Ci sono 17 Musei del Vino nei territori d’elezione del Belpaese - Bersano, Castello di Razzano e Luca Ferraris (Piemonte), Ricci Curbastro (Lombardia), Cà Rugate e Fratelli Zeni (Veneto), La Tosa (Emilia Romagna), Dianella e Fattoria dei Barbi (Toscana), Lungarotti (Umbria), D’Ambra e Mastroberardino (Campania), Leone de Castris e Produttori di Manduria (Puglia), Librandi e Iuzzolini (Calabria), Quartomoro (Sardegna) - ma anche 9 Premi speciali, attribuiti alle cantine che hanno raggiunto particolari livelli di eccellenza in determinati ambiti: Masseria Celentano (San Severo, Puglia), Tenuta San Michele e Palazzo Scammacca Murgo (Santa Venerina, Sicilia), Cantina Tramin (Termeno, Alto Adige), Paolo e Noemia D’Amico (Castiglione in Teverina, Lazio), Le Piane (Boca, Piemonte), La Sabbiona (Faenza, Emilia Romagna), Masi (Sant’Ambrogio di Valpolicella, Veneto), Cantine Belisario (Matelica, Marche) Quartomoro (Marrubiu, Sardegna). Ecco le scelte della guida “Cantine d’Italia” 2026 by Go Wine, che presenta 911 cantine, 270 “Impronte d’eccellenza” per l’enoturismo, oltre 5.180 vini segnalati e 1.650 indirizzi utili per mangiare e dormire. La guida indaga anche il costo della visita in cantina: sale del 7% la visita base, e solo per il 3,8% la visita rimane gratuita; per il 27% delle cantine il costo minimo è fissato a 23 euro.
Al centro la cantina come luogo simbolico, sempre più meta di tanti enoappassionati, e anche come luogo fisico, dove uomini e donne del vino operano e progettano il loro lavoro, sono portatori di storie e tradizioni familiari, oppure di più recenti investimenti. Per coloro che vogliono approfondire i temi dell’enoturismo, per i curiosi che vogliono avvicinarsi al vino e che trovano qui non solo vino, ma narrazione di storie e vicende che aiutano a comprendere perché il vino fa parte della cultura di un grande Paese come l’Italia. É una bella visione d’Italia fatta di tanti luoghi, radici e tradizioni, ma è anche espressione della capacità di tanti viticoltori: fanno “viaggiare” in tutto il mondo le loro bottiglie e promuovono l’attenzione e il piacere di andare a conoscere i luoghi dove quelle bottiglie nascono. Il riferimento è, comunque, alla “cantina”, perché è diventata a pieno titolo un luogo di promozione del territorio, perché comunica con la sua realtà un’identità territoriale fatta di tutto quanto ruota attorno: il paesaggio, i vigneti, la tradizione del luogo, i borghi. Quella di Go Wine non è una guida tradizionale ai vini, come recensione e punteggi di singole etichette, ma un volume che sviluppa il tema della narrazione a fianco della selezione dei vini e consente di approfondire conoscenze con tantissimi dati e notizie.
I Musei del Vino sono un elemento di novità che si rafforza per il secondo anno consecutivo: pone in evidenza operazioni di valenza culturale promosse da 17 cantine che sono selezionate nella parte introduttiva del volume. Da nord a sud si promuove così uno speciale itinerario percorrendo i Musei del Vino in cantina, altra pagine significativa legata al tema dell’accoglienza. Musei e cantine selezionati sono Bersano, Castello di Razzano e Luca Ferraris (Piemonte), Ricci Curbastro (Lombardia), Cà Rugate e Zeni F.lli (Veneto), La Tosa (Emilia Romagna), Dianella e Fattoria dei Barbi (Toscana), Lungarotti (Umbria), D’Ambra e Mastroberardino (Campania), Leone de Castris e Produttori di Manduria (Puglia), Librandi e Iuzzolini (Calabria), Quartomoro (Sardegna).
Per il secondo anno la guida promuove il tema del costo della visita in cantina: da fattore un tempo basato sullo spontaneismo, la visita in cantina si è sempre più affermata come strategica per molte cantine. L’indagine, promossa da “Cantine d’Italia”, ha riguardato 637 cantine di tutte le regioni italiane, da quelle di maggiori dimensioni a quelle familiari. Il campione indica in 23,12 euro il costo per l’esperienza base; era 21,70 un anno fa (20,17 due anni fa) e segna in un anno un aumento del 7% sul dato generale. Di fatto tutte le cantine interpellate indicano un costo per un’esperienza base, ad eccezione di una ridotta percentuale che quest’anno si fissa nel 3,8% per cui la visita è gratuita; un anno fa era del 4,5%. E, a proposito di costi più accessibili, solo il 9,9% delle cantine prevede un costo di ingresso di euro 10 o inferiore ad euro 10, un dato che è in riduzione rispetto all’indagine del 2024 (12,5%) e del 2023 (15%). Il costo medio è più alto al sud che al nord, anche se di poco; il dato relativo al centro Italia è influenzato dalla Toscana. Ancora volendo approfondire, se consideriamo almeno 30 euro come indicatore di un costo elevato (o comunque non basso) per una visita in cantina, risultano ben 170 cantine che applicano tale cifra, per un dato pari al 27% (erano 131 ovvero 24%).
“La guida ogni anno si arricchisce di spunti e di temi, sempre uniti dall’obiettivo di fondo - dichiara Massimo Corrado, presidente e direttore editoriale Go Wine - raccontare attraverso l’Italia del vino una bella idea d’Italia, uno dei volti più belli del nostro Paese. Tenere alta l’attenzione su questi temi, a favore del settore, al termine di un anno non facile per il vino italiano. Il tema del racconto, delle persone che animano la cantina, dei vini spesso espressione di una bella progettualità, stanno alla base della Guida. Il vino è così la chiave per ascoltare il racconto di un luogo, di una terra, respirandone le atmosfere”.
Sono 25 le cantine che, nella edizione 2026, raggiungono il vertice delle “Tre Impronte Go Wine”: entrano, in questa speciale graduatoria, la cantina Argiolas (Sardegna), Cà Rugate e Masi (Veneto) e La Raia (Piemonte); si aggiungono a Badia a Coltibuono (Toscana); Bellavista (Lombardia); Ca’ del Bosco (Lombardia); Ca’ Rugate (Veneto); Capezzana (Toscana); Castello di Gabiano (Piemonte); Castello di Fonterutoli-Marchesi Mazzei (Toscana); Castello Vicchiomaggio (Toscana); Roberto Ceraudo (Calabria); Ceretto (Piemonte); Donnafugata (Sicilia); Feudi di San Gregorio (Campania); Ferrari (Trentino); Florio (Sicilia); Fontanafredda (Piemonte); La Raia (Piemonte); Lungarotti (Umbria); Malvirà (Piemonte); Mamete Prevostini con Convento San Lorenzo (Lombardia); Masciarelli (Abruzzo); Masi (Veneto); Mastroberardino (Campania); Planeta (Sicilia); San Felice (Toscana). Sono in totale 270 le “Impronte Go Wine” nell’edizione 2026: rappresentano un segno di “eccellenza” nel campo dell’enoturismo nazionale e costituiscono una sorta di segno ideale che Go Wine attribuisce alle cantine che hanno conseguito un alto punteggio nella valutazione complessiva su sito, accoglienza e profilo produttivo. Nella speciale classifica, per regioni, che ogni anno si aggiorna, si conferma ai vertici la Toscana, con 56 “Impronte”, seguita da Piemonte (49) e Veneto (30).
Le “Finestre sul vino” dell’edizione 2026 sono firmate da Carlo Macchi (direttore di Winesurf) e Angelo Radica, presidente dell’Associazione Nazionale Città del Vino. Le interviste che aprono la guida e rafforzano il tema del racconto che caratterizza il profilo del volume, riguardano otto uomini e donne del vino di altrettante regioni italiane: Andrè Gerbore, Cave des Onze Communes (Valle d’Aosta), Gian Paolo Repetto, Vigneti Repetto (Piemonte), Wolfgang Tratter, Arunda (Alto Adige), Hilde Petrussa, Vigna Petrussa (Friuli Venezia Giulia), Gianluca Mirizzi, Montecappone (Marche), Libero Rillo, Fontanavecchia (Campania), Antonio Teora, Cantina di Venosa (Basilicata), Carmela Pupillo, Pupillo (Sicilia).
Focus - I 9 “Premi speciali” della guida “Cantine d’Italia” 2026
Premio “Alto Confort” per l’ospitalità aziendale dell’anno: Masseria Celentano (San Severo, Puglia)
Il riconoscimento intende valorizzare l’importante opera svolta dalla cantina a favore dell’enoturismo, nel contesto della campagna di San Severo. Con investimenti e visioni per sviluppare nel segno dell’accoglienza il progetto della cantina. Con la Masseria a pochi chilometri dalla sede della cantina in Lucera.
Premio “Cantine Golose” per la Tavola aziendale dell’anno: Ristorante Tenuta San Michele e Palazzo Scammacca Murgo (Santa Venerina, Sicilia)
Fra il versante est dell’Etna e il centro storico di Catania, il riconoscimento premia la cantina per aver operato da molti anni a favore dell’enoturismo sull’Etna. Una visione storica nella Tenuta San Michele, una seconda e importante realtà con il Palazzo Scammacca.
Premio “Cantine Meravigliose” per l’EnoArchitettura dell’anno: Cantina Tramin (Termeno, Alto Adige)
Un premio con più motivazioni, valorizzando l’architettura della cantina realizzata alcuni anni fa da Werner Tscholl. Come segno di bellezza che invita all’accoglienza, affermando grandi visioni nel ruolo sociale della cooperazione
Premio “Enocultura”: Paolo e Noemia D’Amico (Castiglione in Teverina, Lazio)
Il riconoscimento intende valorizzare il rapporto fra vino e cultura, premiando l’intuizione di allestire il percorso verso la cantina, negli spazi dei giardini sospesi, come una straordinaria mostra permanente a cielo aperto di opere d’arte.
Premio “Autoctono si nasce”: Boca Le Piane (Boca, Piemonte)
Omaggio all’opera svolta dalla cantina a favore del Boca, storica denominazione nelle terre dell’Alto Piemonte. Con un’etichetta che richiama da sempre il rapporto fra vino e terra, in luoghi storici del vino piemontese.
Premio “Buono … non lo conoscevo!”: Ravenna Igt Famoso Vip - La Sabbiona (Faenza, Emilia Romagna)
Il premio è dedicato a vini autoctoni, con particolare attenzione a quelli rari o meno conosciuti dai consumatori. Va in Romagna per l’originale lavoro da Mauro Altini nella sua cantina La Sabbiona a favore delle varietà rare. Affermando il valore di una viticoltura di territorio che non si compone solo di vini più noti e affermati ma porta nel calice tante espressioni meno conosciute che appartengono al patrimonio viticolo italiano.
Premio “Vini Storici d’Italia”: Verona Igt Rosso Campofiorin -Masi (Sant’Ambrogio di Valpolicella, Veneto)
Il riconoscimento va in Veneto e alle visioni di Guido Boscaini per un vino nato nel 1964 con la creazione di un vero e proprio protocollo di produzione, poi ceduto alla Camera di Commercio di Verona nel 2006. Vino legato alla storia della Valpolicella.
Premio “Gioacchino La Franca” riconoscimento della Community dei soci Go Wine per l’esperienza in cantina dell’anno: Cantine Belisario (Matelica, Marche)
Un premio speciale legato ad un socio speciale come Gioacchino La Franca, scomparso nel 2020, con un percorso di 15 anni in Go Wine, guidando i soci di Savona in mille itinerari nei territori del vino italiano. Un premio che valorizza l’ospitalità come esperienza vissuta, associando valor umani e sociali.
Premio “La vigna da camminare” Vigna-Museo Memorie di Vite: Quartomoro (Marrubiu, Sardegna)
Un premio speciale che esalta il rapporto fra il viticoltore e la sua terra. Dove la vigna da camminare è il segno del lavoro e della fatica, ma è anche al contempo il luogo della bellezza, della emozione che il vigneto sa trasmettere osservando la natura. Qui in particolare la vigna diventa anche Museo nelle visioni di Piero Cella, con 54 varietà autoctone della Sardegna da osservare.
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