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“BEVUTO CON MODERAZIONE, IL VINO PUÒ RALLENTARE LA PROGRESSIONE VERSO LA DEMENZA SENILE DI SOGGETTI A RISCHIO”: A RIFERIRLO È UNO STUDIO MULTICENTRICO “ILSA” (ITALIAN LONGITUDINAL STUDY ON AGING), PROMOSSO DA CNR E ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ

Bevuto con moderazione, il vino può rallentare la progressione verso la demenza senile di soggetti a rischio: “rispetto a chi non beve, coloro che si limitano a circa un bicchiere al dì (150-180 cc) di vino hanno un rischio di ammalarsi ridotto dell’85%”. A riferirlo è Vincenzo Solfrizzi della Sezione di Geriatria dell’Università di Bari che, insieme a Francesco Panza, ha eseguito uno studio multicentrico per “Ilsa” (Italian Longitudinal Study on Aging - Studio longitudinale italiano sull'invecchiamento), promosso dal Cnr e gestito da Emanuele Scafato dell'Istituto Superiore di Sanità.

Pubblicato sulla rivista “Neurology”, lo studio ha coinvolto anziani tra i 65 e gli 84 anni, che in parte presentavano una lieve forma di declino cognitivo, condizione associata al rischio di ammalarsi di demenza senile. “In Italia - spiega Solfrizzi - ci sono 300.000 ultrasessantacinquenni affetti da declino cognitivo e in base a stime internazionali si calcola che ogni anno circa 16 di questi soggetti si ammaleranno di demenza senile, di cui l’Alzheimer, con 600 mila malati in Italia, è la forma più comune”.

Lo studio ha coinvolto 1.445 anziani normali e 121 soggetti con declino cognitivo. Gli esperti hanno analizzato i loro consumi di bevande alcoliche e confrontato questi ultimi col rischio di ammalarsi di demenza senile. Le bevande considerate sono vino, birra e superalcolici ma, spiega Solfrizzi, "il nostro campione beveva soprattutto vino, quindi non abbiamo dati significativi sulle altre bevande alcoliche”.

E’ emerso che, mentre il consumo moderato di alcolici non sembra avere significativo potere protettivo contro la demenza nei soggetti sani, per coloro che erano affetti da lieve declino cognitivo, cioé proprio il gruppo più a rischio di ammalarsi, un bicchiere di vino al dì è risultato molto protettivo.

“Infatti mentre ogni anno circa il 14% dei soggetti non bevitori passava dal lieve declino alla demenza - precisa Solfrizzi - solo tre su 100 ogni anno si ammalavano tra quelli con un consumo moderato di vino”. Il che equivale a dire che il loro rischio è ridotto dell'85% rispetto ai non bevitori.

“Pensiamo che il vino, grazie al suo contenuto in antiossidanti già dimostratosi capace di difendere la salute cardiovascolare, offra - conclude Solfrizzi - una protezione da malattie cerebrovascolari che sono fattori di rischio per la demenza”.

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