La carne in provetta adesso è realtà. Per la prima volta negli Stati Uniti è stata autorizzata per il consumo umano. A darne notizia sono Coldiretti e Filiera Italia, dopo l’annuncio della Food & Drug Administration (Fda) di aver approvato un prodotto a base di carne ottenuto da cellule animali proposto dalla Upside Foods, azienda americana che produce pollo sintetico raccogliendo cellule da animali vivi che vengono moltiplicate in un bioreattore. Fondata nel 2015 come prima azienda al mondo di carne in provetta Upside Foods, con sede a Berkeley, ha raccolto fondi per 608 milioni di dollari. “Si tratta - sottolineano Coldiretti e Filiera Italia - della prima autorizzazione al consumo umano di cibi in provetta rilasciata dall’Autorità alimentare statunitense che rischia di aprire la strada a scenari preoccupanti”.
L’approvazione negli Stati Unti potrebbe aprire presto la strada, secondo Coldiretti e Filiera Italia, ai “cibi sintetici” nell’Unione Europea, dove già ad inizio 2023 potrebbero essere infatti introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue. Una preoccupante novità contro la quale si schiera il 75% degli italiani che non sarebbe disposto a portare a tavola questo prodotto, secondo gli ultimi dati del Crea (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi Economica).Coldiretti, Filiera Italia e Campagna Amica si sono schierate contro il cibo sintetico, è stata promossa una raccolta firme su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è arrivare ad una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia, dalla carne prodotta in laboratorio al latte senza mucche fino al pesce senza mari, laghi e fiumi. Secondo Coldiretti “per la “carne” da laboratorio la verità che non viene pubblicizzata è che non è carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato, non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché è nelle mani delle grandi multinazionali”. Il presidente Ettore Prandini ha aggiunto: “le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione”.
A promettere battaglia contro il cibo sintetico è anche Luigi Scordamaglia, consigliere delegato Filiera Italia: “tutta la filiera agroalimentare italiana dice no ai cibi sintetici. Contrasteremo insieme quelle poche multinazionali globali che pensano con i loro 25 miliardi di dollari investiti in disinformazione di distruggere il nostro lavoro distintivo e di qualità, mentendo sul danno fatto ad ambiente e consumatori”.
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