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TRA I FILARI

Aspettando la vendemmia, la situazione del vigneto Italia nelle parole degli enologi

L’andamento climatico e le piogge dei giorni scorsi fanno sperare in un’annata ottima, in ritardo sugli ultimi anni e con un leggero calo produttivo

È ancora presto per fare bilanci e previsioni, che potrebbero rivelarsi azzardate, perché la vendemmia entrerà nel vivo solo tra un mese, ma la sensazione, diffusa tra i principali enologi italiani sondati da WineNews (Riccardo Cotarella, Carlo Ferrini, Franco Bernabei, Roberto Cipresso, Beppe Caviola, Emiliano Falsini, Graziana Grassini, Lorenzo Landi, Gianni Menotti, Barbara Tamburini, Umberto Trombelli, Paolo Vagaggini, Valentino Ciarla e Alberto Antonini), è che fin qui l’andamento in vigna non sarebbe potuto essere migliore, e se il meteo sarà clemente nelle ultime due settimane che precedono la raccolta, ecco che si potrà parlare, realmente e con cognizione di causa, di una splendida annata, al netto, ma non potrebbe essere altrimenti, di qualche evento legato alla grandine ed alle intemperie, che specie nel Nord Est hanno flagellato, anche negli ultimi giorni, centinaia di ettari di vigneto. Insomma, per una volta, anche in virtù di un ritardo di una decina di giorni sulle tempistiche degli ultimi dieci anni, in tutti i territori principali della Penisola, dal Brunello di Montalcino al Barolo, dalla Franciacorta al Trentodoc, dal Chianti Classico a Bolgheri, dalla Valpolicella alle colline del Prosecco, le vacanze degli enologi possono scorrere in maniera relativamente serena.
Prudente la disamina del momento del vigneto Italia del presidente di Assoeonologi, Riccardo Cotarella,
che ricorda come il bilancio quantitativo arriverà più avanti, dall’analisi congiunta (a Roma, al Ministero delle Politiche Agricole, il 4 settembre), per la prima volta, “con l’Unione Italiana Vini, ma sarà sicuramente una vendemmia inferiore a quella del 2018. Mentre per la qualità l’andamento è sempre più a macchia di leopardo: mediamente l’annata si presenta bene, ma ci sono zone dove le condizioni atmosferiche hanno lasciato il segno. Non possiamo, però, dare un giudizio univoco, la qualità si fa da adesso in poi, ed un temporale può migliorare o peggiorare tutto, a volte basta spostarsi di una manciata di chilometri per trovare condizioni opposte”. Per Franco Bernabei, “le piogge, che hanno aumentato il bacino idrico, ci preparano ad una bella vendemmia, speriamo che non arrivino grandinate, perché ormai purtroppo il clima è cambiato ed eventi come le piogge torrenziali son sempre più frequenti. Dal Nord al Sud, le incognite sono le stesse per tutti, ma al momento è tutto sotto controllo, la vegetazione è bella, la vendemmia è in ritardo sull’anno scorso, di una quindicina di giorni, ma sono molto fiducioso”.
Dal Piemonte alla Sardegna, passando per la Sicilia, la visione di Beppe Caviola parte da lontano, “da un inverno abbastanza ricco di precipitazioni, cui è seguita una primavera in generale freddina e piovosa, che ha ritardato il ciclo vegetativo della vita. Poi, l’inizio dell’estate è stato caldo e secco, luglio caldo con picchi che hanno sfiorato i 40 gradi, ed il risultato è che la qualità delle uve al momento è ottima, penso foriera di una produzione potenzialmente interessanti ed eccellenti, credo con meno produzione rispetto allo scorso anno. Ora tutto dipende dall’andamento climatico di agosto e, soprattutto, di settembre, ma sono ottimista, le piogge degli ultimi giorni non hanno fatto danni, almeno in Piemonte. In Alta Langa ed Oltrepò Pavese, dove di solito si inizia prima con le basi spumante, faremo i primi campionamenti dopo Ferragosto”. Per Emiliano Falsini, consulente di diverse aziende in tutti i territori principali dell’enologia del Belpaese, “il vigneto sta bene, sembra un’annata interessante: dopo una primavera difficoltosa nel mese di maggio, per il ritorno del freddo, che sulla costa ed a Bolgheri, ha dato fastidio a varietà come il Merlot nel momento della legagione, il vigneto ha ritrovato il suo equilibrio. È una di quelle annate non troppo calde, se si eccettuano i picchi di inizio luglio, le ultime piogge hanno dato sollievo. Adesso sta alle aziende adottare le giuste pratiche agronomiche, dal diradamento alla pulizia della parete fogliare: ho paura del ritorno del caldo, specie in Centro Italia, e mi auguro uno sporadico ritorno delle piogge, che non comprometterebbe lo stato sanitario delle viti”.
Firma di alcune delle griffe dell’enologia tricolore, Carlo Ferrini è forse tra i più entusiasti, definendo l’andamento in vigna si qui, “uno dei migliori che abbia mai visto: abbiamo avuto freddo d’inverno, la pioggia, quindi la fioritura, ad oggi, in tutta Italia, non trovo nulla di negativo, a parte qualche caso isolato di grandine. Sperando, ovviamente, che da qui a settembre, ma in alcune zone anche ottobre, non succeda nulla”. Conosciuta come “Lady Sassicaia”, Graziana Grassini parla di “un’annata che si prospetta eccezionale, ma difficile, in Toscana come in Puglia ed in Veneto, perché non è stato semplice contenere le malattie fitosanitarie, ma dal punto di vista della quantità e della qualità possiamo parlare di un’ottima annata. Se riusciamo a contenere gli ultimi attacchi di peronospora ed eventuale botrite, e se a settembre le piogge saranno minime o assenti, l’annata sarà davvero eccezionale. La qualità c’è, e si vedrà già nelle prossime settimane con i vitigni più precoci, mentre per le varietà più tardive bisognerà aspettare ancora”.
Per Lorenzo Landi, “la situazione per adesso è molto buona, è un’annata tardiva, per cui con tutti i rischi che comporta, ma che non possiamo quantificare. Secondo me, le annate tardive sono sempre le migliori, l’uva matura a temperature più basse, più lentamente, non cuoce, quest’anno non ci sono stress idrici importanti. Sono condizioni ottimali in termini qualitativi, ma un po’ rischiose in termini sanitari. Se non sarà una vendemmia piovosa sono molto fiducioso, non vedo problematiche, le temperature sono giuste, le escursioni termiche anche, per adesso è un’annata quasi perfetta”. Gianni Menotti, radicato in Friuli con puntate nel resto d’Italia e all’estero, parla di “una vendemmia che si torna a fare a settembre, frutto di giornate calde e sere fresche, che ci consegneranno bei profumi e giusti apporti di zucchero, per una vendemmia molto buona. Fitopatie particolari non ce ne sono, per cui uve sane, la pioggia è arrivata al momento giusto, quello dell’invaiatura, processo che ha bisogno d’acqua. Il rischio è che piova a settembre, compromettendo le maturazioni”.
Analisi simile quella di Roberto Cipresso, che ricorda come “la pioggia prima dell’invaiatura è garanzia di una buona annata, se non ci sono sorprese. È il momento più traumatico del processo fisiologico della vite, in cui la pianta passa dalla vigoria alla fertilità, e se viene accompagnato dalla pioggia questo passaggio viene vissuto in armonia, e siccome la qualità di un vino dipende dalla qualità di uve prodotte in un clima armonico, la pioggia diventa garanzia di buona annata. A quel punto il metabolismo della pianta è completo, e le piogge che verranno non porteranno a fenomeni di gigantismo. Immagino una bella vendemmia in tutta Italia, al netto di precipitazioni violente e grandinate, in ritardo di dieci giorni, che vuol dire guadagnare in maturità delle uve, tannini, fragranza, tono ed equilibrio”. Dall’osservatorio di Barbara Tamburini, “la situazione è sotto controllo, non ci sono particolari problematiche da segnalare. Le piogge delle ultime settimane sono state piogge sane, che hanno aiutato e contribuito ad arricchire la componente idrica che ci mancava dopo il grande caldo. C’è stata qualche grandinata, ma non è mai prevedibile dove colpirà, e l’annata la possiamo definire, per ora, sotto controllo, con una maturazione regolare, le prime invaiature anche in Centro Italia, incrociamo le dita e speriamo di portarle in fondo come si presenta oggi”.
Secondo Umberto Trombelli, in linea con quanto detto dai suoi colleghi, “la vendemmia si prospetta in ritardo rispetto alle ultime dieci annate, in Sardegna Merlot e Vermentini saranno raccolti di sicuro dopo il Ferragosto, ma in questi trenta giorni può accadere di tutto. In Toscana si parla di una vendemmia che inizierà a metà settembre. Le viti sono in uno stato di forma meraviglioso, le acque primaverili hanno portato molto verde, per il momento non ci sono sofferenze. Così come in Sardegna, Basilicata e Marche, si preannuncia una bellissima annata, mentre in Veneto sarà molto scarsa, specie per e varietà più precoci, come i Pinot e l’Incrocio Manzoni, ma quantitativamente abbondante per la Glera, al netto di trombe d’aria e grandinata, che però non deturperanno la vendemmia”. Per un decano come Paolo Vagaggini, tra i massimi esperti di Sangiovese, “la pioggia, un po’ esagerata, che ha fatto più danni nel terreno che in vigna, è stata in effetti una mano santa, e specialmente per il Sangiovese ce ne starebbe bene un po’ anche a fine agosto, sono le situazioni che creano le maturazioni ottimali. Le uve sono belle, nei tempi giusti, perché erano le ultime annate in anticipo, questi sono i tempi logici, che ci danno modo di aspettare la maturità tecnologica senza che la maturità fenolica ci costringa a vendemmiare in tempi troppo stretti. Il grappolo non è compatto, è anzi spargolo. Decisivi, però, specie per il Sangiovese, sono gli ultimi 30 giorni, è in quel momento che si fa la grande annata”.
A dita incrociate, invece, Valentino Ciarla, perché “dove non abbiamo avuto eventi come grandine o altri infortuni l’annata si presenta davvero bene, le piogge sono state una manna, e le temperature davvero alte sono durate solo una decina di giorni. Annata equilibrata, un aspetto fondamentale per fare un grande vino, ma manca ancora tempo, considerato anche il ritardo rispetto alle ultime annate, ancora a mala pena è iniziata l’invaiatura. Ci vuole cautela, ma si presenta come una bella annata, mentre in termini di quantità l’andamento è più complesso: la vite è una pianta saggia, che risente dell’annata precedente, e dove ha sofferto una gelata, tende a produrre meno, ma non possiamo parlare di annata scarsa. Da qui in avanti, qualsiasi cosa succeda sarà determinante”. Infine, il sailing winemaker, come ama definirsi Alberto Antonini, che riparte proprie dalle piogge, “in alcuni casi un po’ troppo violente, ma in generale un toccasana, è l’acqua che permette alla vite di non avere sete fino alla vendemmia. È stata una primavera difficile a causa delle piogge, che hanno messo il vigneto sotto pressione, specie quelli gestiti in maniera naturale, minacciati dalla peronospora, ma poi è andata bene. Da giugno chi ha fa una buona gestione del suolo ha incorporato parecchia acqua, ritrovandosela d’estate in un bell’apparato radicale. La pioggia di qualche giorno fa è quello che ci voleva, adesso può anche non piovere più, giusto 10-15 mm per rinfrescare. Si vedono belle uve, e le prospettive sono quelle di una buona quantità, se non ci sono eventi meteo particolari. Ci sono stati eventi violenti, specie nella costa Est, ma nel complesso, dalla Toscana alla Sicilia l’uva è molto bella, così come la vegetazione”.

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