Come sempre, è la Borgogna la regione vinicola del mondo i cui vini hanno di partenza le quotazioni di partenza più alte nelle aste internazionali, e non fa certo eccezione il catalogo dell’Asta Wannenes, di scena l’11 dicembre a Milano. I “top lot” in assoluto, sui 585 totali, vedono, infatti, un “tridente” composto da una magnum di Vosne-Romanée Cru Cros Parantoux 1996 di Henri Jayer (con base d’asta 10.000-15.000 euro), una bottiglia di Montrachet 1999 di Domaine Leflaive (stima 8.000 -12.000 euro) e tre bottiglie di Vosne-Romanée La Tâche 1992 di Romanée-Conti (4.500-6.500 euro).
Scendendo, dall’alto verso il basso, indice alla mano, nelle stime di assegnazione dei lotti si compie un salto verso la Valle del Rodano, con una bottiglia di Rhône Ermitage Rouge Cuvée Cathelin 2000 di Domaine Jean-Louis Chave (base d’asta 3.200-5.000 euro), per poi tornare di nuovo, volentieri, in Borgogna, con una bottiglia Vosne-Romanée La Tâche 2003 di Romanée-Conti (3.000-6.000 euro), e fare capolino anche a Bordeaux, con 6 bottiglie di Pauillac 2010 di Château Lafite Rothschild (3.000-4.000 euro), una bottiglia da 5 litri di Pauillac 1982 di Château Pichon Longueville Comtesse de Lalande (2.000-5.000 euro) e 2 bottiglie di Pomerol 1994 di Château Le Pin (1.500-3.000 euro). Senza dimenticare lo Champagne, con Krug - una delle maison più importanti - protagonista di due lotti: una bottiglia di Clos d’Ambonnay 1996 (2.000-3.500 euro) e una bottiglia di Clos du Mesnil 1989 (1.600-3.000 euro).
Rispetto alla Francia, la cartina geografica dei “top lot” dell’Italia presenti nel catalogo dell’Asta Wannenes è, in realtà, praticamente “uni-regionale”, con la Toscana, e il Masseto, in grande spolvero. Il Merlot in purezza, assoluto vino di culto di Bolgheri, è protagonista, infatti, di un lotto comprendente una jeroboam (3 litri) dell’annata 1999 (al tempo ancora sotto la proprietà di Lodovico Antinori, poi dal 2005 passato al Gruppo Frescobaldi) con base d’asta 2.400-3.200 euro, e altri lotti con una verticale quasi completa che spazia dal 1987 al 2015, comprensiva di grandi formati come magnum e doppio magnum (e le cui basi d’asta vanno da 1.100 fino a 2.600 euro). Le verticali più quotate sono il lotto con tre bottiglie delle annate 1987, 1988 e 1989 (stimato a 1.800-2.600 euro), il lotto con le annate 1990, 1991 e 1992 (1.600-2.600 euro) e quello con le annate 1999, 2000 e 2001 (1.600-2.200 euro). Ma si va da una bottiglia di Masseto 1989 (1.500-2.200 euro) a tre bottiglie dell’annata 2015 (1.100-2.000 euro).
Altra verticale di rilievo, sempre restando a Bolgheri, è quella del Sassicaia della Tenuta San Guido, nelle annate 2000, 2001, 2002, 2003, 2004 e 2005 (1.200-2.000 euro). Ma la Toscana spicca anche con il lotto con 6 bottiglie di Solaia 1997 (1.000-1.600 euro) e 12 bottiglie di Tignanello 1997 di Marchesi Antinori (1.100-1.800 euro), accanto a 3 bottiglie di Brunello di Montalcino 1987 di Case Basse di Gianfranco Soldera (900-1.600 euro).
Un incanto che, per quanto riguarda i distillati, tra i lotti più prestigiosi, vede una bottiglia di Rum West Indies Dark 1948 di Samaroli (3.500-5.500 euro), una bottiglia di Whisky 1938 invecchiato 35 anni di Macallan-Glenlivet (2.000-3.000 euro) e una bottiglia di Whisky Sherry Oak invecchiato 30 anni di Macallan (2.000-4.000 euro).
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