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VINO E BELLEZZA

Ancora una cantina d’autore in terra bolgherese: al via il progetto “Padiglione Sapaio”

Un nuovo spazio per la cantina di Massimo Piccin, su progetto dello studio Alvisi Kirimoto, con un investimento da diversi milioni di euro

Neanche il tempo di celebrare l’apertura della nuova Tenuta Meraviglia, nella Cava di Cariola, dell’imprenditore argentino Alejandro Bulgheroni, che l’areale di Bolgheri è già pronto ad accogliere ancora una cantina d’autore. È quella di Podere Sapaio, dell’imprenditore veneto Massimo Piccin, che con un investimento di diversi milioni di euro, ha dato il via ai lavori per la nuova cantina progettata dallo studio di architettura Alvisi Kirimoto, fondato da Massimo Alvisi e Junko Kirimoto, che sorgerà tra i filari di Bibbona, a pochi chilometri dalla costa livornese, con l’inaugurazione prevista entro il 2027.
Concepita come un’architettura immersiva, in profonda armonia con il territorio, la nuova cantina, spiega l’azienda, sarà interamente dedicata alla produzione di Sapaio, etichetta iconica e punta di diamante dell’azienda. Un progetto che rappresenta un passaggio chiave nell’evoluzione di Podere Sapaio, rafforzando l’identità contemporanea del marchio.
“Sapaio è giunto a un momento della sua evoluzione in cui sentivo il bisogno di uno spazio capace non solo di accogliere il vino, ma anche di raccontarne l’essenza”, afferma Massimo Piccin, fondatore Podere Sapaio. Che aggiunge: “ho immaginato una cantina in grado di dialogare con il paesaggio e con la nostra idea di agricoltura, che è fatta di rispetto, ascolto e consapevolezza. La produzione di Sapaio porta con sé il segno di un’artigianalità che sfiora l’arte: un gesto radicato nella terra, ma capace di elevarsi e comunicare con autenticità”.
Firmato dallo studio Alvisi Kirimoto (già autore della Bulgari Winery a Palazzone, a San Casciano dei Bagni, sempre in Toscana), “il progetto prende il nome di Padiglione Sapaio: un’architettura dedicata non solo alla vinificazione, ma anche alla degustazione e alla celebrazione del territorio, in linea con la filosofia dell’azienda, da sempre orientata all’ascolto del paesaggio e alla sua valorizzazione. Ogni elemento naturale - la terra, la luce, il cielo, l’ombra - si intreccia con l’architettura, diventando parte integrante della sua identità. Il Padiglione è stato pensato come un organismo aperto, poroso, attraversabile, capace di entrare in relazione con il contesto e con il ritmo lento della natura”, spiega ancora Sapaio. Che sottolinea come “il nuovo edificio, di oltre 1.000 metri quadrati, non sarà un oggetto da esibire, ma un luogo vivo in cui il vino possa raccontarsi nella sua forma più autentica. Il piano superiore ospiterà una terrazza panoramica affacciata sui vigneti, pensata come spazio di degustazione e contemplazione del paesaggio. Al livello inferiore troveranno posto tinaia e barricaia, integrate nel terreno, in diretto contatto con la terra, a testimonianza di una continuità tra materia, gesto agricolo e architettura”.
“Con il Padiglione Sapaio abbiamo voluto tracciare un segno fondativo sospeso nel paesaggio, rispettandone però l’identità profonda e lasciandoci guidare dalle sue caratteristiche naturali e culturali. Non un oggetto isolato, ma un luogo permeabile, dove l’architettura accoglie le luci, i suoni e i ritmi della campagna, trasformandoli in materia del costruire”, spiega l’architetto Massimo Alvisi, co-fondatore dello studio.
“Questo nuovo spazio, insieme casa e orizzonte, racconterà Sapaio con ancora maggiore coerenza, custodendo il silenzio della produzione e mettendo in scena l’essenza di un vino che è ricerca, ascolto, gesto agricolo e visione”, conclude l’azienda.

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