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Estate 2025: dall’aperitivo dopo il lavoro alla gita fuori porta, le 10 attività più amate

Vincono le esperienze che “ci stanno”, ovvero che si incastrano perfettamente tra doveri ed evasione, secondo il sondaggio Sanbittér
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Tra le attività più amate dell’estate c’è l’aperitivo, secondo il sondaggio Sanbittér

Al primo posto c’è la serata a casa con gli amici (67%), seguita dall’aperitivo dopo il lavoro (65%) e dalla gita fuori porta (62%). Ma anche un giorno di ferie (60%), iniziare una nuova serie tv (58%) o concedersi un pomeriggio di shopping (54%); o magari la pausa caffè con i colleghi (56%) e una serata speciale con il proprio partner (55%). Sono i risultati di un sondaggio condotto da Sanbittér su oltre 1.200 persone, da cui emergono le 10 attività più amate dagli italiani per l’estate 2025, quelle che “ci stanno”, ovvero che s’incastrano perfettamente tra lavoro, famiglia e voglia di evasione.
L’indagine, realizzata con metodologia Swoa (Social Web Opinion Analysis) su un campione di 1.200 italiani, ha cercato di analizzare le attività “ci stanno”, facendo leva sull’espressione di positività e inclusione che si sta affermando sempre di più nel linguaggio comune. Con l’arrivo della bella stagione si inizia a fare spazio nel calendario e nella mente per il relax, il divertimento e la condivisione.
Ma cosa scelgono di fare gli italiani quando vogliono staccare la spina? Il “ci sta” è diventato una risposta naturale nella comunicazione quotidiana, ma lo è ancora di più quando si parla di piccoli piaceri da condividere. Il sondaggio ha evidenziato che è proprio nelle esperienze semplici e informali che questa espressione trova il suo significato più autentico: per il 67% organizzare una serata con gli amici, mentre il 65% accettare un aperitivo improvvisato dopo il lavoro; persino una gita fuori porta (62%) o un giorno di ferie (60%) diventano occasioni perfette per dire “ci sta”, così come iniziare una nuova serie tv (58%) o concedersi un pomeriggio di shopping (54%); ma non solo, anche la pausa caffè con i colleghi (56%) e una serata speciale con il proprio partner (55%) hanno raccolto molti pareri positivi; chiudono la classifica due attività che hanno ricevuto apprezzamento da meno di una persona su due, ovvero una corsetta al parco (49%) e andare a vedere una mostra (46%).
L’indagine ha poi voluto indagare in quali circostanze si utilizza più spesso l’espressione “ci sta”: c’è chi lo dice mentre organizza un aperitivo (52%), chi lo scrive in chat (65%), chi lo pronuncia al ristorante (59%) o lo sussurra con un sorriso durante lo shopping (54%); c’è chi poi lo usa al lavoro (44%) o all’università (53%), e chi lo evita solo in contesti più formali come un colloquio (66%) o un incontro con persone appena conosciute (58%). “Ci sta” è molto più di un semplice modo di dire: è un’espressione che attraversa le generazioni, da Gen Z e Millennial fino agli adulti under 50, trasformandosi in un vero e proprio codice relazionale condiviso. Lo studio ha rivelato come il “ci sta” sia oggi il nuovo “ok” per un italiano su 4, subito dopo il più classico “sì” (27%). “Ci sta” è molto più che un’abitudine linguistica, come afferma la linguista Deborah Tannen nel saggio “Talking Voices”: il linguaggio non è solo un mezzo per trasmettere informazioni, ma uno strumento per costruire relazioni e riflettere i valori condivisi di una comunità. Ed è proprio il caso di questa espressione, che si è radicata nei modi di dire quotidiani grazie alla sua capacità di comunicare senza rigidità, diventando una sorta di “sì relazionale”.

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