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MERCATO

Analisi WineNews (su dati Istat): nei primi 11 mesi 2020 l’export del vino italiano a -2,8%

Brillano Germania, Norvegia, Canada e Corea del Sud, migliorano Usa e Gran Bretagna, frenano Russia e Austria. Ancora male la Cina
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I primi 11 mesi del vino italiano all’estero

Se il comparto dell’agroalimentare italiano, nel complesso, ha chiuso il 2020, l’anno della pandemia, con un nuovo record delle esportazioni, arrivate a valore a 46,1 miliardi di euro, l’1,8% in più del 2019, quello del vino si incammina verso numeri decisamente meno preoccupanti di quanto ci si sarebbe potuti aspettare: nei primi 11 mesi 2020, infatti, come rivelano i dati Istat, analizzati da WineNews, le spedizioni di vino hanno raggiunto i 5,75 miliardi di euro, il 2,8% in meno dello stesso periodo del 2019. Una contrazione in calo rispetto ad ottobre 2020, quando il trend tendenziale diceva -3,4% (qui l’analisi dei primi 10 mesi), nella speranza che l’ultimo mese confermi la sostanziale tenuta del settore, capace, diversificando canali e mercati, di rispondere alle emergenze.
Gli Stati Uniti,
primo mercato per le spedizioni di vino italiano, raggiungono quota 1,335 miliardi di euro, il 4,8% in meno rispetto ai primi 11 mesi del 2019, quando arrivarono a 1,402 miliardi di euro, ma anche in questo caso in miglioramento sui dati di ottobre. Ottima, restando in Nord America, la performance del Canada, ad ulteriore dimostrazione della bontà e dell’efficacia dei trattati di libero scambio con l’Europa, il Ceta, che spinge le spedizioni a 321,9 milioni di euro, in crescita dell’1,3% dai 317 milioni di euro dello stesso periodo dello scorso anno.
Tornando in Europa, il primo partner commerciale dell’Italia, la Germania, ha incrementato le importazioni di vino italiano nei primi 11 mesi del 2020 del 2,8%, per un giro d’affari complessivo di 979 milioni di euro. Frena la caduta la Gran Bretagna, che chiude comunque in calo, del 6,9%, a 662 milioni di euro, anche in virtù del colpo di coda di fine anno, prima di lasciare definitivamente l’Unione Europea ed il mercato unico. Bene anche la Svizzera, in sostanziale equilibrio, nei primi 11 mesi del 2020, sullo stesso periodo del 2019, chiuso a quota 347 milioni di euro, dai 344 di un anno fa. Il vino italiano perde invece terreno importante in Francia, ma la cosa non sorprende: il crollo delle spedizioni dei cugini d’Oltralpe, che hanno perso nel 2020 un miliardo di euro, porta alla contrazione delle importazioni, che dall’Italia si fermano a 168 milioni di euro, il 13% in meno dello scorso anno (193 milioni di euro).
Continuano a crescere, invece, i Paesi Scandinavi, dove la stretta e le limitazioni come risposta alla pandemia, dopo il lassismo della prima ondata, si sono allineate al resto d’Europa. Così, la Svezia cresce del 3,6%, a 174 milioni di euro (dai 168 milioni di euro del 2019), e la Norvegia addirittura del 28,1%, a 114 milioni di euro, un vero e proprio boom (dagli 89 milioni di euro del 2019). Fa un piccolo passo indietro l’Austria, che lascia per strada il 2,1% e passa da 96,4 a 94,4 milioni di euro. Ancora più evidente il calo della Russia, che perde il 4,2%, passando da 118 a 113 milioni di euro di vino importato dall’Italia nei primi 11 mesi del 2020.
Il viaggio tra i numeri delle spedizioni enoiche italiane finisce in Asia, dove la Cina, ormai arroccata in una sorta di autarchia post pandemica, continua a calare, e dopo 11 mesi le importazioni di vino italiano segnano il -31,1%, a 84 milioni di euro, dai 122 milioni di euro del 2019. Non migliora, né peggiora, la situazione del Giappone, dove il calo è in linea con il dato di ottobre: -19%, a 136 milioni di euro (dai 168 milioni di euro del 2019). Infine, il mercato di Hong Kong, porto d’entrata di tanti fine wine, che perde il 13,3%, fermandosi a 20,9 milioni di euro, e la Corea del Sud, l’unico mercato a Oriente a crescere, ed in maniera sostanziosa: +23,5%, a 38,3 milioni di euro.

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