
Ci sono già realtà come la Livermore Valley in California e Texas Hill Country in Texas, negli Usa, Chilecito in Argentina, Dalmatia in Croazia, Chinon in Francia, l’Alentejo in Portogallo, la Vale dos Vinhedos in Brasile, Badacsony in Ungheria, Imereti in Georgia e la Baja California in Messico nel “gotha” della Global Artisan Vintners Alliance (Global Ava), la rete internazionale che riunisce prestigiose aree vitivinicole a livello globale, accomunate dalla piccola produzione di alto livello, una spiccata identità territoriale e l’innovazione: un network globale per la promozione e lo sviluppo dei territori, la condivisione delle conoscenze scientifiche, lo sviluppo di azioni congiunte di marketing e branding. Una famiglia che, da oggi, si arricchisce di un nuovo membro e che, allo stesso tempo, riempie il “vuoto” dell’Italia. Lo fa grazie al Consorzio Chianti Rufina, che rappresenta uno dei territori più iconici della Toscana enoica dove il Sangiovese, il vigneto-simbolo, è coltivato da tempi immemori. Una “piccola” ed eccellente galassia Docg che abbraccia i comuni di Pontassieve, Rufina, Pelago, Dicomano e Londa, a Nord-Est di Firenze, con le sue 20 fattorie vitivinicole che si prendono cura di 750 ettari vitati per 3,5 milioni di bottiglie annuali immesse sul mercato. E con un prodotto di punta-gioiello, regolamentato da un marchio volontario, ovvero il Chianti Rufina Riserva Terrælectae, singola vigna, prodotto da uve di solo Sangiovese.
L’accordo è stato firmato dal presidente del Consorzio, Gerardo Gondi (che guida insieme al padre Bernardo, l’azienda Marchesi Gondi - Tenuta Bossi, uno dei punti di riferimento assoluti qualitativi e storici della denominazione), da Francesco Sorelli, direttore e ambasciatore del Consorzio, con Mirena Bagur, di Global Ava, che ha rappresentato l’associazione internazionale in questo momento storico per la piccola, ma ambiziosa Docg toscana. L’ingresso del Consorzio Chianti Rufina, la prima e unica denominazione italiana coinvolta, rappresenta un’azione strategica volta a promuovere l’internazionalizzazione del territorio e a favorire lo scambio di conoscenze tra viticoltori, tecnici, professionisti del marketing e dell’ospitalità, principi basilari su cui si è costituita Global Ava.
“Potersi confrontare con realtà vinicole così diverse, offre opportunità concrete per innovare pratiche vitivinicole, tecnologie, marketing del vino e turismo enogastronomico: è davvero una occasione straordinaria che sono felice di accogliere agli inizi del mio mandato”, ha commentato il presidente del Consorzio Chianti Rufina Gerardo Gondi. Con questa adesione, il Consorzio Chianti Rufina, spiega una nota, “ribadisce la sua rinnovata attitudine alla valorizzazione internazionale della propria identità storico-culturale, proiettandosi verso un futuro che non rinneghi le radici, ma al contrario le metta in dialogo con il mondo, arricchendo il sapere vitivinicolo, promuovendone i vini e sostenendo lo sviluppo del territorio. La recente operazione di zonazione, i Terraelectae, che lega il suo vitigno principe, il Sangiovese, a un territorio da sempre vocato alla produzione di grandi vini, va esattamente in questa direzione”.
Per Francesco Sorelli, direttore del Consorzio, “entrare in Global Ava significa far parte di una rete mondiale di territori che difendono e promuovono l’unicità del proprio paesaggio e del proprio vino. Per il Chianti Rufina è un’opportunità per raccontare il proprio patrimonio storico, culturale ed enologico, in dialogo fecondo con altri grandi distretti enologici del mondo che vivono le nostre stesse complessità e hanno le nostre stesse visioni. L’internazionalizzazione e lo scambio di conoscenze sono per noi un pensiero strategico chiave: condividere esperienze significa crescere, significa credere nella filosofia del simposio, della conoscenza condivisa, e costruire il futuro del nostro territorio, rispettando e perpetrando l’insegnamento che la civiltà del vino ci ha mostrato nel corso dei suoi millenni”. Mirena Bagur, della Global Ava, ha dato il benvenuto al Consorzio Chianti Rufina, realtà che “arricchirà senza dubbio l’esperienza delle regioni vinicole associate in tutto il mondo. L’attenzione delle regioni al profondo legame tra vigneto, territorio, cultura locale e comunità è al centro dei valori della nostra alleanza e l’aggiunta dello stile e della storia italiana rafforzerà il dialogo internazionale in corso tra tutte le nostre regioni associate”.
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