Minor peso significa minor vetro utilizzato e perciò minor costi energetici per produrlo. Ma anche risparmio economico, e non solo. Un tema, quello del packaging sostenibile e leggero, sempre più centrale nel mondo del vino, con molte cantine che ci investono. Come, per esempio, Elena Walch, una delle cantine più iconiche dell’Alto Adige, guidata da Elena Walch, insieme alle figlie Julia e Karoline Walch, che ha presentato la nuova bottiglia leggera per la sua “Linea Selezione”, in formato borgognotta, disponibile per i vini dall’annata 2024 e che pesa 395 grammi, il 21% in meno sul peso iniziale di 500 grammi. Con un primo risultato stimato che è l’abbattimento annuale di 64 tonnellate di Co2, lungo le diverse fasi della filiera.
“Un passo concreto che testimonia il nostro impegno costante nella riduzione dell’impronta di Co2 e nel pieno rispetto dell’ambiente”, ha spiegato Karoline Walch. Un progetto non banale, visto che “la ricerca di una bottiglia sempre più leggera nasce da un’analisi approfondita delle emissioni di Co2, realizzata nel 2022 dall’Ökoinstitut Alto Adige. Il bilancio di Co2 ha rivelato che una parte significativa delle emissioni derivi dalla produzione e dal trasporto delle bottiglie, in particolare dalle emissioni Scope-3, che costituiscono il 53% delle emissioni complessive della cantina. Questa consapevolezza ha spinto l’azienda a cercare soluzioni concrete per ridurre l’impatto ambientale, portando alla creazione di bottiglie premium più leggere, perfette per i vini Selezione”, spiega la cantina.
Ma in che maniera il minor peso di una bottiglia di vino influisce positivamente sul clima? Ci sono più ragioni. “La prima questione riguarda il risparmio energetico: meno vetro da lavorare, vuol dire meno energia consumata - spiega, a WineNews, Andrea Borghi, presidente VetroLab, la vetreria che produce la bottiglia (una delle più leggere al mondo, ndr), e tra le più importanti nel Nord Italia, per il vino e non solo - poi c’è il tema del trasporto. Caricare su un camion 35-40.000 bottiglie poco pesanti, permette di portarne di più, ma facendo meno viaggi inquinanti. E lo stesso concetto vale quando si vanno a riempire i container sulle navi nei casi di export via mare”.
Il tema del packaging leggero nel mondo del vino non è una novità: a febbraio 2025, la Slow Wine Fair by Slow Food/BolognaFiere, a Bologna, per esempio, ha messo questo argomento al centro della fiera, anche promuovendo una vera e propria Call-to-Action rivolta a tutti gli attori della filiera. Secondo una stima, il vetro impatta dal 30% al 70% nell’impronta carbonica della filiera del vino. Ma non se è riciclato: “fino a qualche anno fa la percentuale di vetro riciclato era molto più bassa - racconta Borghi - oggi c’è più attenzione e competenza nella selezione del rottame per fare sì che se ne recuperi di più. Ci sono bottiglie di vino che all’80% sono realizzate con vetro riciclato a loro volta da altre bottiglie di vino. Una percentuale che andrà a crescere: anche perché il vetro riciclato, in un forno, fonde a un’energia inferiore rispetto a quella che occorre per combinare tutte le materie prime (sabbia, carbonati). Di nuovo, c’è un’ottimizzazione dei costi”. E non ci sono solo ragioni produttive, ma anche commerciali: “alcuni Paesi - ricorda Borghi - applicano le tassazioni in base al peso del contenitore: per esempio, in Canada, le bottiglie più pesanti hanno una tassa più alta rispetto a quelle più leggere”.
Un percorso, quello dell’alleggerimento del packaging, che ovviamente è parte di una strategia organica da parte delle tante aziende sensibili al tema della sostenibilità, come la stessa Elena Walch da sempre attenta alle tematiche legate all’ambiente, e alla quale nel 2024 è stata riconosciuta la Certificazione Viva, che il Ministero dell’Ambiente riconosce alle imprese vinicole che adottano pratiche eco-compatibili, rispettano il territorio e contribuiscono alla qualità del vino italiano. Negli anni, infatti, l’azienda altoatesina ha adottato diverse pratiche sostenibili come l’efficienza energetica in cantina, l’utilizzo di energie rinnovabili e la gestione responsabile delle risorse idriche e del suolo.
Buone pratiche replicate anche da altri, con sempre più cantine che guardano a packaging e bottiglie più leggere. Fatto salvo il mondo delle bollicine, che hanno bisogno di pressioni diverse e perciò di contenitori più pesanti. “Moltissimi miei clienti negli ultimi anni hanno alleggerito le loro bottiglie - dice ancora il presidente Vetrolab, Borghi - c’è chi è passato da 650 a 450 grammi, qualcuno è arrivato anche a 360 grammi. La tendenza ormai è incontrovertibile”. Ma non ovunque e non in tutti i mercati, per esempio in Asia, “dove ancora la bottiglia pesante è sinonimo di qualità - racconta - se pesa 1 kg, allora vuol dire che il vino è buono. Ma chiaramente non è così, è solo una loro questione culturale. In Europa abbiamo una consapevolezza diversa e sappiamo separare il contenuto dal contenitore”.
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