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IL MESSAGGIO

Congresso Assoenologi, il presidente Cotarella: “Il vino è il segnale di un’economia risorta”

Il Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta: “entro l’estate la legge perchè i controlli di routine siano concordati con le aziende”

Un vino che ha sette vite come i gatti, che ha superato tante crisi e supererà anche quelle di oggi, ha detto il presidente Assoenologi Riccardo Cotarella. Un vino che è antico e moderno, perchè quello di oggi, con le sue qualità e varietà, secondo Cotarella, è nato non più di 40 anni fa, grazie ai produttori, ma anche a quegli enologi che di fatto sono gli “stilisti” dei vini italiani, li ha definiti il Governatore del Veneto, Luca Zaia. Vino che, ha detto lo stesso Zaia, insieme al Sottosegretario alla Politiche Agricole (con delega al vino), Gian Marco Centinaio (entrambi ex ministri delle Politiche Agricole e nominati “soci onorari” di Assoenologi), incalzati dal produttore e anchorman Bruno Vespa, va salvaguardato da battaglie scriteriate in Unione Euroepa che vogliono demonizzarlo in nome del salutismo, ma anche dallo “shopping” di marchi dall’estero. Un vino, ancora, che deve essere salvaguardato dalla burocrazia. E, in questo senso, dal via del Congresso Assoenologi n. 75, a Veronafiere (25-27 marzo), arriva l’annuncio del Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta (in collegamento), che è anche produttore di vino nel Lazio (nella Doc Roma, ndr): “entro l’estate via libera al provvedimento per arrivare a controlli di routine, anche nel vino, concordati tra Istituzioni preposte ed imprese, nell’ottica di un rispetto reciproco tra controllori, importantissimi, perchè i controlli vanno fatti e sono sacrosanti, ma anche del lavoro bellissimo, ma faticosissimo, di chi produce vino”.
Tutti messaggi, spunti, idee che arrivano da “questa assemblea - ha detto il presidente Riccardo Cotarella - che è bellissimo vedere riunita; il 2021 è stato anche l’anno n. 130 di Assoenologi, la più antica associazione di categoria. Ma se noi oggi esistiamo e siamo riconosciuti come professionisti e grandi protagonisti del vino lo dobbiamo ai vertici di Assoenologi che ci hanno preceduto, e vorrei ricordare due che sono i fondatori, due pionieri, avanguardisti, visionari, Arturo Marescalchi e Antonio Carpenè. Solo l’idea di creare nel 1891 l’Associazione Enotecnici italiani (Aei) è stata geniale. Impossibile non nominare la pandemia: due anni orribili, 160.000 morti, una strage, una depressione economica pazzesca, una sofferenza totale in tutti i settori. Ma noi del vino non abbiamo il diritto di lamentarci: abbiamo sofferto molto meno di altri settori, non abbiamo navigato nell’oro - ha detto Cotarella - ma abbiamo tenuto, grazie ad e-commerce e gdo, anche se mancato “l’altare” dell’horeca. Ma è bastato un accenno al ritorno della normalità per vedere un’esplosione dei consumi, dell’enoturismo, indice più evidente della salute delle cantine. La pandemia ha dimostrato che il consumo quanti/qualitativo del vino dipende molto dallo stato d’animo delle persone, non si beve se si è tristi e per dimenticare, ma quando uno è sereno e sta bene. Lo abbiamo visto alla “Vinitaly Speciale Edition 2021”, ridotta nei numeri ma non nell’entusiasmo e nella voglia di conoscere dei presenti. Il vino non è una bevanda, è un elemento di cultura, questo va affermato continuamente. Il 2021 è stato un anno straordinario, tante aziende hanno eguagliato il 2019, altre superato addirittura quei risultati, e questo perchè chi si avvicina al vino ne viene attratto, e questo dobbiamo sfruttarlo, per dare al vino quello che il vino può dare a noi. Il vino è come i gatti, ha sette vite, e quando le finisce riparte dalla prima, il vino è il segnale di un’economia risorta”.
Ma per volare più alto, ha bisogno anche di liberarsi da tanta burocrazia, ha sottolineato Bruno Vespa, ed è arrivata la promessa di Renato Brunetta, Ministro della Pubblica Amministrazione e produttore con la Cantina Capizzucchi, nella Doc Roma. “Sul vino fino a poco tempo fa servivano 100 giornate di lavoro per soddisfare 4.000 pagine di normativa che regolamentano il settore. Molto è stato fatto con il Testo Unico del Vino nel 2017, ma ancora c’è molto da fare, ma è in moto un cambiamento, anche grazie alle risorse Unione Europea. Mi prendo un impegno partito da un racconto: nel suo pranzo di fine vendemmia, momento di festa, il mio amico produttore di Barolo, Gianni Gagliardo, ha avuto i controlli che hanno rovinato la festa. Questo non succederà più: tutti i controlli di routine saranno concordati e programmati, in modo tale che la cantina possa rispondere a tutto quello che prevede la normativa, ma con un rispetto reciproco tra chi controlla e chi viene controllato. Questo è approvato nella delega sulla legge sulla concorrenza che è in discussione in parlamento, che presto sarà approvata, e prima dell’estate arriverà il decreto legislativo, figlio della delega, tutti i controlli di routine saranno concordati nei modi e nei tempi. Con procedure e standard dell’Ocse. È un segno di rispetto di chi lavora in questo settore bellissimo e faticosissimo. Vale per tutti i settori, ma la voglio dedicare al mio amico Gianni Gagliardo, nelle Langhe, produttore di uno straordinario Barolo”.
Parole che arrivano da un Congresso Assoenologi di scena da una Regione, il Veneto, “che è leader in Italia, vale un terzo dell’export, anche grazie ai nostri enologi che sono “stilisti”, questa dovrebbe essere considerata tanto quanto la fashion week a Milano”, ha detto Luca Zaia, che ha aggiunto: “la nostra agricoltura, ed alcuni suoi marchi, andrebbe tutelata con la Golden Power, il tema della sovranità alimentare ed energetica è tornato centrale. Il vino dealcolato - ha detto poi rispondendo al giornalista Vespa, insieme al Sottosegretario Centinaio - semplicemente non è vino”.
Argomenti, messaggi e parole che arrivano dal cuore di Veronafiere che, dal 10 al 13 aprile, tornerà ad ospitare un Vinitaly in formula piena. “Ne siamo ovviamente felici - ha detto il presidente Aefi (Fiere Italiane) e di Veronafiere, Maurizio Danese - e le fiere sono uno strumento fondamentale, per ritrovarci e fare affari. Grazie al Governo per il supporto in questi anni duri, abbiamo resistito ed investito sul digitale, ma la presenza è un’altra cosa. Il digitale non sostituirà le fiere, ogni euro speso in fiere ne genera 60 per le aziende e 23 per indotto, quindi 1 miliardo di fatturato delle fiere diventato 60 miliardi per le aziende e 23 per l’indotto. Le fiere sono uno dei 6 pilastri indicati dal Governo per lo sviluppo del made in Italy”. E il Vinitaly 2022 “sarà quello della ripresa, sold out, con 4.200 espositori, con al centro mercato e tendenze, per capire quali saranno i trend che governeranno questo settore”, ha detto il dg Veronafiere, Giovanni Mantovani. A chiusura, poi, i “premi speciali” Assoenologi: quello per la miglior ricerca italiana ad Alberto De Iseppi, quello per il comunicatore del vino e dell’enogastronomia al giornalista de “Le Guide di Repubblica” Giuseppe Cerasa, mentre il personaggio dell’anno è il senatore Dario Stefano per “la competenza e la passione dimostrate a vantaggio della promozione dei territori italiani, della cultura del vino e della valorizzazione dell’enoturismo e per la vicinanza ad Assoenologi nella tutela dei titoli di enotecnico ed enologo”. “Che meritano di avere un riconoscimento normativo specifico - ha detto il senatore Dario Stefàno (che è anche produttore in Puglia, nel Salento, ndr) - perchè se il vino italiano è quello che è oggi molto lo dobbiamo a loro”.

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