Nell’acceso dibattito sugli “health warning” in etichetta del vino, che, negli ultimi mesi, sta infiammando gli animi a livello europeo - tra l’Irlanda che ha avuto dalla Commissione Ue l’autorizzazione a scrivere che il vino fa male, equiparandolo di fatto a sostanze cancerogene come le sigarette (e scontrandosi con il parere contrario di Paesi produttori come Italia, Francia e Spagna), e il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Lollobrigida che, per provocazione, suggerisce di scrivere “Il vino nuoce gravemente alla salute di chi non lo beve” - ecco che arriva l'iniziativa dell’azienda veneta Bottega, che, prima in Italia, decide di apporre sulle proprie bottiglie la dicitura “Vi suggeriamo un consumo massimo giornaliero di due calici”, scritta all’interno di un cuore.
È lo stesso Sandro Bottega, patron dell’azienda (tra i principali produttori italiani di vino, in particolare Prosecco, e distillati), a spiegare questa scelta: “Medici e politici, produttori e consumatori hanno spesso detto delle cose giustissime: l’alcol fa male, ma se consumato in quantità moderata, è un male che il nostro corpo riesce a tollerare bene; altri hanno detto delle sciocchezze senza basi scientifiche, compresa la dimensione del cervello. In Bottega siamo sempre stati sensibili al concetto “bere bene fa bene” e addirittura già 30 anni fa distribuivamo un opuscolo nelle scuole per insegnare ai giovani cosa significasse “bere bene”, oppure distribuivamo i nostri cataloghi con il carattere Braille, anche per far presente che l’eccesso di alcol porta alla cecità, oppure ancora abbiamo dato supporto agli enti che si occupavano del reintegro degli alcolisti: l’impegno sociale della nostra azienda non si è mai fermato, l’educazione al bere è proprio il primo atto da fare prima ancora di iniziare a bere. Ecco che abbiamo deciso di sintetizzare tutte queste cose, indicando in etichetta il consumo massimo suggerito di un alcolico, quindi 2 bicchieri al giorno di vino”.
“Non è un’imposizione - sottolinea Sandro Bottega - né un invito al consumo e, soprattutto, nemmeno un avvertimento terroristico come in Europa si è discusso, ma è un modo per educare: tutti dobbiamo fare la nostra parte cercando una reciproca comprensione che speriamo arrivi anche dalla politica, che molto spesso, prima di parlare, deve studiare la materia”, conclude Sandro Bottega.
Insomma, una ricerca dell’equilibrio e della moderazione, che già gli antichi avevano individuato come la strada migliore da percorrere rifuggendo gli estremi: “in medio stat virtus”.
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