Al giro di boa del 2022, le esportazioni del vino italiano non sembrano ancora risentire degli effetti dell’inflazione che, in effetti, nel periodo preso in considerazione dagli ultimi dati Istat, analizzati da WineNews, non ha registrato alcuna frenata dei consumi. Il risultato è una crescita, sullo stesso periodo del 2021, del 13,5%, in leggero calo sulla rilevazione precedente, per 3,78 miliardi di euro spediti in giro per il mondo. Il dollaro forte sostiene le importazioni Usa, che veleggiano verso il miliardo di euro, e continua a dare ottimi risultati la Gran Bretagna, dove intanto l’introduzione della nuova etichetta sui prodotti wine & food della Unione Europea è stata rimandata a gennaio 2024. Positivo, in generale, il trend sui mercati dei Paesi europei, nella consapevolezzache il peggio verrà nei prossimi mesi, quando i costi delle materie prime e dell’energia inizieranno, inevitabilmente, a scaricarsi sui consumatori. Continua, al contrario, il crollo ampiamente previsto della Russia, che dall’invasione dell’Ucraina a febbraio ha visto un veloce logoramento di ogni rapporto commerciali con i Paesi Ue. Fatica anche la Cina, dove un po’ tutti i settori dell’economia vivono le difficoltà legate alla gestione di Pechino dell’emergenza pandemica, che non prevede alcun passo indietro dalla strategia dei contagi zero.
Guardando ai singoli Paesi, la Francia segna un importante +40% delle proprie importazioni enoiche dall’Italia, a quota 140 milioni di euro, a seguito di una campagna, la 2021, tra le più disastrose dei sempre. Più contenuta la crescita della Svizzera, mercato importante soprattutto per i fine wine, che segna un +5%, a 208 milioni di euro. Ancora meglio fa l’Austria, che cresce del 22,6%, per un totale di 62,8 milioni di euro di vino italiano importato nel primo semestre 2022. Il partner principale all’interno della Unione Europea (e secondo mercato in assoluto) resta la Germania, che con una crescita contenuta (+5,7%) arriva a quota 570 milioni di euro. Poco distante, continua il trend positivo dei Paesi Bassi, che segnano un +9% nelle importazioni di vino italiano nei primi sei mesi 2022, a 114,4 milioni di euro. Molto bene anche il Belgio, hub di riferimento di molti mercati secondari, specie dell’Est Europa, che cresce del 26,7% a quota 111,5 milioni di euro.
Risalendo il Vecchio Continente, si arriva ai solidi mercati del Nord Europa, che meglio di qualunque altro - grazie ad una gestione meno rigida dell’emergenza Covid-19 e ad una sostanziale crescita dei consumi domestici - hanno risposto ai due anni di pandemia. Nei primi sei mesi 2022, invece, la Danimarca è cresciuta del 13,2%, perfettamente in linea con la media registrata dalle esportazioni di vino italiano, a 84,1 milioni di euro. La Svezia fa segnare quindi una crescita del 7,9%, a quota 108,4 milioni di euro, simile a quella della Norvegia (+7,3%), che ha importato 57,2 milioni di euro di vino italiano. Il vero exploit, che conferma quanto visto negli ultimi mesi, è però quello della Gran Bretagna, che nella prima metà del 2022 ha importato 368,8 milioni di euro di vino dall’Italia, il 23,18% in più dello stesso periodo del 2021.
Ai confini, geografici e politici, dell’Europa, perdono il 29,7% le esportazioni verso la Russia, ferma a 40,8 milioni di euro di vino italiano importato nel primo semestre dell’anno. Decisamente diverso l’andamento dei due giganti del Nord America, Usa e Canada. Negli Stati Uniti la crescita delle esportazioni enoiche è ancora sostenuta (+12,1%), e al giro di boa del 2022 è di poco inferiore al miliardo: 963 milioni di euro. Ancora meglio fanno i vicini canadesi, con gli acquisti che crescono del 16,2% sullo stesso periodo del 2021, a quota 208 milioni di euro. Infine, come sempre, a concludere l’analisi WineNews, sui dati Istat relativi all’export del vino italiano, nel primo semestre 2022, i mercati dell’Asia. Che, ad eccezione del Giappone, dove le spedizioni sono andate benissimo, con una crescita del 24,8%, per un controvalore di 97 milioni di euro, segnano un calo generalizzato, legato probabilmente alle difficoltà della Cina. A Pechino le importazioni di vino italiano sono calate del 14,3%, a 56,3 milioni di euro, mentre la Corea del Sud perde l’8,8%, arretrando a 42,4 milioni di euro, calo pressoché identico (-8,7%) a quello di Hong Kong, con 13,5 milioni di euro di vino importato dall’Italia nei primi sei mesi 2022.
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