
I giardini sono da sempre un elemento tanto culturale quanto identitario, ci appartengono e ci contraddistinguono. E la Sicilia è un giardino, per il clima mite che ha la fortuna di vivere. Sin dai tempi di Federico II di Svevia, è stata riferimento culturale per l’Europa, l’essenza più autentica del Mediterraneo, e un baricentro per il Medio Oriente ed il continente tutto. “Lo sviluppo dell’Europa parte dallo sviluppo del Meridione, per questo è necessario che le istituzioni operino nel macro e nel micro livello per fornire un sostegno concreto in concerto con una maggiore coscienza ambientale e civile. Il Mediterraneo è un unicum, è stato, e continua a essere, la culla della cultura per via della concomitanza di tradizioni diverse e di una ricchissima biodiversità”. Parole di Mario Faro, alla guida con il fratello Michele, di Piante Faro, il vivaio, che raccoglie 800 specie e oltre 5.000 varietà e rappresenta una delle realtà più innovative e dinamiche di Sicilia, grazie all’attività portata avanti da oltre 50 anni dal padre Venerando Faro, creatore del Parco Radicepura a Giarre, oltre 5 ettari ai piedi dell’Etna sono sono custodite più di 3.000 specie vegetali per un totale di 7.000 varietà di piante. Lo racconta nel volume “Giardino delle Piante. Radicepura Garden Festival” che indaga il giardino contemporaneo quale monito culturale a tutela della natura e della biodiversità dei territori, espressione di sostenibilità sotto ogni aspetto, con il significativo contributo del paesaggista e architetto Paolo Pejrone che nel Parco ha realizzato “Vento e Acqua” (e che WineNews ha intervistato, in passato, sul ruolo della vite nel paesaggio italiano).
Mario Faro che è anche dg del “Radicepura Garden Festival”, la Biennale del Paesaggio Mediterraneo (all’edizione n. 5, fino al 7 dicembre), nata nel 2017 per valorizzare la cultura del paesaggio e riportare in auge i valori, i benefici e l’importanza di vivere en plein air, di rispettare la natura e l’ambiente in cui viviamo, celebrando il giardino, non solo nella sua valenza estetico-culturale, ma anche per il suo ruolo di luogo ideale per fermare lo sguardo sulle bellezze, in questo caso, della regione siciliana, unendo natura, arte e cultura enogastronomica, elementi costituitivi di un territorio straordinario.
Un Festival che oggi rappresenta un’occasione, unica nel suo genere, di pratica concreta del paesaggio mediterraneo - con i progetti opera di giovani paesaggisti under36, selezionati da un
concorso internazionale, e ispirati al tema scelto in ciascuna edizione - e significative sono le numerose testimonianze che, edizione dopo edizione, paesaggisti di fama internazionale lasciano nel Parco, dando vita ad una vera e propria collezione d’autore che al momento vanta contributi dei più grandi paesaggisti, da François Abéllanet a James Basson, da Paolo Pejrone a Michael Péna, da Andy Sturgeon a Kamelia Bin Zaal e Antonio Perazzi, direttore artistico della Biennale.
Che spiega come il “Giardino delle Piante. Radicepura Garden Festival” (edizione illustrata Libreria della Natura, marzo 2025, pp. 304, prezzo di copertina 40 euro) sia un invito a riflettere sull’estetica dei giardini moderni, oltre che sull’etica del ritrovato interesse per le piante. Come è cambiato il ruolo delle piante nei giardini? Come è cambiato il catalogo delle piante a disposizione dei progettisti (con una vera e propria “chicca” nel volume: l’elenco delle piante utilizzate e presenti nel parco botanico, tra cespugli, fiori, alberi, palme rare, piante medicinali e aromatiche, con focus sull’impiego e le caratteristiche botaniche, ndr)? Ci sono nuovi criteri di selezione? Quanto peso ha il giardiniere nell’ideazione dei nuovi giardini? Esistono giardini a bassa manutenzione? Tutti questi interrogativi sono stati lo spunto per i giardini temporanei realizzati a Radicepura, progetti che hanno avuto il tempo necessario per confrontarsi con il clima particolare del Mediterraneo, dove fertilità e aridità convivono nello stesso ambiente e la creatività e la cultura sono di casa.
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