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Australia: 80% di vigneti è a rischio (per clima) … India: vendemmia record crea difficoltà … Corea Sud: boom importazioni, ok Italia … Cina: primo Paese produttore tra 50 anni… Spagna: arriva il Ribera del Duero Mundo Gay
di Andrea Gabbrielli

- Australia, l’80% dei vigneti è a rischio a causa del clima
L’80% dei vigneti australiani potrebbe sparire a causa dei cambiamenti climatici. Lo ha dichiarato Greg Jones, uno scienziato americano specializzato nell’ambiente, dopo un sopralluogo. Secondo lo studioso, gran parte delle aree viticole, diventerebbero troppo calde e secche per produrre uva da vino.
“Il più grande problema dell’Australia è l’acqua: senza irrigazione l’industria vitivinicola è in pericolo” ha affermato Greg Jones. Attualmente oltre due terzi della produzione viticola australiana, proviene dalle zone interne più calde come Riverland in South Australia. I cambiamenti climatici, infatti, potrebbero rendere impossibile la coltivazione dei vitigni più delicati come il Pinot Nero mentre la soluzione potrebbe venire con l’incremento dell’impianto di Cabernet Sauvignon o Syrah oppure di vitigni spagnoli, come il Tempranillo, più resistenti alla calura. Ma nelle zone più calde, dove tali vitigni sono già coltivati, resta poco da inventarsi.
Brian Mc Guigan, uno dei veterani dell’industria vinicola australiana, considera i cambiamenti climatici la minaccia più grave che abbia mai dovuto affrontare nel corso dei suoi 48 anni di attività. “A tutt’oggi siamo ancora incapaci di decidere cosa fare” ha commentato. E anche sul fronte dell’irrigazione non arrivano buone notizie. L’ultimo rapporto del Dipartimento Acqua e Energia indica un abbassamento della portata d’acqua del bacino del Murray-Darling tanto che alcuni corsi d’acqua sono già a secco. “A meno di forti precipitazioni nel mese di giugno, le riserve d’acqua per l’irrigazione saranno pari a zero” ha dichiarato Wendy Craig la direttrice della commissione di gestione del bacino Murray-Darling, precisando che ci si dovrà preparare a considerare la siccità come un fatto normale negli anni a venire.

-India, la vendemmia record crea difficoltà nel mercato
Il Maharashtra, la prima regione viticola indiana per importanza, ha avuto una vendemmia record di 21 milioni di litri di vino contro i 13 milioni di litri di vino del 2007. L’incremento della produzione ora rischia di inflazionare il mercato. Un risultato così eclatante si deve ai nuovi vigneti entrati in produzione e alla creazione di 7 nuove cantine che hanno prodotto 700.000 litri di vino. La superficie vitata indiana si concentra nello stato del Maharastra dove sono ubicati 3200 ettari di vigneto.
Sula Vineyards, la più importante impresa vinicola indiana, quest’anno ha raccolto 4500 tonnellate di uve, circa il doppio della produzione dello scorso anno. Con questa quantitativi sarà in grado di immettere sul mercato 320.000 casse (da 12 bottiglie) contro le 175.000 della campagna 2006-2007. Anche se il consumo pro-capite di vino continua ad aumentare, per ora resta a 1 milione di casse all’anno. Pertanto anche se la richiesta triplicasse nei prossimi tre anni, si teme che una crescita così rapida della produzione provochi un abbassamento del prezzo delle uve con conseguenti disequilibri nel mercato.

- Corea del Sud, boom delle importazioni. Bene l’Italia
Nel 2007 le importazioni di vino nella Corea del Sud hanno raggiunto i 100 milioni di euro con incremento del 72% sul 2006. In questo ambito, il vino italiano è cresciuto, insieme al Cile, del 110% e ha ormai superato la Francia e gli Stati Uniti, rispettivamente primo e secondo storico fornitore del mercato coreano.
Il potenziale di sviluppo del mercato coreano è lontano dall’esaurirsi. Dal punto di vista dei consumi, si prevede di raggiungere i 2 litri pro capite l’anno, mentre l’attuale consumo di vino si attesta tra i 0,6-0,7 litri pro-capite. Gli analisti stimano che i volumi di vino importato saranno triplicati nei prossimi 5-10 anni.

- Cina, fra 50 anni sarà il primo paese produttore di vino del mondo
Nel 2058 la Cina sarà il primo produttore di vino del mondo. La previsione è contenuta nel Berrys’ Future of Wine Report, una ricerca di uno dei più noti wine merchant britannici, la Berry Bros & Rudd. Secondo lo studio saranno due i fattori decisivi che influiranno sull’industria mondiale di vino nei prossimi 50 anni. Prima di tutto la crescente importanza dei marchi che porterà a dei massicci cambiamenti sia nel marketing che nel packaging del vino; in secondo luogo, il riscaldamento del pianeta che cambierà la distribuzione dei vigneti nel Nuovo Mondo.
La Cina, che è attualmente il sesto produttore mondiale e che è al quarto posto per superficie dei vigneti, dovrebbe beneficiare dei cambiamenti climatici e posizionarsi al primo posto entro il 2058. Lo studio prevede che, nei vitigni, aumenterà ancora la domanda soprattutto di Chardonnay e di Cabernet Sauvignon.

Spagna, presentato il Ribera del Duero Mundo Gay
Un gruppo di cantine della Aoc Ribera del Duero, una delle più prestigiose denominazioni spagnole, ha lanciato sul mercato un Crianza Ribera del Duero intitolato Mundo Gay, per partire alla conquista del mercato della diversità sessuale.
Il vino è stato presentato al Ristorante Jhambala di Madrid, a cui hanno partecipato oltre 200 persone che, oltre ad assaggiare Mundo Gay, hanno ricevuto in omaggio bottiglie di vino e viaggi regalo nella denominazione Ribera del Duero. Il gruppo di cantine sta cercando dei distributori e per il momento la vendita del vino si effettua solo su Internet (www.vinogay.com). Per 6 bottiglie di Mundo Gay ed un pezzo di formaggio in abbinamento, il prezzo è di 105 euro. Per ora è possibile acquistare solo la versione Creanza (per la Riserva bisognerà aspettare la fine dell’anno). I vini sono ottenuti dalla vinificazione in purezza del vitigno Tinta del Pais (Tempranillo) e rappresentano una novità assoluta nella ricerca di nuove nicchie di mercato.

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