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STORIA E SOCIAL

Alle tradizioni non si dice di no: il Rito della Spremitura del Vino Santo Trentino si fa a distanza

Cinque aziende non hanno rinunciato ad una usanza che va avanti da oltre 500 anni e che si celebra nella Settimana Santa

Alle tradizioni non si può dire di no. Perché se il Covid-19 ha fatto cambiare le nostre abitudini, nulla può fare contro la forza della fantasia e delle idee. Lo sanno bene i vignaioli del Trentino che non si sono rassegnati ad alzare bandiera bianca e, a modo loro, e quindi a distanza, hanno deciso di portare avanti il Rito della Spremitura legato al Vin Santo Trentino. Certo, con le norme di distanziamento sociale in vigore, la forma pubblica è vietata. Ma ogni produttore ha soffiato nuova vita ad una tradizione secolare che è anche un fenomeno sociale legato al luogo dove questa eccellenza nasce.
Il Vino Santo Trentino è un elemento fondante della storia della Valle dei Laghi e della memoria delle sue Comunità. Un assaggio di Vino Santo è come un viaggio nel tempo, un tuffo in ricordi e memorie dell’immaginario individuale e collettivo. Il Rito della Spremitura è il momento simbolicamente più importante: tradizionalmente svolto nella Settimana Santa, segna il passaggio dalla fase di appassimento dei migliori grappoli di Nosiola raccolti in Valle dei Laghi, alla lunghissima fase di fermentazione e maturazione di questo vino dolce che abbraccia anima e saperi dei suoi interpreti. E così i Vignaioli del Vino Santo non hanno desistito organizzando diversi piccoli riti, svolti in forma privata nelle singole cantine, oppure, dove possibile, come a Santa Massenza, al confine tra le stesse. Nuove generazioni a lavoro con chi da anni è protagonista del Rito della Spremitura in un panorama mozzafiato, come quello del Trentino, sullo sfondo. Così Giuseppe Pedrotti (azienda “Gino Pedrotti”), Marco, Stefano e Arrigo Pisoni (azienda “Pisoni”), Graziano e Gianpaolo Poli (azienda “Giovanni Poli”), Enzo Poli (azienda “Maxentia”) e Alessandro Poli (azienda “Francesco Poli”) hanno potuto condividere anche quest’anno una usanza che li tiene uniti (è stato realizzato anche un video), pur distanti, nella volontà di portare avanti la tradizione del Vino Santo che ormai va avanti da oltre 500 anni.Dalla scelta minuziosa dei grappoli “spargoli” di Nosiola nasce la prima fase di un vino dolce che dà i risultati migliori col passare del tempo. Un lavoro certosino nato dalla sapienza dei produttori che hanno voluto regalare una “nota dolce” in un periodo non certo facile.

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