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AGRICOLTURA & INTEGRAZIONE AL CENTRO: IL MELTING POT NEI CAMPI È UN ESEMPIO VIRTUOSO SU CUI PORRE L’ATTENZIONE E LAVORARE. COSÌ LE CITTÀ DEL VINO CHE AUSPICANO A UNA STRETTA COLLABORAZIONE TRA I MINISTERI DELL’AGRICOLTURA E DELL’INTEGRAZIONE SUL TEMA

Nei luoghi del vino più famosi d’Italia vivono e lavorano persone giunte da decine di nazioni diverse e le città in cui nascono etichette esportate in tutto il mondo si scoprono modelli di integrazione virtuosi. A sottolinearlo sono le Città del Vino, che mettono in evidenza l’importanza di una maggiore attenzione a quelle che sono le tematiche dell’integrazione in agricoltura, esempio d’eccezione anche nel melting pot, auspicando una collaborazione fra il Ministero delle Politiche Agricole e il Ministero dell’Integrazione.
“L’agricoltura e l’economia italiana in generale non possono prescindere dai lavoratori stranieri - spiega Paolo Benvenuti, direttore delle Città del Vino - basti pensare che se sono complessivamente oltre 1 milione gli addetti ai lavori nel mondo del vino, tra vigne, cantine e indotto, il 10/15% è straniero. Per questo l’impegno del neo Ministro per l’Integrazione, Cècile Kyenge Kashetu, non sarà solo teorico, ma dovrà fare leva sulla necessità di attuare giuste politiche di integrazione e cittadinanza. E ci dovrà essere una collaborazione stretta fra il lavoro del Dicastero dell’Integrazione e quello dell’Agricoltura”.

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