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BENEFICENZA

Da Vigna Gustava che fu del Conte di Cavour, i 15 lotti di “Barolo en primeur” in asta

Verso la charity auction di Consorzio del Barolo e Fondazione CRC battuta da Christie’s: la vendemmia 2021 alla prova del calice

Un vino che ancora non esiste, prodotto da un vigneto di 4 ettari che, al contrario, esisteva già a metà dell’Ottocento, venduto en primeur, in asta, per sostenere tante iniziative benefiche, sociali, artistiche e culturali. Ecco i punti focali di “Barolo en Primeur” 2022, l’asta benefica promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e dal Consorzio del Barolo che, il 28 ottobre, dal Castello di Grinzane Cavour, ed in collegamento con Antonio Galloni, ceo Vinous, da New York, porterà sotto il martello di Christie’s le 15 barriques di Barolo 2021 prodotto dalle uve di Vigna Gustava, alle pendici del Castello di Grinzane Cavour, già vitato quando la proprietà era del Conte Camillo Benso. Primo Ministro del Regno d’Italia, il Conte di Cavour ha giocato un ruolo fondamentale nel successo futuro del Barolo, e Vigna Gustava era già il suo fiore all’occhiello, recuperata e rilanciata dalla Fondazione CAssa di Risparmio di Cuneo. Che ha affidato il percorso produttivo, dalla vigna alla cantina, al Laboratorio Enosis Meraviglia di Donato Lanati, enologo e firma di alcuni dei più grandi vini italiani, a partire dal Monfortino di Giacomo Conterno.
“Abbiamo diviso Vigna Gustava in 15 parcelle, che vinifichiamo separatamente. Ognuna di esse dà risultati diversi, ed esprime caratteri diversi. Una variabilità ancora maggiore nel confronto tra le due annate”, racconta Donato Lanati, a WineNews m, dalla degustazione dei campioni da botte di Barolo 2021 che daranno corpo ai 15 lotti protagonisti di “Barolo en primeur”, un’annata che, nel bicchiere, mostra già un potenziale superiore alla 2020. Il progetto, che nel 2021 ha raccolto 660.000 euro, guarda all’esempio degli Hospices de Beaune,ma “senza alcuna intenzione di copiarne alcunché, siamo solo ai primi passi, e sappiamo di avere tanta strada davanti a noi. Ma anche una sfida importante, quella di far conoscere i vini di Vigna Gustava che, di fatto, non esistono e non saranno disponibili fino al 2024. In questo senso, sarà importante la partecipazione all’asta anche dei produttori del Consorzio del Barolo, con le cantine unite sotto il nome del Comune di produzione che metteranno in asta lotti della vendemmia 2021”, commenta Matteo Ascheri, presidente del Consorzio del Barolo.

Focus - La vendemmia 2021 del Barolo
L’annata duemilaventuno è iniziata con un inverno mite seppur ricco di precipitazioni anche di carattere nevoso, che hanno garantito un’ottima dotazione idrica rivelatasi essenziale per il prosieguo della campagna, dimostratasi per la restante parte la meno piovosa degli ultimi anni.
La ripresa vegetativa è stata regolare e nei tempi tradizionali, quindi non anticipata come accaduto lo scorso anno: questo ha consentito di fronteggiare bene l’ultima ondata di freddo che si è verificata a inizio primavera, limitando i danni da gelo sui germogli appena sviluppati. Anche il Nebbiolo, varietà a sviluppo precoce e quindi potenzialmente più esposta, non ha risentito in maniera significativa dell’abbassamento di temperatura, con danni lievi e circoscritti ai vigneti situati a quote altimetriche inferiori. Nelle fasi fenologiche successive si è potuto osservare un carico produttivo non eccessivo, stimato in un -10% rispetto al 2020, che ha limitato il successivo lavoro di diradamento consentendo comunque di raggiungere le produzioni previste dai disciplinari di produzione.
Con la primavera è iniziato un lungo periodo di bel tempo che si è protratto per tutta l’estate dove si sono registrate temperature in linea con le medie del periodo e senza eccessi, soprattutto nelle ore notturne. Nella prima parte del mese di luglio si sono manifestati temporali di forte entità, che hanno avuto il loro culmine il giorno 13, quando una violenta grandinata si è abbattuta interessando in particolare parte dei territori di Castellinaldo, Castagnito, Guarene e Canale, causando danni anche importanti ai vigneti di quell’area. Non si sono invece registrati danni sui vigneti di Barolo e Barbaresco. L’estate è poi proseguita regolarmente con scarse precipitazioni, contribuendo ad ottenere in vendemmia un quadro eccellente dal punto di vista fitosanitario e qualitativo.
La vendemmia è iniziata a metà settembre con le operazioni di raccolta delle uve a bacca bianca e di Dolcetto. Le prime in particolare hanno presentato caratteristiche eccellenti, quali un’ottima dotazione zuccherina e un quadro acido importante che dovrebbero preservarne la freschezza.
Il Dolcetto è tra i vitigni che ha avuto risultato migliore in relazione all’annata: il germogliamento tardivo, tipico della varietà, ha scongiurato i problemi legati al freddo della primavera inoltrata, e le notti estive senza escursioni termiche importanti lo hanno protetto dalla cascola del frutto, arrivando alla vendemmia con sanità e caratteristiche ottimali.
Il Barbera è stato raccolto nell’ultima settimana di settembre, in condizioni ideali sia dal punto di vista tecnologico che fenologico. La dotazione zuccherina molto elevata, unita ad un quadro acido importante rispetto agli anni precedenti, soprattutto dal punto di vista dell’acido malico, consentiranno di ottenere vini complessi e longevi.
La vendemmia del Nebbiolo è cominciata gli ultimi giorni di settembre e ha avuto il suo culmine nella seconda settimana di ottobre. I grappoli si presentavano sani, con una maturazione fenologica ottimale, agevolata dal calo delle temperature e dalle escursioni termiche che si sono potute osservare dalla seconda metà di settembre in avanti. Dal punto di vista quantitativo siamo di fronte ad un carico produttivo ottimale e ben equilibrato, con acini visivamente più piccoli rispetto allo scorso anno. Questi fattori hanno determinato una dotazione polifenolica importante, essenziale per produrre vini strutturati ed equilibrati, destinati a durare nel tempo.
In conclusione possiamo affermare che, nonostante l’annata caratterizzata da un’importante alternanza climatica, con gelate tardive, temporali, grandinate estive ma anche siccità, abbiamo ottenuto risultati sorprendenti in termini di qualità dell’uva forse anche in virtù della quantità di produzione non eccessiva.

Focus - La vendemmia 2020 di Barolo
L’annata duemilaventi è iniziata all’insegna di un inverno senza particolari criticità, caratterizzato da temperature miti e poche precipitazioni, specialmente a carattere nevoso. La prima parte della primavera è stata relativamente asciutta e soleggiata, garantendo una ripresa vegetativa omogenea che è iniziata alla fine del mese di febbraio e si è conclusa, per le varietà più tardive, verso la seconda metà di marzo. I mesi di marzo ed aprile sono trascorsi all’insegna del bel tempo e delle temperature miti, con scarse precipitazioni, lasciando presagire, in prima battuta un’annata precoce. Questa previsione è però stata smentita nel mese di maggio, quando il clima instabile ha fatto registrare un numero considerevole di giorni piovosi, situazione che si è protratta fino a giugno inoltrato. Questo, da un lato ha determinato un rallentamento nello sviluppo vegatativo esaurendo così il vantaggio accumulatosi all’inizio della primavera e dall’altro ha consentito un importante accumulo idrico nel terreno, che unito alle temperature non eccessive dell’estate ha scongiurato fenomeni di stress idrico. Dal punto di vista della quantità di produzione, mentre le prime stime tendevano ad evidenziare livelli importanti specialmente sulle varietà precoci, il ricorso alla pratica ormai tradizionale del diradamento ha ricondotto la situazione alla normalità, privilegiando ulteriormente la qualità delle uve. In generale l’andamento climatico è stato ideale, con qualche difficoltà nella gestione agronomica evidenzitasi sul finire della primavera e dovuta agli attacchi fungini precoci per le piogge di maggio e giugno, fortunatamente non accompagnate da grandinate o altri eventi atmosferici rilevanti.
La vendemmia si è aperta con i vitigni a bacca bianca all’inizio di settembre con circa una settimana di anticipo rispetto alla media storica. I valori delle gradazioni zuccherine ed i livelli di acidità si sono rivelati mediamente più contentuti rispetto al passato, ma si sono mantenuti stabili nella vinificazione garantendo così un estremo equilibrio tra le due componenti, risultato fondamentalie per questa tipologia di vini. Le operazioni di raccolta sono proseguite con il Dolcetto che, pur risentendo in alcune zone del calo delle temperature dell’inizio di settembre con conseguente rallentamento negli accumuli zuccherini e ritardo della data di raccolta, ha dato vita a vini con profumi elegantissimi. Per quanto concerne i vitigni a ciclo più lungo come Barbera e Nebbiolo si è da subito avuta la sensazione di un’annata precoce vista l’invaiatura avvenuta tra l’inizio e la metà del mese di agosto. Successivamente il calo delle temperature ha determinato un rallentamento temporaneo della maturazione che è poi ripresa in modo esponenziale nella seconda parte del mese di settembre. In particolare il Barbera ha da subito messo in evidenza ottimi parametri nei controlli analitici con tenori zuccherini e di acidità eccellenti.
Il Nebbiolo si è presentato alla raccolta in condizioni ottimali: le temperature notturne non eccessive hanno portato ad un rapido accumulo di polifenoli che si attestavano già su valori ottimi attorno alla metà di settembre. La crescita non è stata esponenziale ma costante così da arrivare a maturazione tecnologica, ovvero al tenore di zuccheri ottimale, tra la fine del mese di settembre e l’inizio del mese di ottobre. Anche dal punto di vista delle acidità sia il Nebbiolo che il Barbera non hanno avuto quel calo tipico delle annate calde caratterizzate da un ciclo abbastanza breve. Questo effetto può essere dovuto al vigore vegetativo iniziale causato dalla dotazione idrica abbondante con la quale è iniziata l’estate e che ha consentito alle viti di sviluppare al meglio la fisiologia produttiva.
In conclusione possiamo affermare, anche sulla base dei dati messi in evidenza dall’attività di monitoraggio della maturazione delle uve, di essere di fronte ad un’ottima annata, con punte di eccellenza specialmente sui vini da medio lungo invecchiamento che presentano caratteristiche ideali per raggiungere obiettivi enologici importati.

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