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ANTEPRIMA AMARONE: CLIMA IMPRONTATO ALL’OTTIMISMO PER UNA DENOMINAZIONE DECISAMENTE IN CRESCITA SIA NELLE VENDITE SIA NEL VOLUME COMPLESSIVO DI BOTTIGLIE PRODOTTE … LA PERSONALE SELEZIONE DI WINENEWS

Italia
Bottiglie di Amarone

Tutti dicono Amarone e soprattutto lo dicono i numeri: il grande rosso della Valpolicella sembra vivere un momento magico sul fronte delle preferenze accordate dai mercati Usa e Nord Europa in testa.

Ma sono le cifre generali a rappresentare un quadro decisamente impressionante: 5.839 ettari di superficie vitata iscritti all’albo del Valpolicella, 2.470 aziende iscritte all’albo del Valpolicella (con 5 cantine sociali in zona di produzione, 148 aziende imbottigliatrici fuori dalla zona di produzione, 165 aziende vitivinicole di filiera in zona di produzione, 24 nuove aziende vitivinicole di filiera nate negli ultimi 6 anni), 1.226 aziende che producono uva destinata all’Amarone e 390 fruttai per l’appassimento dell’uva; 90 milioni di euro il valore totale delle uve prodotte, 220 milioni quello complessivo della doc Valpolicella e 170 milioni di valore per le giacenze di Amarone. Per non parlare del numero crescente di bottiglie prodotte che, dai 5,7 milioni del 2004, raggiungerà gli 8,35 milioni con il millesimo 2007 (erano poco più di un milione e mezzo nel 1997).

Un momento estremamente positivo, dunque, almeno stando al clima particolarmente ottimistico che si respirava nell’Anteprima Amarone (Verona, 26/27 gennaio), che è servita anche per fare il punto della situazione. A cominciare dalla vendemmia presentata, quel 2004 che anche in Valpolicella viene giudicata eccellente, estremamente classica ed equilibrata, e che arriva a puntino dopo due millesimi difficili, seppur per motivi opposti, come quelli del 2002 e del 2003.

I riscontri di WineNews, che avranno spazio in un prossimo numero de “I Quaderni di WineNews”, si fermano al momento all’apprezzamento per diversi vini, seppur in una fase ancora piuttosto embrionale (considerata la longevità della tipologia che sa esprimere il suo meglio nel lungo periodo), a qualche delusione e alla considerazione di una certa eterogeneità stilistica che pare ampliarsi nelle diverse cantine.

Vini austeri e piuttosto eleganti accanto ad autentici campioni di muscoli e concentrazioni, con residui zuccherini importanti e “surmaturazioni” quasi da Recioto. Da registrare che tra le 70 etichette assaggiate mancavano nomi “eccellenti” (tra gli altri: Allegrini, Masi, Dal Forno, Quintarelli, Bolla, solo per fare gli esempi più eclatanti). Ma al di là delle assenze, ecco le aziende che più ci hanno convinto: Zenato, Roccolo Grassi, Ca’ Rugate (una bella sorpresa, vista la sua vocazione “bianchista”), Tenuta S. Antonio, Benedetti, Cesari, Guerrieri Rizzardi, Tedeschi, Arduini Luciano, Venturini Massimino, Nicolis, Boscaini Carlo, Trabucchi, Fratelli Zeni, Cantina Sociale Valpaltena, Tommasi.

Antonio Boco

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