02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

ANCHE L’OCCHIO VUOLE LA SUA PARTE: È L’IMMAGINE AD ATTRARRE DI PIÙ IN UN’ETICHETTA E SOLO DOPO I NOMI DI GRIFFE E VINO. LO DICE UNA RICERCA DI UNIVERSITÀ DI OSLO E DONI & ASSOCIATI. OBBIETTIVO? UN “ALFABETO GRAFICO” CAPACE DI PREVEDERE L’ACQUISTO ...

Nel mondo del vino anche l’occhio vuole la sua parte: cosa ci attrae di più nel piccolo riquadro di un’etichetta? Nel breve spazio di pochi secondi, in un’ideale classifica “visiva”, in testa c’è l’immagine che vi è raffigurata, e solo dopo lo sguardo cade sul nome della griffe e su quello del vino, e, quindi del vitigno. Lo dice “In Vino Veritas. Una ricerca scientifica su cosa ci attrae delle etichette di vino”, condotta dall’equipe del professor Bruno Laeng, cattedra di Neuropsicologia Cognitiva all’Università di Oslo, e Doni & Associati, lo studio fiorentino che ha “vestito” tanti vini famosi, di scena oggi a “Wine Town” a Firenze. L’obbiettivo? Mettere a punto un “alfabeto” delle etichette fatto di tracce grafiche e tendenze di colori, capace di “prevedere”, in futuro, le scelte di acquisto degli eno-appassionati, al servizio del marketing e della comunicazione del vino.
“Nell’etichetta di un vino c’è molta informazione - spiega il professor Bruno Laeng - il nome del vino e quello della cantina, la varietà del vitigno, l’immagine grafica. L’informazione verbale è presente, ma praticamente non viene guardata, mentre è la parte grafica a ricevere il massimo dell’attenzione. E questo fa sì che, in futuro, riconosceremo quel vino che ci è tanto piaciuto dalla sua etichetta, mentre, magari, il suo nome non lo ricorderemo nemmeno”. Secondo la ricerca, infatti - basata sulla psicologia sperimentale e la tecnica dell’eye-tracking, che, attraverso un software e gli infrarossi, registra i movimenti dell’occhio in tempo reale, condotta su 20 persone, uomini e donne - in 10 secondi, lo sguardo si sofferma sul nome dell’azienda e del vino/vitigno per meno del 2% del tempo totale, contro il 15-35% dell’immagine grafica.
“Studi e ricerche - sottolinea Massimo T. Mazza dello Studio Doni & Associati - dimostrano che quasi il 60% della decisione di acquisto è data dall’etichetta, e tutto avviene in pochissimi secondi, il tempo di convincersi che, a partire dall’etichetta che ci piace, quel vino è sicuramente buono”. Ecco perché l’obbiettivo della ricerca è quello di studiare se la misurazione dell’attenzione con l’eye-tracking consenta di prevedere, anche meglio della preferenza espressa a parole o coscientemente, quella che sarà la decisione d’acquisto, che potrebbe essere influenzata da altri fattori di cui l’eno-appassionato stesso non si rende conto. E, forse, lo studio permetterà di capire quale etichetta fa al caso giusto per ognuno, che sia un esperto o un semplice amante del buon bere.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli