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ANCHE LA RETE EUROPEA DELLE CITTÀ DEL VINO SI SCHIERA CONTRO LA LIBERALIZZAZIONE DEI DIRITTI D’IMPIANTO: “CHIEDIAMO UNA PROROGA ALL’EUROPA PER SALVAGUARDARE UN MODELLO DI SUCCESSO, BASATO SULLA QUALITÀ E SULLA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO”

Anche la Rete Europea delle Città del Vino (Recevin) si schiera ufficialmente contro la liberalizzazione dei diritti d’impianto: a renderlo pubblico, dopo l’ultima Assemblea Generale, è lo stesso presidente, lo spagnolo Paulo Varanda che, con un comunicato ufficiale indirizzato al Commissario Europeo per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, Dacian Ciolos, rende pubblica la posizione del movimento, l’ultimo di una lunga lista di Paesi ed associazioni che stanno provando, in sede europea, a cambiare una decisione già presa.
L’Associazione Europea delle Città del Vino ha voluto così manifestare la sua “preoccupazione di fronte alla liberalizzazione dei diritti di impianto di nuovi vigneti senza alcuno strumento per la gestione e la produzione. Questo fenomeno mette a rischio la stabilità dell’economia di molte Regioni vitivinicole d’Europa con conseguenze dirette ed indirette imprevedibili per i vini a denominazione d’origine, come sovrapproduzione, collasso dei prezzi, speculazioni, perdita di valore patrimoniale dei vigneti”. L’Associazione, poi, ricorda anche “l’importanza di un regime di gestione dei diritti d’impianto, che nacque come risposta alla sovrapproduzione e con il tempo si è trasformato in un patrimonio della politica della qualità: dalla gestione dei territori a quella dei paesaggi, dal valore patrimoniale dei vigneti e della produzione all’enoturismo. Al contrario, una liberalizzazione senza regole, porterebbe cambiamenti enormi nelle zone vitivinicole europee, ed aumenterebbe gli squilibri nella catena alimentare e le spese del settore produttivo”. Per questo la rete chiede all’Europa “una proroga alla liberalizzazione dei diritti d’impianto dei vigneti, per tutelare un modello di successo della viticultura europea basato sulla “rete di qualità”, sulla valorizzazione delle denominazioni d’origine e sulle specificità territoriali”.
Info: www.recevin.net  

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