Il mondo della viticoltura friulana, ma di tutta Italia, non sarà più lo stesso: un altro padre dell’enologia della Regione, che ha reso i vini del Friuli amati e riconosciuti in Italia e nel mondo, se n’è andato. A 95 anni, si è spento ieri Angelo Jermann, a capo dell’omonima griffe enoica fondata nel 1881, che, insieme a Livio Felluga, scomparso quasi due anni fa e con cui condivideva anche il compleanno, ha contribuito alla diffusione della produzione locale, rinnovandola e creando marchi del vino riconosciuti in tutto il mondo, nella sua casa di Farra d’Isonzo, in provincia di Gorizia. Angelo Jermann era innovazione, ma non aveva mai perso di vista la tradizione contadina autentica, quella legata al territorio a doppio filo: fino all’anno scorso, il padre del vino friulano di qualità partecipava a tutte le fasi di produzione, dalla vendemmia all’imbottigliamento. Classe 1923, Angelo Jermann è stato in grado di conciliare tradizione e innovazione, senza avere mai paura del nuovo e del cambiamento, conquistandosi premi internazionali e stima da tutti i colleghi del settore.
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