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LA CURIOSITÀ

Italia-Romania, un legame culturale e gastronomico, che si celebra anche con il vino

L’omaggio ad un Paese tra i maggiori produttori mondiali, voluto dall’Ambasciatore di Romania presso la Santa Sede, George Gabriel Bologan
CIBO, GEORGE GABRIEL BOLOGAN, ITALIA, ROMANIA, vino, Italia
I vigneti Avincis, tra le più importanti cantine di Romania (ph: Avincis)

Con oltre 187.193 ettari di vigna ed una produzione di vino superiore ai 3,6 milioni di ettolitri nel 2024 (dati Oiv - Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino), la Romania è l’ottavo vigneto più esteso del mondo, ed il dodicesimo Paese per volumi di produzione. Una enclave vitivinicola nel cuore dell’Europa, dove la viticoltura, come spesso accade, è cosa antica. Ed è oggi diffusa in tutte le regioni del Paese, dalla Transilvania a Dobrogea, da Montenia ad Oltenia, da Banat alla Moldova, a Crisana e Maramures, con una varietà di Dop e Igp prodotte da oltre 500 cantine attive, legate a vitigni autoctoni ed internazionali come Fetească Albă, Fetească Regală, Riesling, Aligoté, Sauvignon, Muscat, Pinot Gris, Chardonnay, Tămâioasă Românească, Grasă de Cotnari, Galbenă de Odobești, ma anche Merlot, Cabernet Sauvignon, Băbească Neagră, Fetească Neagră e Pinot Noir, tra le varietà più diffuse.
Un Paese, la Romania, legatissimo all’Italia, tanto che, secondo i dati dello Cnel (Consiglio Nazionale Economia e Lavoro) relativi al 2023, tra gli stranieri residenti in Italia, i rumeni sono il gruppo più numeroso, con oltre 1 milione di persone. Un Paese di cui non si parla molto, ma che negli anni ha dato i natali a tante personalità di spicco del mondo della cultura e non solo, dal filosofo e poeta Mihai Eminescu, considerato il poeta nazionale, a George Enescu, il più grande compositore romeno, dal drammaturgo Eugène Ionesco, considerato tra i fondatori del movimento del “Teatro dell’Assurdo” (insieme a nomi come Samuel Beckett e Jean Tardieu), a Constantin Brancusi, ritenuto uno dei più grandi scultori del Novecento, da Elie Wiesel, scrittore, giornalista e attivista ebreo nato in Transilvania, vincitore del Premio Nobel per la Pace nel 1986 per il suo impegno contro l’indifferenza ed a favore della memoria dell’Olocausto, a Nadia Comaneci, tra le più famose e vincenti ginnaste della storia, da Ilie Nastase, tra i più grandi tennisti degli Anni Settanta (che è stato anche n. 1 al mondo), passando, ovviamente, per Vlad Tepes, principe nato in Transilvania nel 1400, famoso per la sua lotta contro i turchi, famoso anche con il nome di Dracula (di cui ha ispirato la vasta letteratura sul Conte Dracula, e non solo). Passando, ovviamente, per Daniel Spoerri, uno dei più grandi artisti contemporanei, pioniere del Nouveau Réalisme e della Eat Art, oltre che inventore dei “tableaux-pièges” (quadri-trappola). Di origini romene (era nato nel 1930 nella cittadina di Galati e il suo vero nome era Daniel Feinstein), ma da molti anni naturalizzato svizzero, Spoerri ha messo il cibo e la tavola al centro di gran parte della sua produzione artistica. Amico di Marcel Duchamp, le sue opere sono presenti nei principali musei di tutto il mondo, ma è soprattutto nel suo celebre Giardino a Seggiano, in Toscana, che si possono ammirare molti dei suoi quadri-trappola raffiguranti tavole imbandite, riprodotte e sottratte allo scorrere del tempo. Un artista a cui si deve anche la nascita della “Eat Art” (nome che ha ispirato ristoranti - anche Spoerri ne aprì uno, a Dusseldorf - di tutto il mondo), con la cucina e i suoi utensili che diventano performance interattiva e il pasto elemento di analisi per entrare dentro alla psicologia di una quotidianità di cui il cibo è parte integrante.
Ma cibi e piatti tipici rumeni - dalla zuppa “ciorba” a base di carne e verdure, ai “mici”, simili alle salsicce, o formaggi tipici come l’Urda, che assomiglia alla ricotta - non sono ormai così insoliti da trovare anche tra gli scaffali di supermercati e negozi italiani: un legame, quello culturale, antropologico e, in parte, anche eno-gastronomico, tra Italia e Romania, che sarà celebrato a Roma anche nel quadro della “Giornata nazionale della gastronomia e del vino romeno”, anche con un evento (su invito), voluto dall’Ambasciatore di Romania presso la Santa Sede e il Sovrano Militare Ordine di Malta, George Gabriel Bologan. Con, in degustazione, tra le altre cose, vini di cantine come Avincis Winery, tra le più prestigiose e storiche del Paese, ma anche Cramele Recaș, tra le più premiate a livello internazionale, o Crama Corbut, tra le altre, per brindare ad un legame, quello tra Italia e Romania, che sono entrambi, peraltro, tra i migliori Paesi europei da visitare per fare enoturismo, secondo l’“European Wine Tourism Index”, lanciato da Tui Musement.

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