29.169 controlli antifrode sulla filiera agroalimentare, di cui 3.285 ispezioni direttamente presso gli stabilimenti di produzione, con particolare attenzione ai prodotti di qualità Dop, Igp, biologico, settore oleario e vitivinicolo. È il risultato dell’attività dell’Ispettorato Antifrode del Ministero della Politiche Agricole, nei primi 4 mesi di emergenza Covid-19, nei quali la filiera ha continuato a fornire il suo apporto indispensabile ai consumatori e non si è fermata neanche durante il lockdown. Attività che si è dedicata in particolare nei porti italiani (dove sono arrivati i prodotti agroalimentari), nelle segnalazioni di speculazioni e pratiche sleali e sui canali e-commerce, visto l’incremento delle vendite online a seguito delle misure restrittive della circolazione delle persone adottate dal Governo.
Secondo il report oltre un terzo dei controlli si è svolto nel Nord Italia, in particolare in Lombardia e Veneto, a garanzia delle maggiori e più consistenti produzioni Ig al mondo: il Grana Padano, con oltre 5,2 milioni di forme, e il “Sistema Prosecco”, con oltre 600 milioni di bottiglie prodotte (dati 2019). Le irregolarità riscontrate sono state in linea con gli indici registrati prima dello stato emergenziale, a dimostrazione del fatto che non si è speculato in un momento di particolare difficolta per tutto il mondo.
“In questi quattro mesi l’agroalimentare italiano ha continuato a garantire sicurezza, trasparenza e qualità dimostrando di essere uno dei settori più strategici durante la pandemia - spiega il Ministro delle Politiche Agricole, Ambientali e Forestali, Teresa Bellanova - gli uomini e le donne dell’Icqrf hanno continuato a vigliare per il bene della collettività e di quanti lavorano con impegno e sacrificio, contro le pratiche sleali e gli atteggiamenti speculativi che danneggiano le filiere sane. Le aziende, gli agricoltori, i braccianti agricoli con enorme senso di responsabilità non si sono mai fermati, neanche quando tutto il Paese era immobile, assicurando a tutti cibo sano e di eccellenza, tra enormi sacrifici e difficoltà. Quando tutto era chiuso, come dimostrano i dati del Report, il settore agroalimentare ha retto. Adesso è nostro dovere scommettere sulla ripartenza e rilanciare tutto il comparto, fatto di tanti uomini e donne che non si sono mai tirati indietro ma hanno continuato a lavorare per consentire all’Italia di mantenere intatte le sue abitudini alimentari”.
Sotto la vigilanza dell’Ispettorato della tutela della qualità e repressione frodi, le filiere nazionali di qualità hanno infatti continuato le loro produzioni, facendo registrare, in questi quattro mesi: 3,3 milioni di cosce di prosciutto marchiate; 8 milioni di vaschette di prosciutto; 3,9 milioni di forme di formaggio marchiate e 13,7 milioni di kg di formaggio grattugiato; 2,6 milione di litri di olio Do/Ig; 26 milioni di aceto balsamico di Modena; 1,1 milioni di kg di riso, 7,7 milioni di kg di ortofrutta a Do/Ig e 6,7 milioni di kg di Pasta.
Nel settore vitivinicolo, nel quadrimestre febbraio-maggio, quindi in piena pandemia, sono stati certificati 5,8 milioni di ettolitri di vino di qualità, l’equivalente di oltre 773 milioni di bottiglie. Il Prosecco, nelle sue tre denominazioni, è stato il vino più certificato: 1,2 milioni di ettolitri, l’equivalente di 160 milioni di bottiglie.
Non si è fermata neppure la filiera bio: dal 1 febbraio 2020, sono entrati nel sistema dell’agricoltura biologica 2.068 nuovi operatori per una superfice pari a 71.921 ettari.
Nel dettaglio, il 66% dell’attività ispettiva è stata svolta nei settori vitivinicolo, oleario e lattiero-caseario, ma anche nelle carni, uova, pasta, riso e, in generale, i prodotti alimentari preconfezionati, tutti alimenti che hanno subito uno sbalzo di consumi nell’emergenza sanitaria. Per il monitoraggio dei canali e-commerce, che hanno registrato un grosso incremento di accessi nel quadrimestre febbraio-maggio, l’Icqrf ha operato 558 interventi per la rimozione, su Alibaba, Amazon e eBay, di inserzioni irregolari di prodotti agroalimentari.
Sul fronte sanzionatorio, nello stesso periodo, la percentuale maggiore di sanzioni irrogate dall’Icqrf riguarda il settore vitivinicolo (286 provvedimenti emanati, pari ad oltre il 55% del totale), poi quello delle produzioni agroalimentari a denominazione registrata con poco più del 24% del totale (pari a 125 ordinanze), e, infine, con 51 provvedimenti e il 10% del totale, il settore dell’etichettatura dei prodotti alimentari.
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