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GUERRA RUSSIA-UCRAINA

Agricoltura, l’Ue verso lo sblocco di ettari di terreno per coltivare grano, mais e cereali

La risposta ai mancati approvvigionamenti. Coldiretti: “in Italia 200.000 ettari recuperabili”. Confagricoltura: “non cancellare neutralità climatica”
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Un campo di grano nella foto di Kai Pilger via Unsplash

“Con gli interventi straordinari decisi dalla Commissione Ue possono essere recuperati in Italia alla coltivazione 200.000 ettari di terreno per una produzione aggiuntiva di 15 milioni di quintali di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione necessari per ridurre la dipendenza dall’estero”. A dirlo il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel commentare positivamente le dichiarazioni del Commissario Europeo Janusz Wojciechowski sulla deroga agli obblighi Pac sui terreni “a riposo” come richiesto dalla Coldiretti. “Appare invece insufficiente l’annunciato impiego della riserva di crisi da 500 milioni della Pac, più il cofinanziamento di misure di emergenza extra da 1 miliardo, poiché si tratta in realtà di appena 50 milioni di euro destinati all’Italia che sono assolutamente inadeguati a dare risposte concrete alle difficoltà che stanno subendo aziende agricole e della pesca e gli allevamenti costretti ad affrontare aumenti insostenibili di energia, mangimi, concimi”, ha denunciato Prandini nel sottolineare che “per affrontare la crisi globale del settore ha fatto fino ad ora piu’ l’Italia che l’Unione Europea”.
“A livello comunitario servono più coraggio e risorse - ha sottolineato Prandini - per raggiungere l’obiettivo fissato dai capi di Stato a Versailles di “migliorare la nostra sicurezza alimentare riducendo la nostra dipendenza dalle importazioni dei principali prodotti agricoli e dei fattori produttivi, in particolare aumentando la produzione di proteine vegetali dell’Unione Europea con l’invito alla “Commissione a presentare quanto prima opzioni per affrontare l’aumento dei prezzi alimentari e la questione della sicurezza alimentare globale. Un impegno che - ha continuato Prandini - ridurrebbe sensibilmente anche in Italia la dipendenza dall’estero da dove arriva circa la metà del mais necessario all’alimentazione del bestiame il 35% del grano duro per la produzione di pasta e il 64% del grano tenero per la panificazione, che rende l’intero sistema e gli stessi consumatori in balia degli eventi internazionali. L’Italia oggi è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti per anni agli agricoltori che sono stati costretti a ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque perché secondo la Coldiretti la politica ha lasciato campo libero a quelle industrie che per miopia hanno preferito continuare ad acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale, approfittando dei bassi prezzi degli ultimi decenni, anziché garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale”.
“L’Unione Europea è chiamata ad aumentare la propria produzione agricola per contribuire a evitare una crisi alimentare a livello internazionale a seguito dell’invasione dell’Ucraina”, ha detto da Bruxelles il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che sta avendo una serie di incontri per illustrare le proposte delle imprese agricole italiane alla vigilia della riunione del Consiglio Agricoltura Ue, in programma il 21 marzo, chiamato a decidere le prime misure necessarie per aumentare, in particolare, la produzione di cereali e semi oleosi e contenere l’impatto del rialzo senza precedenti dei costi di produzione. “Siamo da sempre convinti che crescita della produzione e competitività delle imprese possano coesistere con una maggiore sostenibilità ambientale - sottolinea Giansanti - occorre fare pieno affidamento sulla ricerca scientifica e sulle innovazioni tecnologiche. A questo proposito, nel corso degli incontri con le Istituzioni della Ue, ho sottolineato l’urgenza di aprire definitivamente la strada alle tecnologie di evoluzione assistita (Tea). Dobbiamo dare seguito alla dichiarazione conclusiva del Consiglio Europeo informale della scorsa settimana con la quale è stato assunto l’impegno a migliorare la sicurezza alimentare, riducendo la dipendenza dalle importazioni di prodotti agricoli chiave - afferma Giansanti - centrare il traguardo non comporta l’accantonamento degli obiettivi di neutralità climatica. L’Italia, tra l’altro, è in ottima posizione”.
Secondo il Rapporto annuale della Commissione sulla transizione economica, sociale e ambientale negli Stati membri, i progressi fatti dall’Italia sono importanti: si sottolinea che nel nostro Paese sono diminuite le emissioni climalteranti e sono stati fatti grandi passi avanti per la tutela della biodiversità.

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