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CULTURA 

Il legame di Giorgio Forattini con il vino, dalla prima vignetta sul referendum del divorzio

Un ironico tratto di matita ha unito il “re” della satira e il più celebrato vignettista, al nostro mondo, tra “Spirito DiVino” e la “sua Nazionale”

Dalla prima vignetta, quella che, nel 1974 sulla prima pagina di “Paese Sera”, dopo la vittoria del referendum sul divorzio - il primo abrogativo nella storia d’Italia con più di 33 milioni di persone, l’87,72% di chi ne aveva diritto, che andò al voto - ritraeva il segretario della Democrazia Cristiana, Amintore Fanfani che, come un tappo, saltava via da una bottiglia di Champagne con un grande “no” sull’etichetta (che vinse con il 59,26% dei voti), ai giorni nostri, un leggero ed ironico tratto di matita ha unito Giorgio Forattini, il “re” della satira e il più celebrato vignettista italiano, scomparso nei giorni scorsi, al mondo del vino.
Nella sua lunga carriera, infatti, che ha visto Forattini lavorare per i più importanti giornali italiani - da “Paese Sera” a “Panorama”, da “La Repubblica” a “L’Espresso”, da “La Stampa” a “Il Giornale” - accompagnando la storia del nostro Paese e non solo, dagli Anni Settanta ad oggi, con qualcosa come 14.000 vignette con protagonisti presidenti della Repubblica, Papi, leader e Capi di Stato italiani e stranieri, il maestro della satira ha presieduto anche la giuria di “Spirito di Vino”, il primo e unico concorso dedicato alle migliori vignette a tema vino, nato nel 2000 da un’idea del Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia e dei suoi produttori vitivinicoli. Uno dei primi passi, si legge nel sito ufficiale di Forattini, “fu la telefonata che la presidente dell’associazione Elda Felluga fece a Giorgio Forattini per condividere il progetto con lui, il quale si dimostrò subito entusiasta e venne dichiarato a furor di popolo presidente di giuria. Così ebbe inizio l’avventura di “Spirito di Vino”: quanti brindisi, incontri, sorrisi e vignette hanno suggellato il successo del concorso in questi anni”. Un concorso arrivato all’edizione n. 26 e che, negli anni, ha visto partecipare vignettisti da ogni angolo del mondo, ed è divenuto un punto di riferimento per aspiranti vignettisti anche grazie all’apporto degli illustri componenti della giuria: accanto a Forattini, i grandi maestri della satira Alfio Krancic, Emilio Giannelli e Valerio Marini, Aldo Colonetti dello Ied, Gianluigi Colin del “Corriere della Sera”, i giornalisti Franz Botré, Carlo Cambi, Paolo Marchi,  Fede & Tinto e l’attore Francesco Salvi. “Il suo sguardo libero e la sua inesauribile ironia continueranno a ispirarci”, ha scritto il Movimento sui social.
Ma il maestro della satira italiana ha firmato anche una vera e propria “chicca” enoica storica per i collezionisti: per i Mondiali di Calcio di “Italia 90”, Giorgio Forattini, come sempre ironico e graffiante, disegnò la “sua Nazionale”, ovvero 12 etichette dedicate a 12 diversi protagonisti della scena politica italiana - da Bettino Craxi a Gianni De Michelis, da Giulio Andreotti a Francesco Cossiga - per lo Chardonnay 1989 della Castello Banfi, azienda leader di Montalcino, in una serie dal nome “Forza Italia”.
E non si può non ricordare  la sua amicizia anche con Giannola Nonino, “Nostra Signora della grappa”, alla guida delle storiche Distillerie Nonino a Ronchi di Percoto, con le figlie Cristina, Antonella ed Elisabetta, e anima del prestigioso “Premio Nonino”, che tante volta ha anticipato i Nobel.
Un legame che racconta come il vino fa parte della vita quotidiana, dell’attualità e della convivialità, tanto da diventare lo spunto per non prenderci mai troppo sul serio.

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