la base d’asta; la verticale di Tignanello, 18 bottiglie tra la 1995 e la 2016, passata da 1.400 a 4.080 euro, quasi tre volte la base d’asta; sempre per Tignanello, le due verticali di tre annate di doppie magnum, 2001, 2006 e 2007 la prima e 2009, 2010 e 2011 la seconda, passate rispettivamente da 1.400 a 2.400 euro (+70%) e da 1.200 a 3.840 euro, oltre tre volte la base d’asta. Identico rialzo delle 6 bottiglie di Ornellaia 2013, che passano da 750 a 2.400 euro, ma è da sottolineare anche la performance, ottima, della verticale di 16 annate di Sassicaia, fra la 2002 e la 2017, che passa da 4.000 a 5.280 euro. A registrare il valore di aggiudicazione più alto fa i lotti in asta, invece, è un francese: il 5 litri di Chateau Lafite 1999, che ha chiuso a 7.800 euro.
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