Lo stesso Giacomo Leopardi aveva più volte scritto di vino e la biblioteca di famiglia, aperta al pubblico, ospita numerosi documenti e mappe che narrano la storia dell’agricoltura marchigiana. Una tradizione secolare, che intreccia poesia e cultura materiale, rilanciata oggi dall’alleanza tra i conti Leopardi, discendenti del poeta, e la cooperativa vitivinicola Terre di Moncaro, 1.700 ettari di vigneti selezionati nelle principali denominazioni della regione.
L’accordo tra il casato di Recanati e l’azienda di Montecarotto (Ancona), siglato nel 2003, ha già dato vita a tre vini: il bianco Valdicia, da uve ribona e chardonnay, e i rossi Capolevante (sangiovese e montepulciano) e Zibaldone.
Quest’ultimo, ideato per il bicentenario della nascita del poeta, vede l’incontro tra montepulciano e cabernet franc. “L'obiettivo di produzione - assicura Doriano Marchetti, presidente di Moncaro - è quello di raggiungere le 50.000 bottiglie in tre anni, con un vino destinato ad un target alto, e un prezzo medio fra i 10 e i 15 euro”.
Vanni Leopardi saluta la sinergia come un passo importante “per la valorizzazione della cultura, della coltura e di quanto di produttivo ha sempre fatto la nostra famiglia, fin dal suo insediamento a Recanati nel 1100”. Le prime valutazioni sui nuovi vini frutto della vendemmia 2004? A Vinitaly di Verona (7/11 aprile).
Antonio Boco
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