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ATTUALITÀ

Il Governo interviene su lavoro e reddito di cittadinanza. Le attese di agricoltura e ristorazione

Confagricoltura e Coldiretti: “bene il taglio del cuneo fiscale”. Federcuochi: “bene restrizioni di accesso al reddito di cittadinanza”
AGRICOLTURA, Coldiretti, CONFAGRICLTURA, FEDERCUOCHI, GOVERNO, LAVORO, RISTORAZIONE, Non Solo Vino
Il Governo riunito per il decreti sul Lavoro, il primo maggio (ph: Palazzo Chigi)

Agricoltura e ristorazione sono due tra i tanti settori in cui, in Italia, si fa fatica a trovare manodopera. Ed ora in molti sperano che gli interventi del Governo in materia sblocchino la situazione, con rifermento al decreto legge (quindi già operativo in attesa della sua conversione entro 60 giorni in Parlamento) “Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro”, che, di fatto, cambia il cosiddetto “reddito di cittadinanza” e riduce il cuneo fiscale per i redditi da lavoro dipendente fino a 35.000 euro lordi, e al “disegno di legge in materia di lavoro” (e, quindi, con tempi parlamentari molto più lunghi), approvati dal Consiglio dei Ministri, ieri, nella seduta del 1 maggio, festa del lavoro. Il primo, il decreto legge, come spiega una nota ufficiale di Palazzo Chigi, “interviene con misure volte a ridurre il cuneo fiscale, per la parte contributiva, nei confronti dei lavoratori dipendenti con redditi fino a 35.000 euro lordi annui; a contrastare la povertà e l’esclusione sociale, con particolare attenzione per le famiglie al cui interno siano presenti soggetti fragili, minori o anziani; a promuovere politiche attive del lavoro, con l’obiettivo di assicurare un’adeguata formazione a chi non ha un’occupazione ed è in grado di svolgere un’attività lavorativa e di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Si introducono poi interventi urgenti volti a rafforzare le regole di sicurezza sul lavoro e di tutela contro gli infortuni e si modifica la disciplina del contratto di lavoro a termine”.
Al capitolo “misure a sostegno dei lavoratori e per la riduzione della pressione fiscale”, il decreto “innalza, dal 2 al 6%, l’esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico dei lavoratori dipendenti per i periodi di paga dal 1 luglio al 31 dicembre 2023 (con esclusione della tredicesima mensilità). L’esenzione è innalzata al 7% se la retribuzione imponibile non eccede l’importo mensile di 1.923 euro. Si conferma l’incremento della soglia dei fringe benefit a 3.000 euro per il 2023, esclusivamente per i lavoratori dipendenti con figli a carico. Si prevede una estensione ai genitori vedovi della maggiorazione dell’assegno unico prevista per i nuclei familiari in cui entrambi i genitori siano occupati”.
Ci sono poi le “misure di inclusione sociale e lavorativa, di accompagnamento al lavoro e di incentivazione dell’occupazione giovanile”, ovvero la riforma del “reddito di cittadinanza”.
“Dal 1 gennaio 2024, si introduce una misura nazionale di contrasto alla povertà, che consiste in una integrazione al reddito in favore dei nuclei familiari che comprendano una persona con disabilità, un minorenne o un ultra-sessantenne e che siano in possesso di determinati requisiti, relativi alla cittadinanza o all’autorizzazione al soggiorno del richiedente, alla durata della residenza in Italia e alle condizioni economiche. Il beneficio mensile, di importo non inferiore a 480 euro all’anno esenti dall’Irpef, sarà erogato dall’Inps attraverso uno strumento di pagamento elettronico, per un periodo massimo di 18 mesi continuativi, con la possibilità di un rinnovo per ulteriori 12 mesi. Il nucleo beneficiario sarà tenuto a sottoscrivere un patto di attivazione digitale e a presentarsi, con cadenza trimestrale, presso i patronati o i servizi sociali e i centri per l’impiego, al fine di aggiornare la propria posizione. Per i soggetti occupabili, cioè coloro che hanno una età compresa tra i 18 e i 59 anni e non rientrano tra le categorie individuate come “fragili”, è prevista la decadenza dal beneficio nel caso di rifiuto di una offerta di lavoro a tempo pieno o parziale, non inferiore al 60% dell’orario a tempo pieno e con una retribuzione non inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi e che sia, alternativamente: a tempo indeterminato, su tutto il territorio nazionale; a tempo determinato, anche in somministrazione, se il luogo di lavoro non dista oltre 80 km dal domicilio”.
Per evitare il godimento irregolare del beneficio, sono previsti un adeguato regime sanzionatorio e una specifica attività di vigilanza da parte del personale ispettivo dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl), dell’Inps, della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, spiega il Governo. Inoltre, i datori di lavoro privati che intendano assumere i beneficiari potranno fruire, a determinate condizioni, di incentivi nella forma di un esonero contributivo previdenziale. Ai patronati, alle associazioni senza fini di lucro e agli altri enti di mediazione sarà riconosciuto, per ogni persona con disabilità assunta a seguito dell’attività da loro svolta, un contributo compreso tra il 60 e l’80% di quello riconosciuto ai datori di lavori. Ancora, spiega Palazzo Chigi, “ai soggetti di età compresa fra i 18 e 59 anni in condizioni di povertà assoluta, facenti parte di nuclei familiari privi dei requisiti per accedere al sostegno al reddito e ai componenti di nuclei che invece lo percepiscono e che non siano calcolati nella scala di equivalenza, è riconosciuto un diverso contributo, volto a sostenere il percorso di inserimento lavorativo, anche attraverso la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive. Tra tali misure rientra anche il servizio civile universale, per accedere al quale sono previste deroghe ai limiti di età e quote di riserva nei relativi bandi. Al fine di beneficiare dello strumento, i soggetti interessati dovranno registrarsi su una piattaforma informatica nazionale, rilasciare una dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, rispondere a determinati requisiti e sottoscrivere un patto di servizio personalizzato, a seguito del quale potranno ricevere offerte di lavoro o essere inseriti in specifici progetti di formazione. Durante la partecipazione ai programmi formativi, per un massimo di dodici mensilità, gli interessati riceveranno un beneficio economico pari a 350 euro mensili. Inoltre, per favorire l’occupazione giovanile sono previsti incentivi pari al 60% della retribuzione per un periodo di 12 mesi, a favore dei datori di lavoro che assumono giovani sotto i trenta anni di età, non inseriti in programmi formativi e registrati nel PON “Iniziativa Occupazione Giovani”. L’incentivo è cumulabile con l’esonero contributivo nella misura del 100%, per un periodo massimo di trentasei mesi, e con altri incentivi previsti dalla legislazione vigente”.
Ma, ancora, sono previste modifiche alla disciplina del contratto di lavoro a termine (cosiddetto “tempo determinato”), variando le causali che possono essere indicate nei contratti di durata compresa tra i 12 e i 24 mesi (comprese le proroghe e i rinnovi), per consentire un uso più flessibile di tale tipologia contrattuale, mantenendo comunque fermo il rispetto della direttiva europea sulla prevenzione degli abusi. Pertanto, i contratti potranno avere durata superiore ai 12 mesi, ma non eccedente i 24 mesi, nei casi previsti dai contratti collettivi; per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, individuate dalle parti, in caso di mancato esercizio da parte della contrattazione collettiva, e in ogni caso entro il termine del 31 dicembre 2024; per sostituire altri lavoratori.
Inoltre, è previsto il “rafforzamento delle regole di sicurezza sul lavoro, di tutela contro gli infortuni e dei controlli ispettivi”. “Si istituisce, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, un Fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative. Si prevedono, tra l’altro: l’obbligo per i datori di lavoro di nominare il medico competente se richiesto dalla valutazione dei rischi; l’estensione ai lavoratori autonomi di alcune misure di tutela previste nei cantieri; l’obbligo di formazione specifica in capo al datore di lavoro nel caso di utilizzo di attrezzature di lavoro per attività professionali e conseguenti sanzioni in caso di inosservanza. Si introducono, inoltre, disposizioni in materia di condivisione dei dati per il rafforzamento della programmazione dell’attività ispettiva e di vigilanza nella Regione siciliana e nelle province autonome di Trento e di Bolzano”.
Articolato anche il “disegno di legge in materia di lavoro”, approvato dal Consiglio dei Ministri. Che prevede, tra le altre cose, un contributo per le assunzioni di persone con disabilità. “La disposizione prevede il riconoscimento per enti e organizzazioni di un contributo per ogni persona con disabilità assunta a tempo indeterminato tra il 1 agosto 2022 ed il 31 dicembre 2023”. Ma sono proposte anche modifiche in materia di somministrazione di lavoro. In particolare, segnala il Governo, “si eliminano i limiti percentuali relativi alle assunzioni con il contratto di apprendistato in regime di somministrazione e quelli quantitativi in caso di somministrazione a tempo indeterminato di specifiche categorie di lavoratori (lavoratori in mobilità, soggetti disoccupati non del settore agricolo). L’esenzione dal rispetto dei limiti quantitativi nell’utilizzo di personale in somministrazione, già prevista per altre fattispecie, si estende al caso in cui tale personale sia assunto dal somministratore con rapporto di lavoro a tempo indeterminato”. Sul fronte della “sospensione della prestazione di cassa integrazione”, si estende ai rapporti di lavoro di durata pari o inferiore a sei mesi la disciplina già prevista per quelli di durata superiore, che prevede che il lavoratore non abbia diritto all’integrazione soltanto per le giornate di lavoro effettuate. Ma, ancora, “si puntualizza la tempistica della durata del periodo di prova nel rapporto di lavoro a tempo determinato, fissandola in un giorno di effettiva prestazione per ogni quindici giorni di calendario, e si precisa che in ogni caso tale periodo non può essere inferiore a due giorni. Ancora, “si rafforzano gli Ambiti territoriali sociali (Ats) mediante il finanziamento dell’incremento delle capacità operative dei servizi sociali comunali svolti in forma singola o associata dai comuni delle regioni a statuto ordinario per le funzioni di programmazione, coordinamento, realizzazione e gestione degli interventi, dei servizi e delle attività anche utili al raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps). Si consentono le assunzioni a tempo indeterminato di personale, anche amministrativo, per le funzioni utili al raggiungimento dei Leps, in deroga ai vincoli di contenimento della spesa di personale. Previsto anche il potenziamento dell’attività di accertamento di elusioni e violazioni in ambito contributivo e della riscossione degli importi omessi e promozione dell’adempimento spontaneo degli obblighi contributivi. Si potenzia la capacità di controllo e verifica dell’Inps, consentendo all’ente accertamenti d’ufficio mediante la consultazione di banche dati non solo dell’Istituto, ma anche di altre pubbliche amministrazioni. Si prevede, inoltre, che gli uffici dell’Ente possano invitare i contribuenti a comparire di persona o mediante rappresentanti per fornire dati ed elementi informativi. Qualora il contribuente effettui il pagamento integrale entro quaranta giorni dal ricevimento dell’accertamento, le sanzioni civili sono ridotte nella misura del 50%. Entro tale termine il contribuente può inoltrare domanda di dilazione. L’Inps - spiega ancora il Governo - può trasmettere al contribuente la comunicazione di eventuali anomalie affinché quest’ultimo provveda alla correzione. Il contribuente ha un termine di novanta giorni dalla notifica della comunicazione per segnalare eventuali elementi, fatti o circostanze per confutare quanto comunicato. Il contribuente che provveda alla regolarizzazione delle anomalie ed effettui entro trenta giorni il versamento dei contributi è ammesso al pagamento della sanzione civile in misura annua pari al 2,75% dell’importo della contribuzione dovuta ed in caso di pagamento in forma dilazionata, la riduzione della sanzione è subordinata al versamento della prima rata. Sono previste specifiche disposizioni per l’omesso o tardivo versamento di una delle successive rate e per i casi di assenza di segnalazioni o di regolarizzazione da parte del contribuente”. Ancora, è previsto il pagamento dilazionato dei debiti contributivi, aumentando il numero di rate, previste per il pagamento dei premi, passando dagli attuali 24 a 60 mesi. E viene ricostituito il Fondo nazionale per le Politiche Migratorie: “si prevede l’incremento, per l’anno 2023, di un importo pari a euro 2.427.740 per il Fondo nazionale per le politiche migratorie, istituito presso la Presidenza del Consiglio”. Ancora, si legge nel testo, si modifica la disciplina della ricongiunzione ai fini previdenziali dei periodi assicurativi, allineando il rendimento previsto a quello offerto dal sistema contributivo, pari alla media quinquennale del tasso di crescita del Pil. Il testo prevede, infine, norme relative all’istituzione del Sistema informativo per la lotta al caporalato in agricoltura; l’uniformazione dei tempi di presentazione delle domande di accesso ad Ape sociale e di pensionamento anticipato con requisito contributivo ridotto; modifiche al Codice del terzo settore per consentire la partecipazione a distanza alle assemblee; modifiche relative ai fondi di solidarietà bilaterali.
“In una fase di riduzione dei consumi dovuta all’inflazione valutiamo positivamente il nuovo intervento del Governo sul cuneo fiscale - ha detto Confagricoltura - che ci auguriamo diventi presto strutturale. Il percorso imboccato è quello giusto, ora occorre accelerare ancora per alleggerire finalmente il costo datoriale del lavoro agricolo, che resta tra i più alti d’Europa, riducendo le aliquote contributive delle imprese per sostenere, oltre ai consumi, anche la competitività del settore primario”. In in attesa della pubblicazione del decreto-legge sulle misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro, secondo l’organizzazione guidata da Massimiliano Giansanti, è “positiva anche la semplificazione apportata nelle comunicazioni da dare al lavoratore all’atto dell’assunzione, che potranno ora essere fornite dal datore di lavoro rinviando alla contrattazione collettiva, come peraltro richiesto da Confagricoltura. L’auspicio è che si consideri l’importanza del fattore umano per le aziende agricole. E, soprattutto in questa fase in cui viene richiesto un grande sforzo produttivo, impegnarsi anche sul contenimento del costo degli oneri sociali sarebbe fondamentale per favorire lo sviluppo del settore e promuovere la stabilizzazione degli occupati in agricoltura. l’agricoltura - ricorda Confagricoltura - con un milione di dipendenti, senza contare l’indotto, i lavoratori autonomi, coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli, rappresenta un pilastro dell’economia nazionale, nonostante le difficoltà causate dell’aumento dei costi di produzione”.
Il taglio del cuneo fiscale è importante per aiutare le famiglie in crescente difficoltà e per sostenere i consumi con un circolo virtuoso che sostenga la ripresa del Paese, in una situazione in cui gli italiani hanno addirittura tagliato del 4,7% le quantità di prodotti alimentari acquistate nel primo bimestre del 2023”, ha detto, dal canto suo, il presidente Coldiretti Ettore Prandini, nel commentare il disegno di legge sul lavoro approvato dal Consiglio dei Ministri. “Come abbiamo chiesto da tempo, in questo momento storico particolare è necessario sostenere le famiglie e i consumi interni - sottolinea Prandini - e in tale ottica risulta fondamentale il taglio del cuneo fiscale per garantire una maggiore capacità di spesa soprattutto per i beni di prima necessità. È necessario quindi trovare risorse affinché tali misure non siano spot ma diventino strutturali”.
“Riteniamo le restrizioni introdotte dall’attuale Governo per l’accesso al Reddito di Cittadinanza una misura condivisibile. Auspichiamo che si dia seguito anche alla proposta di un sussidio ai disoccupati che consenta loro di seguire corsi di formazione professionale, così da incrementare significativamente le possibilità di ottenere un lavoro”, è invece il commento di Federazione Italiana Cuochi, con un post su Facebook.

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