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CLASSIFICAZIONE

Liv-ex Classification 2021: il salto in alto definitivo dei fine wine italiani

83 in tutto, 11 al top: Biondi Santi, Masseto, Bruno Giacosa (2), Gaja (3), Bartolo Mascarello, Burlotto, Giacomo Conterno e Soldera

Il mercato dei vini da collezione, da tanti anni, ha un punto di riferimento riconosciuto da tutti - collezionisti, wine merchant, case d’asta, aziende - nato all’alba del terzo millennio per rendere trasparente, efficiente e sicuro il mercato dei fine wine: il Liv-ex, fondato da James Miles e Justin Gibbs, due broker della City appassionati di vino, per cui oggi passano quotazioni performance, novità, attraverso l’analisi dell’andamento di migliaia di etichette da tutto il mondo (attualmente sono 16.000 in lista, ndr). Che, dal 2009, sono raccolte in una classificazione che ricalca la più prestigiosa, quella di Bordeaux del 1855: cinque classi, divise, proprio come allora, per fasce di prezzo. Una classificazione che, ogni due anni, viene rivista ed aggiornata, aprendo le porte a sempre più territori e cantine, tra quelle che - tra luglio 2020 e giugno 2021 - hanno visto almeno 15 scambi di 5 o più annate. Rispetto al 2019, il Liv-ex 1000, l’indice che aggrega tutti gli altri, è cresciuto nel complesso del +6,36%, con un’evoluzione dei prezzi medi che ha spostato in alto l’asticella di entrata per tutte e cinque le classi della nuova “Liv-ex Classification 2021”: nella quinta si va dalle 306 alle 382 sterline a cassa (rigorosamente da 12 bottiglie, ndr), nella quarta da 383 a 535 sterline, nella terza da 536 a 841 sterline, nella seconda da 842 a 3.059 sterline e nella prima dalle 3.060 sterline in su.

In tutto, i vini classificati dal Liv-ex sono 349, da 8 Paesi (Francia, Italia, Usa, Australia, Portogallo, Spagna, Cile e Germania), con 83 vini italiani, più del doppio del 2019, a fotografare l’enorme crescita, in questo biennio, dei fine wine tricolore sul mercato (come raccontato, a WineNews, proprio dal direttore del Liv-ex Justin Gibbs), guidata principalmente dal Brunello di Montalcino e dal Barolo, rispettivamente con 18 e 21 etichette nella nuova classificazione. Tra i produttori, al top per il Belpaese ci sono Gaja (8), Antinori (4), Casnova di Neri (3), Bruno Giacosa (3) e Produttori del Barbaresco (3). In prima fascia, tra i vini che costano dalle 3.060 sterline a cassa in su, in tutto sono 72 le etichette, di cui ben 11 italiane, otto in più del 2019, nonostante il calo complessivo: erano 77 i vini in prima fascia due anni fa. Oltre alle conferme di Bruno Giacosa Barolo Vigna Rocche Riserva (4.601 sterline a cassa), Masseto (5.716 sterline) e Biondi Santi Brunello di Montalcino Riserva (3.441 sterline), ci sono il Barolo di Bartolo Mascarello (3.444 sterline), il Barbaresco Asili Riserva di Bruno Giacosa (3.653 sterline), il Barolo Monvigliero Comm. G. B. Burlotto (4.325), il Barbaresco Costa Russi (3.142 sterline), il Barbaresco Sorì San Leonardo (3.216 sterline) e il Barbaresco Sorì Tildin (3.147) di Gaja, il Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno (8.816 sterline) e il Soldera Case Basse (4.661 sterline).

La prima fascia, come vedremo, è anche l’unica in cui il Piemonte è presente con più vini della Toscana, anche grazie a 4 etichette arrivate dalla seconda fascia. Sin dalla vetta della nuova classificazione, si nota il calo di Bordeaux, passato da 14 a 10 etichette, una in meno dell’Italia, mentre al Borgogna, di gran lunga la più presente nella prima fascia, perde ancora più terreno, passando da 44 a 31 etichette (-29,5%). Al contrario, oltre all’Italia, con 8 etichette dal Piemonte e 3 dalla Toscana, cresce molto la California, arrivata a quota 10 vini (dai 6 del 2019). La seconda fascia è di gran lunga la più corposa, con 152 vini scambiati sul Liv-ex ad un prezzo che va dalle 842 alle 3.059 sterline per cassa, da un considerevole numero di Paesi e territori, da Bordeaux, Borgogna e Champagne in Francia alla Toscana in Italia, dalla California al Portogallo, dalla Germania al Cile all’Australia. Anche in questo caso, cresce, e di molto, il numero delle etichette italiane, arrivate a quota 38, dalle 23 del 2019, equamente divise tra Toscana e Piemonte, con i prezzi medi delle due Regioni simbolo del vino tricolore che si attestano, rispettivamente, a 1.420 e 1.348 sterline a cassa.

Partendo dal Piemonte, in seconda fascia troviamo il Barbaresco Asili (1.355 sterline a cassa) e il Barolo Falletto (1.336 sterline) di Bruno Giacosa, il Barolo Pie Rupestris di Cappellano (1.989 sterline), il Barbaresco Asili (976 sterline) e il Barolo Prapo (851 sterline) di Ceretto, il Barolo Cannubi di Chiara Boschis (851 sterline), il Barbaresco (1.403 sterline), il Barolo Conteisa (1.448 sterline) e il Barolo Sperss (2.096 sterline) di Gaja, il Barolo Francia di Giacomo Conterno (2.331 sterline), il Barolo Monprivato di Giuseppe Mascarello e Figlio (1.254 sterline), il Barbaresco Gallina (896 sterline), il Barbaresco Starderi (876 sterline) e il Barbaresco Valeirano (941 sterline) de La Spinetta, il Barolo Aleste (950 sterline) e il Barolo Vigne (1.392 sterline) di Luciano Sandrone, il Barolo La Serra di Roberto Voerzio (1.670 sterline), ed il Barolo Lazzarito (1.510 sterline) e il Barolo Ravera (1.716 sterline) di Vietti.

Dalla Toscana, in seconda fascia, ancora tanto Brunello, ma non solo: Solaia (2.122 sterline a cassa) e Tignanello (922 sterline) di Antinori, Colore di Bibi Graetz (1.819 sterline), Brunello di Montalcino di Biondi Santi (1.033 sterline), Brunello di Montalcino Cerretalto di Casanova di Neri (2.324 sterline), Apparita di Castello di Ama (1.481 sterline), Flaccianello della Pieve di Fontodi (920 sterline), Messorio de Le Macchiole (1.300 sterline), Le Pergole Torte di Montevertine (1.639 sterline), Ornellaia (1.449 sterline), Brunello di Montalcino Rennina (1.013 sterline) e Brunello di Montalcino Sugarille (993 sterline) di Pieve Santa Restituta (Gaja), Brunello di Montalcino (1.188 sterline) e Brunello di Montalcino Riserva (2.251 sterline) di Poggio di Sotto, Brunello di Montalcino Cerbaiola di Salvioni (1.025 sterline), Percarlo San Giusto (868 sterline), Sassicaia di Tenuta San Guido (1.936 sterline), Redigaffi di Tua Rita (1.451 sterline) e Brunello di Montalcino Riserva Madonna Piano di Valdicava (1.247 sterline).

Anche la terza fascia si allarga, fino ad accogliere 62 vini (erano 50 nel 2019), con 20 new entry e ben 12 scesi dalla seconda. Guida, anche qui, Bordeaux, con 26 etichette, seguito sempre dall’Italia, a quota 17 con ben 9 novità, e la conferma che i fine wine tricolori non arrivano solo da Toscana e Piemonte, come dimostrano la presenza del Trebbiano d’Abruzzo di Valentini (761 sterline a cassa) e del San Leonardo (636 sterline), dal Trentino Alto Adige, al fianco di: Brunello di Montalcino Montosoli di Altesino (649 sterline), Bolgheri Guado al Tasso di Antinori (777 sterline), Testamatta di Bibi Graetz (576 sterline), Brunello di Montalcino Tenuta Nuova di Casanova di Neri (830 sterline), Saffredi di Fattoria Le Pupille (552 sterline), Cepparello di Isole e Olena (540 sterline), Bolgheri Paleo Rosso de Le Macchiole (594 sterline), Galatrona di Petrolo (557 sterline), Alceo del Castello di Rampolla (825 sterline), Brunello di Montalcino Vecchie Vigne di Siro Pacenti (783 sterline), Luce di Tenuta Luce della Vite di Frescobaldi (792 sterline), Brunello di Montalcino di Valdicava (640 sterline), Barolo Gavarini Chiniera (653 sterline) e Barolo Ginestra Casa Mate (590 sterline) di Elio Grasso e Barolo Bricco delle Viole di G. D. Vajra (693 sterline).

Cresce, sensibilmente, la quarta fascia, con 51 vini, il 38% in più del 2019, quando erano 37 le etichette, 30 dalla Francia, 12 dall’Italia, 4 dal Portogallo, 3 dalla Spagna 1 da Usa e Australia. Proprio il Belpaese, il cui indice, l’Italy 100, è stato il più performante del 2020, continuando a crescere anche nel 2021 (+3,8% da inizio anno) ha visto quadruplicare il numero di etichette, che erano appena 3 nel 2019, confermando sia la crescita sostenuta dei prezzi medi, che quella dei volumi scambiati. Tanto turnover tra i vini di Bordeaux, con diverse etichette “scese” dalla terza fascia, mentre la presenza della Borgogna è limitata ad appena quattro etichette, visti i prezzi mediamente molto alti. Tornando all’Italia, sono tutte new entry: dal Piemonte, il Barbaresco Montefico Riserva (461 sterline a cassa), il Barbaresco Ovello Riserva (445 sterline) e il Barbaresco Rio Sordo Riserva (405 sterline) dei Produttori del Barbaresco; dalla Toscana, il Brunello di Montalcino di Casanova di Neri (399 sterline), il Brunello di Montalcino di Fuligni (521 sterline), il Brunello di Montalcino di Petimali - Livio Sassetti (428 sterline), Montevertine (502 sterline), Orma (405 sterline), il Sammarco di Castello di Rampolla (421 sterline), e l’Oreno di Setteponti (443 sterline); dall’Umbria il Cervaro della Sala del Castello della Sala di Antinori (404 sterline) e dalla Campania il Terra di Lavoro di Galardi (470 sterline).

Infine, la fascia più bassa, la quinta, dove sono solo 12 i vini, la metà del 2019, divisi tra Francia (sei da Bordeaux e uno dal Rodano) e Italia (quattro dalla Toscana e uno dal Piemonte): al Barolo Castiglione di Vietti (340 sterline a cassa) e al Bolgheri Le Serre Nuove dell’Ornellaia (353 sterline) si aggiungono il Brunello di Montalcino di Altesino (329 sterline), il Chianti Classico Rancia Riserva di Felsina (356 sterline) e il Giusto di Notri di Tua Rita (347 sterline).

Tornando a dare uno sguardo globale alla “Liv-ex Classification 2021”, e riepilogando la composizione della classificazione, dei 349 vini presenti 72 sono quelli in prima fascia, 152 in seconda, 62 in terza, 51 in quarta e 12 in quinta. In totale, sono 100 le etichette di Bordeaux, 71 quelle della Borgogna, 83, come visto, quelle dell’Italia (di cui 45 della Toscana e 34 del Piemonte), 28 quelle del Rodano, 23 dello Champagne, 22 dagli Usa, 6 dall’Australia, 6 dal Portogallo, 5 dalla Spagna, 2 dal Cile e una da Alsazia, Loira e Germania. Nella top ten delle bottiglie più care, e non secondo ricerche online o prezzi spuntati in qualche e-shop, ma sul mercato secondario reale, dove operano i wine merchant top, tutti censiti ed affiliati al Liv-ex, la vetta è dominata dalla Borgogna. In cima, ovviamente, Romanée-Conti Domaine de la Romanée-Conti (162.883 sterline a cassa), seguito da La Tache Domaine de la Romanée-Conti (36.893 sterline) e Richebourg Domaine de la Romanée-Conti (28.284 sterline). In quarta posizione il Cabernet Sauvignon di Screaming Eagle (27.397 sterline), seguito da Petrus (26.475 sterline), Le Pin (25.528 sterline), Chambertin Grand Cru di Domaine Armand Rousseau (23.893 sterline), Clos d’Ambonnay di Krug (22.999 sterline), Romanée-Saint-Vivant Grand Cru Marey-Morge Domaine de la Romanée-Conti (20.852 sterline), e Grands Echezeaux Grand Cru Domaine de la Romanée-Conti (20.654 sterline) a chiudere la top ten dei vini più cari della “Liv-ex Classification 2021”.

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