Nonostante un quadro economico tutt’altro che brillante, il trend della premiumisation continuerà a consolidarsi, nel 2024, nel mercato, strategico del Regno Unito. Da sempre uno dei più importanti al mondo, e tra i tre mercati fondamentali per l’Italia del vino (insieme ad Usa e alla Germania), che ha esportato vini, Oltremanica, per oltre 602 milioni di euro nei primi 9 mesi 2023, in crescita del +3,5% sullo stesso periodo 2022 (ed in controtendenza all’export enoico tricolore, a -1,9%, secondo i dati Istat, analizzati da WineNews). La sostenibilità, inoltre, sarà un fattore chiave, sempre più importante. E, guardando al Belpaese, occhi puntati su territori come Alto Adige e Piemonte, ma andando oltre, soprattutto in quest’ultimo caso, i soliti noti. Senza dimenticare, più in generale, le potenzialità dei vari Metodo Classico italiani, Franciacorta in testa. Ecco i “10 Wine Trends to Watch in 2024”, secondo Bibendum, uno dei distributori di wine & spirits leader sul mercato Uk, che muove il 15% degli acquisti del settore dell’on trade nel Paese.
Sul fronte della premiusation, sottolinea Bibendum, da un’analisi di Proof, emerge come gli operatori che si sono concentrati su vini di maggior valore hanno protetto i profitti nonostante i volumi in calo. Ed inoltre, il vino di qualità emerge come elemento selettivo quando si tratta di scegliere in quale locale andare, visto che il 92% dei consumatori ne raccomanderebbe uno in cui l’offerta di vino è considerata buona o eccellente. Ed in questo caso, ovviamente, offerta al bicchiere, prezzi centrati e varietà sono fondamentali. Sul tema della sostenibilità, invece, emerge come il tema si sempre più importante, ma man mano che le conseguenze del climate change si fanno evidenti, ai consumatori non bastano più promesse, marchi e certificazioni: vogliono il racconto veritiero degli obiettivi che le aziende “sostenibili” stanno raggiungendo dal punto di vista ambientale e sociale.
Altro aspetto che emerge in maniera chiara è la necessità, per gli operatori, di pianificare le proprie strategia in base ai dati, perchè “con volume di bevande vendute on-trade inferiore del 12% sul periodo pre-Covid, per i locali è fondamentale ottenere il massimo valore dalla propria gamma di vini. Mentre la tecnologia dell’intelligenza artificiale aumenta l’efficienza per i consumatori e le aziende, gli operatori del settore hanno l’opportunità di utilizzare strumenti basati sui dati. Adattare l’offerta di bevande in base ai dati demografici locali e alle loro preferenze potrebbe contribuire ad incrementare il tasso di vendita e le visite ripetute”, spiega Bibendum. Inoltre, sarà sempre più importante “premiare la fedeltà”, perchè i consumatori si aspettano di essere ricompensati per questo. Con strumenti come club esclusivi, programmi di fidelizzazione e così via. Guardando a trend più definiti in termini di tipologie e territori, se sono in rampa di lancio, in Uk, in vini del Portogallo, quelli americani e una delle nuove mode sembra essere lo Chenin Blanc dal Sudafrica, anche per il Belpaese ci sono buone prospettive, almeno guardando ai dati raccolti dalle “wine list” che forniscono dati a “Mode”, uno strumento di analisi dei consumi di vino on trade in Uk.
Sotto i riflettori il Piemonte, ma andando ben oltre il Barolo ed il Barbaresco, intramontabili. Vini a base di vitigni come Barbera, Arneis, Freisa e Grignolino sono ormai presenti in 4 carte dei vini su 5, e sembrano esprimere tutto il loro potenziale di mercato soprattutto nell’offerta a bicchiere nei ristoranti di medio alto livello. Ma gli inglesi stanno scoprendo sempre più volentieri anche i vini dell’Alto Adige, soprattutto con l’eleganza dei Pino Grigio, la ricchezza dei Teroldego, ma anche di varietà meno conosciuto come Kerner e Schiava.
Ma l’Italia si giocherà le sue carte anche sul fronte delle bollicine, e non solo con il popolarissimo Prosecco, ormai un must, da anni, nel Regno Unito: i consumi di Champagne, infatti, sono in calo del -22% in volume nei locali del Regno Unito, e gli inglesi cercano metodi classici alternativi. E se cresce la presenza degli sparkling wine di casa, quelli inglesi, anche il Franciacorta, in particolare, è sempre più apprezzato, tanto da essere ormai presente almeno in una carta dei vini su cinque.
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