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ARRIVANO I NAS CONTRO I FALSI BRUNELLO DI MONTALCINO, BAROLO, CHIANTI IN GERMANIA (IL MERCATO TEDESCO ASSORBE IL 14% DELL’EXPORT). LA COLDIRETTI LANCIA UN FORTE ALLARME: “IL FALSO E’ ORMAI IL PRIMO MERCATO”

Italia
Il cesto con i prodotti alimentari made in Italy taroccati scoperti dalla Coldiretti nei diversi continenti

“Bisogna chiudere con decisione le porte a tutti i tentativi di frode e sofisticazione per difendere la credibilità acquisita sul mercato interno ed internazionale grazie a primati qualitativi conquistati con l’impegno per la qualità, soprattutto in Germania che è il primo mercato di esportazione del vino made in Italy che ha realizzato all’estero un fatturato di 3,2 miliardi di euro con una crescita record del 20%. Lo afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’operazione “Superciuk”, condotta dai carabinieri di Nas che ha permesso di scoprire false bottiglie di Barolo, Brunello di Montalcino, Chianti e di altri vini prestigiosi finite anche in Germania e Danimarca.

Dopo il grande percorso di valorizzazione qualitativa che ha portato il vino italiano alla conquista di ripetuti successi, a venti anni dallo spartiacque della grave crisi del metanolo, occorre insistere - afferma la Coldiretti - sulla strada della “tolleranza zero” nei confronti di episodi che rischiano di danneggiare l’immagine della produzione italiana sui mercati nazionali ed esteri con il vino che è la principale voce dell’export agroalimentare nazionale.

Il mercato tedesco - sottolinea la Coldiretti - è il più importante per la produzione italiana di vino ed assorbe ben il 14% dell’export complessivo di rossi piemontesi Barolo, Barbaresco, Barbera e Grignolino, il 20% dei rossi Veneti come l’Amarone o il Valpolicella, il 32% dei bianchi del Trentino e del Friuli, come il Traminer e il Collio e il 40% delle spedizioni estere dei vini bianchi Doc/Docg del Veneto, come il Prosecco sulla base dell’indagine Nomisma.

La brillante operazione dei Nas arriva dopo un inizio dell vendemmia anticipato che fa prevedere una produzione stimata per il 2007 in calo del dieci per cento su un quantitativo di 45 milioni di ettolitri ma con ben il 60% della produzione che potrà essere commercializzata sotto una delle 484 denominazioni di origine (Docg, Doc e Igt) riconosciute in Italia.

Per l’Italia si tratta di una componente rilevante dell’economia, tanto che il vino “made in Italy” nel 2006 ha sviluppato un fatturato record di 9 miliardi di euro, 3,2 dei quali attraverso l’export.

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