Crescita record dell'8% nel valore delle esportazioni di vino made in Italy nel mondo, con un boom negli Stati Uniti (+11%) che sono diventati il primo mercato di sbocco per le produzioni nazionali, ma anche un successo rilevante in un mercato emergente significativo come la Cina dove gli importi sono più che raddoppiati (115%): emerge da un'analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero nel primo semestre del 2006, dai quali si evidenzia la presenza di nuove e rilevanti opportunità di crescita del vino made in Italy, grazie ad una vendemmia 2006 stimata in 51 milioni di ettolitri di vini e mosti, con una produzione stabile (+1%) sulla scorsa annata e ottima da quello qualitativo, secondo le previsioni di Ismea e Unione Italiana Vini, che per ben il 60% potrà essere commercializzata sotto una delle 453 denominazioni di origine (Docg, Doc e Igt) riconosciute. E se i Paesi dell'Unione Europea, con in testa la Germania, assorbono quasi la metà del valore delle esportazioni e restano nell'insieme i clienti più affezionati con un aumento dell'export del 4%, la domanda crescente di vino da parte degli Stati Uniti sta facendo registrare un vero boom per il made in Italy (+11%) che ha riconquistato il primato nei confronti dei concorrenti australiani e francesi.
Risultati interessanti, anche se i consumi restano per ora modesti, sono stati raggiunti in mercati emergenti come l'India (+53%) e la Cina (+115%) dove le prospettive offrono grandi opportunità di crescita perché il vino italiano è un status simbol per le classi emergenti che chiedono prodotti medio alti.
I risultati del 2006 - afferma la Coldiretti - dimostrano la presenza di nuove e rilevanti opportunità di crescita del vino made in Italy che nello scorso anno ha raggiunto un fatturato record di 9 miliardi di euro, 3 dei quali attraverso l'export che potrebbe peraltro beneficiare dell'immagine positiva conquistata dall'Italia nel mondo con la vittoria del campionato del mondo di calcio.
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