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AL VIA IL “SIMPLY ITALIAN ASIA TOUR”, PRIMA TAPPA SINGAPORE, UN MERCATO DA 5 MILIONI DI POTENZIALI CONSUMATORI IN CUI L’ITALIA HA ANCORA MOLTO DA LAVORARE: SIAMO IL TERZO PAESE DA CUI SINGAPORE IMPORTA VINO, MA CON UNA QUOTA DEL 3,48%

“Con una crescita media annuale del 5% e un consumo pro capite di 2,1 litri raddoppiato negli ultimi 10 anni, Singapore è oggi la piazza cosmopolita del sud est Asiatico che si attesta tra le più nevralgiche per il vino italiano”. Così Giancarlo Voglino, managing director di Iem - International Exhibition Management, a “Simply Italian Asia tour”, il brand di promozione internazionale del vino italiano, che si è aperto oggi a Singapore con oltre 40 aziende e vari raggruppamenti come l’Istituto Grandi Marchi, Uvive - Unione Vini Veneti, Consorzio Friuli Grave, Consorzio del Collio e del Carso, e che, nei prossimi giorni, si trasferirà anche a Shanghai e Tokyo (23 e 25 novembre).

“Attualmente l’Italia - ha proseguito Giancarlo Voglino - pur classificandosi terza nella graduatoria dei Paesi importatori, detiene solo il 3,48% del mercato singaporiano dominato dalla Francia (67,36%) e, seppure a distanza, dall’Australia (12,44%). Dati, questi, che rivelano che il vino italiano ha ancora molto da fare sia in termini di posizionamento che di promozione”.

L’obiettivo della prima tappa asiatica di Simply Italian, il nuovo format di promozione del vino italiano di Iem, è quello di potenziare la presenza delle nostre etichette, tramite il contatto diretto con i 400 distributori singaporiani, nel canale della ristorazione considerato luogo-incubatore di tendenza e di lifestyle. Attualmente il nostro vino è presente soprattutto nelle carte dei ristoranti italiani e solo nel 10% in quelle di ristoranti non italiani, wine bar, enoteche e grande distribuzione. “Servono perciò nuove politiche di accesso e di sensibilizzazione al gusto per conquistare i 5 milioni di abitanti di Singapore. Infatti Singapore - ha concluso Giancarlo Voglino - è la “garden city” più appetibile al mondo per capacità di spesa e reddito medio pro capite (33mila euro nel 2010), oltre che hub principale per la riesportazione verso il Sud Est Asiatico e la regione Asia Pacifico: dal Giappone a Hong Kong, dalla Malesia alla Tailandia fino all’India”.

Sul fronte delle tendenze il rosso, con il 65% dei consumi, è il vino preferito dai singaporiani di etnia cinese (77% della popolazione), mentre il composito gruppo degli espatriati (europei, americani, australiani, sudamericani e asiatici) predilige il bianco fermo; in crescita anche il pubblico femminile soprattutto per l’affermarsi del rito occidentale dell’aperitivo. Per il consumo domestico i singaporiani più competenti e sofisticati, soprattutto tra il target degli espatriati, acquistano il vino non al supermercato ma nelle enoteche o nei wine bar, dove una bottiglia costa in media 50 dollari di Singapore (28 euro circa). A trainare le scelte la conoscenza del brand mentre le diverse denominazioni non sono ancora sufficientemente conosciute e comprese.

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