“Noi incontreremo la delegazione croata al prossimo Consiglio Agricolo Ue, dobbiamo tutelare il Prosecco che è un valore delle zone del Nord-Est molto importante, ci sono tutti gli strumenti per tutelare il Prosecco”: così il Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, a proposito della richiesta da parte della Croazia a utilizzare la denominazione Prosek. “Non dobbiamo ripetere gli errori che abbiamo fatto con altre denominazioni come il Tocai”, aggiunge il Ministro. Gli fa eco il segretario generale Unione Italiana Vini (Uiv), Paolo Castelletti, che ricorda come “la normativa europea è chiara: non possono essere riconosciuti nomi di menzioni tradizionali - come il “Prosek” - omonimi di nomi di Dop/Igp europee che potrebbero indurre in errore il consumatore circa la natura, la qualità o la vera origine del prodotto. Preoccupa - aggiunge Castelletti - che tale tentativo avvenga mentre proprio la stessa Commissione europea sta negoziando un accordo di libero scambio con l’Australia, chiedendo l’interdizione del Prosecco australiano, dopo aver con fatica ottenuto la protezione in altri accordi”. Sono oltre 620 milioni le bottiglie prodotte dalle tre Denominazioni del Prosecco, e di queste 370 milioni sono esportate. Complessivamente, il mercato dello sparkling tricolore più famoso nel mondo vale 2 miliardi di euro di fatturato annuo di cui un miliardo all’estero (2020), l’equivalente del 16% sul totale export italiano. Numeri, rileva Unione Italiana Vini (Uiv), che dimostrano quanto il sistema Prosecco sia bandiera del nostro vino nel mondo, e la sua tutela rappresenta una garanzia non solo per la denominazione ma per tutto il made in Italy enologico.
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