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SCENARI

A maggio 2025 l’export del vino Usa in Canada crolla del 97,2%. Un’opportunità per l’Italia?

L’annuncio dei dazi voluti da Trump sta cambiando il mercato. Quello degli alcolici, per Iwsr, nel 2024, è sceso in volume dell’1% a livello mondiale
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Crollano le esportazioni di vino Usa in Canada

Il “fardello” dei dazi Usa che ha colpito anche il vino rappresenta sicuramente un duro colpo per il mondo produttivo, specie in Italia dove nel 2024 negli States, di gran lunga il primo mercato, le spedizioni di vino italiano hanno raggiunto la quota in valore di 1,9 miliardi di euro. Dazi che arrivano in un 2025 complicato per gli alcolici, dopo che, secondo Iwsr, leader mondiale nei dati e nelle informazioni sulle bevande alcoliche, nel 2024 si è registrato un calo dell’1% in volume, condizionato da due mercati fondamentali come quello degli Stati Uniti (-3%) e della Cina (-5%). Tutte le principali categorie hanno registrato cali in Cina, mentre negli Stati Uniti, solo i ready-to-drink hanno invertito la tendenza negativa con una performance stabile. Nel complesso, le tendenze in entrambi i mercati rimangono difficili, secondo l’Iwsr, afflitti dall’incertezza politica ed economica negli Stati Uniti, mentre la Cina deve far fronte alle sfide legate alla crisi immobiliare del Paese, all’indebolimento della crescita economica e al rapido invecchiamento della popolazione. E se negli Usa, secondo Iwsr, le possibilità di crescita, con previsione fino al 2034, non sembrano abbracciare il vino, ma piuttosto birra analcolica (+23% nel 2024), cocktail, long drink e whisky statunitense, in Cina si prevede che il mercato vinicolo si contrarrà a un tasso aggregato del -2% annuo tra il 2024 e il 2029, ma anche che le fasce di prezzo premium e super-premium si espanderanno, rispettivamente, del +1% e del +3%, trainate dal crescente interesse per i vini locali di qualità superiore, in particolare della regione di Ningxia.
La sfida per il mondo produttivo, quindi, è anche quella di guardare con più insistenza ad altri mercati anche se, per vari motivi, gli Usa sono insostituibili. In particolare c’è un mercato che mostra buone potenzialità ed è quello del Canada. Qui, infatti, i consumatori, spiega l’Iwsr, stanno voltando le spalle ai prodotti statunitensi a causa delle turbolenze politiche ed economiche scatenate dagli annunci sui dazi del Presidente Trump e ciò potrebbe aprire nuove opportunità per i proprietari di marchi nazionali e per le importazioni non statunitensi. Secondo la ricerca sui consumatori dell’Iwsr, Bevtrac, condotta a maggio 2025 tra gli adulti Lda (in età legale per bere, ndr), in Canada, il 69% ha affermato di aver smesso di acquistare prodotti alcolici dagli Stati Uniti, mentre il 67% ha affermato che è molto improbabile che lo farà in futuro. Le previsioni dell’Iwsr indicano che i volumi di vino statunitense in Canada diminuiranno dell’82% nel 2025, per poi riprendersi gradualmente. Nel frattempo, si prevede che i volumi di alcolici statunitensi, cresciuti del 4% nel 2024, subiranno un calo dell’81% quest’anno. Al contrario, la stima per i volumi di vino locale parla di una crescita del 9% nel 2025, per quelli degli alcolici canadesi del 6%. Il crollo delle importazioni è testimoniato anche dal dato pubblicato dall’American Association of Wine Economists (Aawe) che mostra come le esportazioni di vino dagli Stati Uniti verso il Canada hanno continuato la loro forte discesa. Dopo un calo annuo del 93,2% ad aprile 2025, il valore di maggio è sceso del 97,2%, attestandosi a 0,96 milioni di dollari, in calo rispetto ai 34,30 milioni di dollari di maggio 2024.
Come ricordava uno studio che abbiamo riportato su WineNews, nel 2024 il Canada era stato il più grande mercato nazionale per le esportazioni statunitensi di vino confezionato, raggiungendo i 423 milioni di dollari. Il valore al dettaglio di queste importazioni, il 95% delle quali proviene dalla California, è stato stimato a oltre 1 miliardo di dollari. Cifre che, pur recenti, appartengono ormai ad un altro mondo e ad un’altra era. E questo “vuoto” lasciato dal vino americano, può essere colmato non solo dal vino canadese, su cui c’è un grande interesse, ma anche da quello proveniente da altri Paesi, Italia compresa (il Canada nel 2024 ha generato per il vino italiano 447,8 milioni di euro di importazioni, +15,3% sul 2023 secondo i dati Istat che abbiamo analizzato), nonostante la concorrenza australiana e francese. Non a caso, sempre secondo i dati Istat relativi all’export nel primo quadrimestre 2025, le esportazioni di vino italiano verso il Canada sono aumentate, raggiungendo un valore complessivo di 125,5 milioni di euro e una crescita del +8,4% sullo stesso periodo 2024.
“È troppo presto per dire in che misura questo sentiment si tradurrà nel comportamento dei consumatori dopo l’annuncio dei dazi”, ha affermato Richard Halstead, Chief Operating Officer Consumer Insights Iwsr, aggiungendo come “tuttavia, si prevede che il sentiment negativo dei consumatori nei confronti dei prodotti statunitensi persisterà almeno fino alle elezioni statunitensi del 2028, con whisky e vino americani maggiormente colpiti”.
Per il mercato del vino, in generale, comunque, segnali confortanti arrivano anche dalla Spagna, terzo produttore al mondo. Qui, spiega Iwsr, si prevede che i volumi di vino fermo cresceranno del +1% annuo tra il 2024 e il 2029, dopo aver registrato una crescita del +3% nel 2024. La crescita per il vino bianco è stata ancora più marcata lo scorso anno, con volumi in aumento del +5%. “Il vino bianco - ha spiegato Emily Neill, Chief Operating Officer Research Iwsr - continuerà a guidare lo sviluppo complessivo della categoria in futuro, poiché attrae nuovi consumatori e si adatta a una gamma più ampia di occasioni. Gli investimenti nelle regioni e nelle uve produttrici di vino bianco stanno già raggiungendo livelli senza precedenti”.

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