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ANGELA VELENOSI, ALLA GUIDA DELLA FAMOSA CANTINA MARCHIGIANA, E’ “CAVALIERE DEL LAVORO”: “UN TRAGUARDO SIMBOLICO PER IL MIO TERRITORIO E UN INCENTIVO FORTE PER TUTTE LE DONNE E I GIOVANI IMPRENDITORI”. LA CERIMONIA? IL 21 SETTEMBRE

Italia
Angela Velenosi

Nel mondo del vino c’è un nuovo “Cavaliere del Lavoro”: è Angela Velenosi, alla guida della celebre cantina marchigiana, produttrice tra le più conosciute del vino italiano, nominata per il Cavalierato del Lavoro. “In qualità di professionista, non avrei potuto aspirare ad un riconoscimento più alto”, spiega Angela Velenosi, che, aggiunge, alla cerimonia del riconoscimento, di scena il 21 settembre, parteciperà “come se portassi una bandiera. Credo che questa nomina sia un traguardo simbolico per tutto il mio territorio. Sono convinta che sia stato premiato, con me, anche il Piceno, la capacità che questo territorio ha avuto nel dimostrare il proprio valore, crescendo nel tempo e senza fare passi falsi. Credo anche che questa nomina - sottolinea Angela Velenosi - assegnata ad una donna ancora nel pieno della propria carriera, sia un incentivo forte per tutte le altre donne e per tutti i giovani imprenditori a perseguire il loro sogno”.

Un riconoscimento dunque, che, per Angela Velenosi - che nel 1984, insieme ad un altro giovanissimo imprenditore, Ercole Velenosi, ha dato vita all’azienda vitivinicola Velenosi ad Ascoli Piceno - non va solo al suo lavoro e a quello della sua cantina, la cui forza, spiega, è “la squadra che sta alle spalle dell’azienda, il lavoro corale che ruota attorno a ciascuna bottiglia, dalla vigna fino alle pagine delle guide. Nessuna parte di questo lavoro io do per scontata, sapendo quanta attenzione c’è da parte di ciascuno e come tutti assieme costruiamo un grande risultato”, ma a turro un territorio: il Piceno, che, “quando ho iniziato - sottolinea - era la terra del vino
sfuso. Ha vinto il progetto di fare qualità, e di farlo sapendo leggere il mercato, creando un’azienda che fosse lavoro, che desse lavoro ma che desse anche prestigio. Nel mio vino e nei miei vitigni, che oramai hanno conquistato un posto di rilievo in Italia come nel mondo, io ho creduto molto, e ora sono certa di non averlo fatto invano. Ciò che più mi rende felice è che questa nomina non giunge come coronamento del mio percorso, ma come incentivo a fare di più, a fare meglio e a non fermarci”.

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