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“ALLA SCOPERTA DELLA BOTTIGLIA PERDUTA”: DECISAMENTE IN CRESCITA LA TENDENZA AD ASSAGGIARE RARE E VECCHIE BOTTIGLIE. UN’OFFERTA PROPOSTA SEMPRE PIÙ DALLE ENOTECHE, MA CHE TROVA SPAZIO ANCHE IN EVENTI DEL VINO …

Italia
Scoppia la passione per i vini d’antiquariato

Trovare ed assaggiare rare e vecchie bottiglie in una sorta di rincorsa “alla scoperta della bottiglia perduta”. Sembra davvero questa una delle ultime tendenze che sta facendosi strada nel mondo del vino del Bel Paese. Una tendenza che vede protagonisti gli enoappasionati più smaliziati ed esperti, già da tempo impegnati in questa specie di “caccia” alla vecchia annata, ma che sta contagiando anche il consumatore medio, incuriosito dalla possibilità di provare direttamente con i propri sensi un vino di quaranta o cinquanta anni fa, magari del millesimo della propria nascita. Una prerogativa tutta a vantaggio del nettare di bacco, l’unico alimento in grado di conservarsi molto lungo e, nei casi più fortunati, di migliorare notevolmente con il tempo, e che, purtroppo, nella frenesia delle nostre società “usa e getta” aveva perso un po’ del suo storico fascino.
Ecco allora farsi sempre più spazio questa nuova offerta (anche se vecchia in termini di annate messe sugli scaffali) da parte delle enoteche, almeno di quelle più attrezzate per la conservazione delle bottiglie e più sensibili al fascino del “vino d’antiquariato”, che cominciano sempre più spesso a proporre etichette molto vecchie alla propria clientela come ampliamento o rifinitura dell’offerta consueta.
Fra i vari esempi possibili, quello dell’enoteca di Torino di Carlo Rabezza, che ha addirittura messo da parte e conservate molte etichette, fin dal 1946, con l’idea di vendere a distanza di anni quelle bottiglie, dando modo di assaggiare, per esempio, un Barolo Borgogno 1955 agli attuali cinquantacinquenni, per festeggiare il loro compleanno.
Ma al di là delle enoteche, che con il “vino d’antiquariato” colgono, evidentemente, una ottima occasione d’affari, la tendenza sembra interessare sempre più massicciamente anche gli eventi degustativi del mondo del vino. E questo è decisamente un segno positivo, che proietta la cultura del vino italica verso la completezza e la sensibilità di quella francese, notoriamente impegnata da anni, se non da secoli, nella diffusione e nell’apprezzamento delle vecchie annate. In questo senso, la degustazione di domani, 20 marzo, che festeggia il compleanno di “Bibenda”, la rivista sul vino dell’Associazione Italiana Sommelier (Ais) di Roma condotta da Franco Maria Ricci, rappresenta, fra i tanti esempi, un appuntamento a conferma di questa tendenza offrendo l’opportunità di assaggiare, fra gli altri, Ca’ del Bosco Riserva 1979, Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 1989, Terlano Pinot Bianco 1987, Biondi Santi Brunello 1981, il Mascarello Barolo 1986, Bertani Amarone 1964 …
Info: www.bibenda.it

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