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A CAPODANNO SI BERRÀ PIÙ SPUMANTE ITALIANO ALL’ESTERO CHE IN ITALIA: PER IL 2013 SARANNO 290 MILIONI LE BOTTIGLIE DI SPUMANTE ESPORTATE ALL’ESTERO. FOCUS: BOLLICINE AUTOCTONE IN CRESCITA ... LA MODA DEL VERDICCHIO SPUMANTE

A Capodanno si berrà più spumante italiano all’estero che in Italia dove comunque i brindisi Made in Italy sono 9 su 10: è quanto stima la Coldiretti, nel sottolineare che la leadership dello spumante italiano è incontrastata in Italia dove sono ben l’86% gli italiani che non rinunciano allo spumante per le feste di fine anno, mentre appena l’11% ha preferito lo Champagne, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè. Complessivamente per il 2013 saranno 290 milioni le bottiglie di spumante italiano esportate all’estero, un numero superiore a quelle consumate in Italia se si considera che sono state prodotte nel 2013 oltre 440 milioni di bottiglie, delle quali l’80% con il metodo Charmat e il resto con il metodo classico Champenois che differisce perché la fermentazione non avviene in autoclave, ma in bottiglia e comporta una lavorazione che può durare fino a tre anni con un prezzo finale più elevato.

Focus - Per le feste si brinda anche con il Verdicchio spumante, il miglior bianco d’Italia è anche in bolle, bollicine autoctone e “democratiche” in crescita (+15%), 7 milioni di bottiglie stappate a Natale e Capodanno
Jesi A Natale e Capodanno si brinda autoctono e sotto i 35 euro. Sulla scia del boom degli spumanti italiani - che tolgono fette di mercato allo champagne - crescono anche le bollicine marchigiane (+15% in quantità sul 2012, dati Imt), soprattutto quelle a base di Verdicchio, l’autoctono italiano più premiato dalle guide 2014 e in grande ascesa anche in versione sparkling. Merito dell’ottimo rapporto qualità-prezzo (democratico, dai 10 ai 35 euro), che quest’anno ha permesso agli spumanti made in Marche - dal Verdicchio alla Vernaccia di Serrapetrona, dal Bianchello al San Ginesio, ai Colli Maceratesi - di mettere a segno un fatturato complessivo (tra Doc, Docg, Igt e spumanti) di 36,2 milioni di euro, a fronte di 14,5 milioni di bottiglie commercializzate. Ma anche della voglia di autoctono degli italiani, alla ricerca di un prodotto “di nicchia” che sia autentica espressione di un territorio e allo stesso tempo con punte di eccellenza.
Non a caso il Verdicchio, bianco fermo più premiato dalle guide, è sempre più apprezzato anche come spumante, tanto da collocarsi tra le 5 “super bollicine” della classifica incrociata di Class sui vini top in Italia e nel mondo. “Saranno 7 milioni le bottiglie di spumante marchigiano stappate nelle feste - ha detto il direttore Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Alberto Mazzoni - con il Verdicchio Spumante in testa, che quest’anno fa registrare 200mila bottiglie commercializzate per un fatturato di 1,2 milioni di euro”. Un risultato reso possibile da un numero crescente di produttori (ad oggi circa 30) che negli ultimi anni hanno intrapreso la strada della spumantizzazione, applicando il metodo Classico o quello Charmat e optando in alcuni casi per la via del biologico.
Versatilità, costi contenuti, grande freschezza e una forte identità territoriale stanno dunque contribuendo alla notorietà di questo Spumante a tutto pasto che si accosta perfettamente sia a pesce e crostacei per il cenone di Natale e Capodanno, sia a sapori più decisi come tartufo, funghi e foie gras. Tra gli abbinamenti “stellati” da osare con le bollicine di Verdicchio, c’è ad esempio il “pane alle nocciole, burro, alici e tartufo nero” di Mauro Uliassi, quello con “ricciola, viola, salsa di porro e basilico” di Moreno Cedroni. O ancora “Un francese nelle Marche”, il gioco di paté di Errico Recanati che spazia dal fegato grasso arrostito e farcito con stracciatella di Pian del Medico ai fegatini di selvaggina accompagnati da visciole, lonzino di fico, gocce di sapa e purea di cipolla di Suasa.

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