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VINO & CULTURA

Tra le cantine attive più antiche al mondo, l’Abbazia di Novacella celebra 880 anni di storia

Fondata nel 1142 è abitata da sempre dagli Agostiniani, che producono vino, coltivano frutteti, praticano il pascolo d’altura e accolgono enoturisti

Fondata nel 1142 dal beato Hartmann, vescovo di Bressanone, con la terra ha da sempre un legame “mistico”: la sua nascita si deve a generose donazioni di aziende agricole e terreni che ben presto arrivarono a 100 poderi. Importante centro culturale di impronta romanico-medievale, la sua fioritura si colloca nel Rinascimento, quando per proteggere i suoi preziosi manoscritti e le opere d’arte fu circondata da un muro di cinta, che riuscì a difenderla dall’aggressione turca ma non dalle insurrezioni contadine. Al Barocco e Rococò risale la nascita dello Studio Teologico Accademico, al Neoclassicismo quella della famosa Biblioteca, testimone con i suoi 98.000 volumi di secoli di soppressioni, spoliazioni e ricostituzioni, dalle guerre del Tirolo alla Restaurazione, dal Fascismo al bombardamento da parte degli Alleati nella Seconda Guerra Mondiale. Protagonista delle vicende del suo territorio, come per gli anelli di un albero, di ognuna reca traccia attorno al suo cuore antico, la Chiesa abbaziale e il chiostro con il Pozzo delle Meraviglie. È l’affascinante storia dell’Abbazia di Novacella, una delle cantine attive più antiche al mondo e tra i più famosi “monasteri del vino” italiano che celebra 880 anni dalla sua fondazione. Un luogo di religiosità, bellezza e cultura, immerso tra i vigneti dell’Alto Adige, dove i Canonici Agostiniani che la abitano da sempre, oggi guidati dall’abate Eduard Fischnaller, producono grandi vini nelle due aziende di proprietà in Valle Isarco a Novacella ed a Cornaiano con la Tenuta Marklhof (800.000 bottiglie l’anno, per il 70% bianchi, esportate in 40 Paesi nel mondo), coltivando anche frutteti, praticando il pascolo d’altura, prendendosi cura dei boschi e accogliendo gli enoturisti. E con proverbiale ospitalità lo faranno soprattutto quest’anno, in un 2022 di eventi e mostre per festeggiare la storica ricorrenza, a partire, ovviamente, da un’edizione straordinaria e limitata in sole 880 Magnum del “vino di culto” ispirato ad una delle norme della Regola agostiniana: il Sylvaner “Cor unum et anima una”.
La Cantina dell’Abbazia di Novacella, grazie alla munificenza di Reginbert di Säben, ministeriale del Capitolo di Bressanone, contava già all’epoca della sua fondazione svariati vigneti, oltre che masi agricoli e terreni, riconosciuti da Papa Alessandro III. A seguito di donazioni, lasciti, acquisti e permute, l’Abbazia andò impossessandosi di un cospicuo patrimonio di vigneti tra i quali è ancora incastonata, e che si estendono su pendii dai 600 metri di quota del Convento fino ai 900 m s.l.m., tipici della Valle Isarco. A testimoniare le dure fatiche affrontate dagli Agostiniani per la messa a dimora dei vigneti sono ancor oggi i muretti a secco che li terrazzano, mitigandone la pendenza. In questa zona di coltivazione che è la più a Nord d’Italia, la conformazione del terreno conferisce alle uve tutta la loro singolarità: il terroir, la sinergia che nasce dall’incontro tra territorio, suolo e clima, esige di essere interpretato con “religiosa” cura, offrendo risposte sempre nuove alla scelta della varietà più indicata per ogni singolo microcosmo. Nel Medioevo si coltivavano principalmente varietà di vino rosso, anche se con scarsi risultati: pare, infatti, che fosse talmente acido da aver compromesso la salute dei Canonici. Intorno al Novecento ci si rese infine conto che la zona meglio si prestava alla coltivazione delle uve bianche. Oggi i vitigni a bacca bianca coltivati nei 6 ettari di vigneti di Novacella (che conta anche 12 ettari di meleti e 0,2 ettari di erbe aromatiche) sono Sylvaner, Müller-Thurgau, Kerner, Grüner Veltliner, Pinot Grigio, Riesling, Gewürztraminer e Sauvignon Blanc. I rossi dell’Abbazia invece si producono a Bolzano ed a Cornaiano. Già all’inizio del Seicento il prevosto Markus Hauser aveva acquistato nella Conca di Bolzano i vigneti che ancor oggi sono di proprietà dell’Abbazia. Una decisione alquanto lungimirante, esattamente come l’acquisizione della Tenuta Marklhof a Cornaiano all’inizio del XX secolo, che oggi, accanto a 13 ettari di meleti e 24 ettari di bosco, conta 22 ettari a vigneto coltivati con Schiava, Pinot Nero e Moscato Rosa.
I vini di Novacella sono sinonimo di alta qualità e regionalità. Le severe norme di produzione sempre più improntate a principi eco-sostenibili e il costante impegno per un continuo miglioramento assicurano annata per annata vini molto ben strutturati e pieni di carattere, frutto di una viticoltura sostenibile in risposta al cambiamento climatico, come gli ultimi nati nella linea “Insolitus” (Ohm, Quota e Hora da vitigni Bronner, Pinot Bianco e Sylvaner nel 2020, e Quota 2, il Pinot Bianco in barrique e il Ton, un Sylvaner maturato in anfora nel 2021). Le uve provenienti dai vigneti migliori, dove “tutto è perfetto” - microclima, terreno, età delle viti - vengono scelte per produrre i vini della linea Cru “Praepositus”, massima espressione del territorio, con grande potenziale di maturazione negli anni e regolarmente recensiti dalla critica nelle principali guide di settore. Ma all’Abbazia fanno capo anche 700 ettari di bosco e 400 ettari di pascoli d’altura destinati in parte a riserva di caccia, ed ogni attività del monastero ha il compito di offrire prodotti con un ottimo rapporto qualità/prezzo, così che il nome della casa possa essere un marchio di qualità e serietà. Ogni settore deve essere economicamente autonomo, e la cantina, la mescita e l’enoteca devono realizzare regolarmente utili, che vengono utilizzati per coprire le spese di restauro, risanamento ed altri investimenti dell’Abbazia, ma ogni anno vengono devoluti anche 50.000 euro per progetti sociali in tutto il mondo.
“L’arrivo del periodo primaverile coincide sempre per l’Abbazia di Novacella con l’entrata nel vivo delle tante attività che animano il programma di eventi che arricchiscono la sua offerta per i visitatori fino all’autunno - spiega Werner Waldboth, direttore vendite di Abbazia di Novacella - ma il 2022 è un anno particolarmente importante per l’Abbazia, che celebra i suoi 880 anni di storia: la creazione di un vino celebrativo, il Sylvaner “Cor unum et anima una”, in vendita esclusivamente nell’enoteca dell’Abbazia, ha dato il via a un periodo di festeggiamenti, ricco di moltissime iniziative”. Enoteca in cui si trovano anche oltre 200 prodotti provenienti da monasteri ed abbazie di tutta Europa. Accanto alle classiche visite in cantina e nei vigneti, ed alle degustazioni nella tipica Stiftskeller (la mescita) dei vini dell’Abbazia in abbinamento a tipicità tirolesi a base di speck, formaggio, salcicce affumicate e Schüttelbrot, il Museo dell’Abbazia, rinnovato lo scorso anno e aperto al pubblico (50.000 visitatori l’anno), che, oltre ad esporre numerose opere d’arte, ospita mostre dedicate a svariate tematiche culturali e religiose. Fino alla fine di maggio è di scena la mostra “Ex voto” dell’artista Lorenzo Brivio, con una serie di dipinti che affrontano in chiave contemporanea il tema tradizionale delle opere votive. E il 14 maggio, speciali visite guidate consentiranno di poter ammirare il più grande dipinto barocco del Tirolo, nei quattrocento anni dalla nascita del pittore brissinese Stephan Kessler. Fino al 22 maggio, inoltre, la rassegna “Water Light Novacella” mette in mostra a Castel Sant’Angelo le opere di Brigitte Kowanz, Keith Sonnier e James Turrell, e sono previste passeggiate nel Complesso abbaziale all’interno di un percorso che consente di incontrare l’acqua nella sua diversità e la luce come fonte di vita. Dal 28 maggio al 3 settembre una mostra celebra il fondatore dell’Abbazia, Artmanno di Bressanone, e contemporaneamente verranno esposti i dipinti del prevosto emerito Chrysostomus Giner. Nello stesso giorno, si esibirà il coro di San Floriano, uno dei più antichi e tradizionali del mondo. Sempre dal mese di maggio è visitabile anche il Giardino Storico dell’Abbazia, luogo di meditazione, incontro e rigenerazione per i Canonici. Dal 16 al 30 luglio, quindi, verrà allestito a Castel Sant’Angelo uno spazio a disposizione di pittori amatoriali di Novacella, mentre dal 1 agosto al 6 settembre, verrà presentato il “fiat lux” di Albert Mellauner e del Gruppo Artistico Ladino. Dal 17 settembre, infine, una particolare mostra sarà dedicata ai giochi e passatempi nell’antico monastero.
Accanto alla produzione di vino ed alla formazione scolastica (per 90 studenti, i ragazzi che frequentano la scuola conventuale, sezione distaccata della O. v. W. die Bressanone, con vitto e alloggio), anche la qualificazione professionale e l’educazione permanente rivestono un ruolo di primo piano nell’attività dell’Abbazia. Impegnato a uniformarsi allo spirito del tempo, nel 1970 l’allora abate Chrysostomus Giner fondò pionieristicamente un Centro per il turismo. Ad esso si aggiunse, poco più tardi, un Centro ecologico per la qualificazione e l’aggiornamento in campo eco-sociale. Nel corso dei decenni le iniziative in questo settore hanno portato alla nascita di un Centro Convegni di formazione ed educazione permanente gestito da un’Associazione senza scopo di lucro che organizza attualmente seminari e corsi rivolti soprattutto ai più giovani.

Fatti salienti nella storia dell’Abbazia di Novacella
1142: istituzione del monastero ad opera del vescovo Artemanno di Bressanone
1190: devastazione del primo Complesso monastico causata un incendio
1198: consacrazione della Chiesa abbaziale
1370 ca.: costruzione delle arcate del chiostro
1472: modifica del presbiterio
1625: acquisizione di poderi vinicoli nella Conca di Bolzano
1669: realizzazione del Pozzo delle Meraviglie
1735-1742: rifacimento della Chiesa abbaziale
1772-1778: costruzione della sala della Biblioteca
1807: soppressione del monastero decretata dal Governo bavarese regnante in Tirolo
1816: ricostituzione del monastero
1970: istituzione di un Centro per il turismo (oggi Centro Convegni e di formazione)
1987: costruzione di una centrale elettrica
Dal 1990 gestione delle attività ispirata a principi eco-sostenibili
1992: costruzione di un impianto a minuzzoli di legno con bilancio di emissioni CO2 pari a zero.

Numeri & curiosità dell’Abbazia di Novacella
2 ettari di superficie a tetto
8 “Meraviglie del mondo” (l’ottava è la stessa Abbazia) che decorano il Pozzo delle Meraviglie
18 volte premiata con i “Tre Bicchieri” del Gambero Rosso
18 parrocchie incorporate
23 Canonici Agostiniani
25 ettari coltivati a mele
40 Paesi di esportazione
58 abati dal 1142
88 ettari a vigneto, di cui 28 di proprietà e 60 ettari lavorati da viticoltori convenzionati
106 dipendenti
365 putti nella Chiesa abbaziale
400 ettari di alpeggi
700 ettari di bosco
1.000 eventi formativi e di qualificazione all’anno promossi dal Centro Convegni
50.000 visitatori all’anno per il Museo abbaziale
98.000 volumi e libri conservati nella Biblioteca
350.000 litri di gasolio risparmiati ogni anno con la biomassa dell’Abbazia
800.000 bottiglie di vino prodotte all’anno (70% bianchi e 30% rossi).

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